Scuola senza personale: in Puglia mancano 10.000 unità fra presidi, professori e personale Ata

Scuola senza personale: in Puglia mancano 10.000 unità fra presidi, professori e personale Ata
di Vincenzo DAMIANI
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Sabato 20 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 14:05

Il nuovo anno scolastico in Puglia rischia di iniziare con il piede sbagliato: a oggi, infatti, 56 istituti non hanno ancora un preside, mancano novemila professori e oltre mille dipendenti Ata. Una falsa partenza che, secondo i sindacati e l’associazione di categoria, si sarebbe potuta evitare se il governo Draghi avesse interpretato in maniera meno restrittiva alcune norme e se avesse pianificato con largo anticipo. E invece nelle piante organiche, ora, ci sono delle voragini.

Nel dettaglio, secondo i calcoli di Uil scuola Puglia, in provincia di Bari sono 17 gli istituti senza un dirigente scolastico; nel Brindisino 14; 13 nel Foggiano, nove nel Tarantino e “solo” tre in provincia di Lecce. «Nonostante gli sforzi dell’ufficio scolastico regionale – critica Gianni Verga, segretario generale della Uil scuola - per garantire un ordinato avvio dell’anno scolastico, 56 scuole in Puglia non potranno avere un preside titolare, pur essendovi tanti aspiranti in graduatoria, alcuni dei quali saranno costretti a fare le valigie per recarsi in altre regioni del Nord in cui il ministero ha deciso di assumere.

Ed è proprio nelle regioni del Sud, caratterizzate, come noto, da un alto tasso di dispersione scolastica, che il ministero ha pensato di non assumere dirigenti scolastici, eccezion fatta per la Basilicata, dove sono cinque su 21 i posti vacanti».

L'allerta

Già lo scorso 9 agosto l’Associazione nazionale dei presidi in Puglia aveva lanciato l’allarme: «Nella regione – comunicò l’associazione - nessuna assunzione di nuovi dirigenti scolastici, scuole senza preside, nonostante i numerosi vincitori di concorso ancora da assumere e i tanti dirigenti pugliesi in servizio in altre regioni». «Meno male – aggiunge Verga - che per il governo guidato da Draghi la scuola era una priorità, qualcuno ora dovrebbe spiegare i motivi di questa incomprensibile decisione. Ma ormai la politica è in campagna elettorale e tutto, a cominciare dal futuro dei nostri ragazzi, passerà in second’ordine». E c’è chi si chiede come faranno i presidi chiamati a guidare due scuole a “sdoppiarsi” senza perdere di efficienza ed efficacia. «Come sarà possibile – polemizza ancora Verga - affrontare il prossimo anno scolastico con 112 scuole gestite da dirigenti scolastici part-time, che si divideranno tra una scuola e l’altra, e oltre 10mila docenti e Ata precari? Mentre da un lato pervengono alle scuole finanziamenti del Pnrr a pioggia, talvolta non richiesti, dall’altro si risparmia sulla gestione ordinaria, a cominciare dalle misure minime per contrastare la diffusione dei contagi. Come al solito, per qualche voto in più, si preferiscono gli spot agli interventi strutturali volti a migliorare un servizio essenziale per lo sviluppo del Paese e del Mezzogiorno, nonché per il futuro delle nuove generazioni». 

I numeri

Diecimila lavoratori in meno rispetto alle reali esigenze, una situazione emergenziale che si somma a un deficit storico per la Puglia e il Sud: basti pensare che nelle scuole del Nord ogni professore, mediamente, insegna a 10 studenti; al Sud, invece per ogni docente ci sono 13,5 alunni. Nel Mezzogiorno le scuole pubbliche – di ogni grado e livello – sono 2.528, il personale docente è pari a 231.051: in sostanza, in ogni istituto scolastico, mediamente, sono impiegati 91 insegnanti. Al Nord, invece, le scuole sono 3.266 e i professori 356.100: risultato, in ogni istituto lavorano circa 109 docenti. Non solo: le classi sono più sovraffollate in Puglia, Campania e Calabria rispetto a Piemonte, Lombardia o Liguria. Infatti, mentre al Nord per 3.646.003 alunni iscritti ci sono 200.828 classi (poco più di 18 studenti per classe), al Sud per i 3.121.930 ragazzi ci sono 112.214 classi (il rapporto è di 27,8 alunni per classe). Quindi, nel Mezzogiorno ogni docente deve seguire contemporaneamente circa 10 studenti in più rispetto ad una classe media del Nord. Con inevitabili ripercussioni sul percorso di studio. Anche sul personale non docente, il cosiddetto personale Ata, ci sono significative differenze: nelle scuole del Nord sono impiegate 87.746 persone, al Sud 54.832. Questo significa che al Sud per ogni dipendente ci sono 57 studenti, al Nord il rapporto è di uno per 41 alunni. 

Tornando alle cattedre vuote in tutta Italia, nel dettaglio, nelle scuole dell’infanzia quelle senza un titolare sono 5.940, nella scuola primaria 23.538, nella scuola media 38.884, scuola superiore 44.329. Pure sui professori con contratto a tempo indeterminato bisognerebbe aprire una riflessione: rispetto al totale nazionale, il 39,4% dei docenti con una cattedra “fissa” lavora nelle scuole delle regioni del Nord, mentre al Sud la fetta è solo del 28,6%. In soldoni, nel Mezzogiorno ci sono più precari. 

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