Sanità, in Cassazione altro sconto per Frisullo. Il difensore: condannato per un reato che per altri giudici non esiste

Sandro Frisullo
Sandro Frisullo
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Venerdì 29 Gennaio 2016, 20:57 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 09:34
La Cassazione ha confermato la condanna per turbativa d'asta a 1 anno e 4 mesi a carico dell' imprenditore della sanità pugliese Gianpaolo Tarantini e a un anno di reclusione, per lo stesso reato, a carico dell'ex vice presidente della Regione Puglia, il salentino Sandro Frisullo (Pd) con l'interdizione dai pubblici uffici per tutta la durata della pena. Per Frisullo è stata invece annullata con rinvio la condanna a 4 mesi di reclusione per continuazione del reato sulla quale dovrà tornarsi a pronunciare la Corte di appello di Bari. Tarantini, il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile, è stato anche condannato a pagare 1500 euro alla Cassa delle Ammende e 3500 euro per le spese della Regione Puglia costituitasi parte civile. Frisullo, invece, deve pagare il 60% delle spese legali liquidate alla Regione Puglia a carico di Tarantini. I due sono accusati di turbativa d'asta per l'acquisto delle attrezzature di due sale operatorie. Erano stati condannati dalla Corte d'appello di Bari nel 2014.

In secondo grado, nel febbraio 2014, i giudici della Corte di Appello di Bari avevano condannato entrambi gli imputati a 1 anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) e 400 euro di multa per due episodi di turbativa d'asta relativi a due gare per tavoli operatori destinati al reparto di Neurochirurgia del Vito Fazzi di Lecce da 248.858 euro e per la fornitura di strumentario chirurgico per il reparto di Chirurgia e Urologia del Vito Fazzi da 441.920 euro. Inizialmente, però, la magistratura barese aveva ipotizzato nei confronti dell'ex vicepresidente della Regione Puglia e dell'imprenditore barese anche i reati di associazione per delinquere, corruzione e abuso d'ufficio, costati a Sandro Frisullo l'arresto nel marzo 2010 (21 giorni in carcere e quattro mesi ai domiciliari). In primo grado, il 24 dicembre 2012, Frisullo era stato condannato con rito abbreviato dal Tribunale di Bari a 2 anni e 8 mesi di reclusione, mentre Gianpaolo Tarantini a 4 anni e 3 mesi (entrambi assolti dall'accusa di corruzione). In appello le condanne erano state più che dimezzate e i giudici avevano riconosciuto i due imputati responsabili delle sole turbative d'asta. Condanne che oggi diventano in parte definitive e irrevocabili. Per le stesse vicende ieri a Bari sono stati assolti Claudio Tarantini, amministratore insieme con il fratello Gianpaolo della società Tecno Hospital Srl, e Vincenzo Valente, ex direttore amministrativo della Asl di Lecce.

Secondo il difensore di Frisullo: «L'esito finale di questo processo, con la condanna ad un anno di reclusione, è la certificazione che Frisullo non avrebbe mai dovuto essere arrestato». Così l'avvocato Michele Laforgia, che ha rappresentato l'ex vicepresidente della Regione Puglia. «Il processo non finisce qui - continua il legale - perché dovremo tornare a discutere la vicenda in Corte d'Appello». Con riferimento al capo d'imputazione per il quale la condanna nei confronti di Frisullo è diventata ormai definitiva, l'avvocato Laforgia ricorda che «ieri il Tribunale di Bari con rito ordinario, quindi con l'acquisizione di tutte le prove nel contraddittorio delle parti, ha detto che quel reato non sussiste, cioè che la gara è stata regolare. Tutte le persone che avrebbero truccato questa gara, funzionari e dirigenti della Asl di Lecce - conclude Laforgia - sono state assolte. Come può essere condannato un terzo rispetto ad una gara giudicata regolare?»
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