I morti salgono a dieci: il ministero invia gli ispettori nella Rsa di Soleto. E i focolai preoccupano la Regione

I morti salgono a dieci: il ministero invia gli ispettori nella Rsa di Soleto. E i focolai preoccupano la Regione
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Martedì 7 Aprile 2020, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 08:46
Salgono a 10 gli anziani deceduti della Rsa La Fontanella di Soleto. La scorsa notte è morto un altro ottantenne ricoverato nel reparto infettivo di Galatina. Si tratta di un ex professore di Soleto, molto conosciuto in paese. Era tra gli ospiti della struttura risultato positivo al Covid-19. Le sue condizioni di salute si erano aggravate nei giorni scorsi ed era stato trasferito in ospedale, dove poi è morto.

Proprio nelle scorse ore, intanto, si è appreso che la RSA in cui tutto è accaduto, il ministero ha deciso di inviare gli ispettori per indagare sulla gestione dell'emergenza Covid in correlazione a una serie di decessi (dieci, come detto). La struttura salentina è tra quelle che hanno registrato il maggior numero di contagi, anche tra il personale, tanto da richiedere l'immediato affidamento della gestione alla Asl.

Da Soleto al Trivulzio fino ai noti casi lombardi, le RSA sono diventate vere e o proprie trappole su cui ora si indaga. "Le ispezioni stanno partendo - ha spiegato nelle scorse ore il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri in un'intervista a Repubblica - gli inviati del ministero chiederanno informazioni dettagliate e verificheranno tutti gli atti, avvalendosi anche dell'aiuto dei Nas".

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E l'ansia cresce anche a livello regionale: le residenze sanitarie per anziani si stanno trasformando in focolai di coronavirus e nella task force regionale serpeggia preoccupazione sia per le condizioni di salute degli ospiti sia per la possibilità che il contagio venga portato all'esterno. In tutta la Puglia ci sono circa 150 Rsa, le Asl in molti casi si stanno praticamente sostituendo ai proprietari nella gestione dei centri: i medici dei dipartimenti di Igiene e prevenzione non fanno in tempo a riportare alla normalità una situazione che, immediatamente, si apre un altro fronte. Ecco perché c'è una stretta da parte della Regione per chiudere i cluster prima che la situazione possa degenerare. La strategia ormai è quella dei tamponi a tappeto su tutti gli anziani.

Soleto non è un caso isolato, ci sono problemi in quasi tutte le province: l'elenco è lungo e contempla la casa di riposo don Guanella di Bari, dove un'anziana è deceduta e sono stati contagiati anche diversi ospiti, il direttore ed il medico della struttura; il centro anziani e disabili Nuova Fenice di Noicattaro con 25 contagiati; il centro di riabilitazione Giovanni Paolo II di Putignano con 22 positivi tra ospiti ed operatori; la residenza San Raffaele di Troia con 22 contagiati; il Centro San Raffaele di Ceglie Messapica con 6 contagiati; la Rsa Il Girasole di Bovino con 34 contagi complessivi; la casa di riposo Celestino Gallucccio di Galatina con un paziente positivo. Ieri nel Foggiano si è aperto un nuovo focolaio in una residenza per anziani con una ventina di pazienti e sei operatori contagiati. Tra gli ospiti si è registrato anche un decesso. È accaduto nella casa di riposo Sacro Cuore di Torremaggiore, nella cui struttura ci sono 28 anziani, mentre sono 16 gli operatori sanitari in servizio dei quali 6 con tampone positivo e posti in isolamento nelle rispettive abitazioni, 3 risultati negativi e gli altri 7 sono in attesa dei risultati. «L'Asl chiarisce il sindaco Emilio di Pumpo - ha tempestivamente provveduto a mettere in sicurezza la struttura per anziani. I pazienti positivi sono rimasti quasi tutti nella casa di riposo e sono in ottime mani. La situazione - ribadisce - al momento sembra essere sotto controllo. Don Giuseppe Ciavarella, portavoce della casa accoglienza Sacro cuore dell'associazione onlus Madre della carità di Torremaggiore, ha più tardi comunicato che uno degli anziani è morto all'ospedale di san Giovanni Rotondo, dove era stato ricoverato da tre o quattro giorni, altri 3 sono ricoverati e 19 sono positivi ma rimangono nella casa di riposo». Don Ciavarella ha chiesto la presenza costante degli specialisti pneumologi della Asl nel centro: «Ormai la struttura è praticamente impostata come una realtà Covid - spiega - con la presenza regolare dei medici e l'assistenza degli infermieri e degli operatori socio sanitari e con tutto quello che serve per poterla gestire. Da questo punto di vista la situazione è confortante».

Nelle scorse ore, il coordinatore scientifico della task force, il professore Pierluigi Lopalco, ha ammesso: «Abbiamo il massimo livello di allerta sulle Rsa perché in Puglia sono tante, dobbiamo fare in modo che non si accendano altri cluster. Quelli che si sono accesi li stiamo chiudendo perché sono stati fatti gli interventi». Nei giorni scorsi, il capo dipartimento Vito Montanaro ha convocato in teleconferenza i rappresentanti di categoria delle strutture (Rsa, Rssa) per fare il punto della situazione: la Regione sta procedendo con una verifica su tutti i centri per evitare di arrivare impreparati alla prossima emergenza. L'assessorato ha chiesto alle Rsa di allestire aree separate in cui accogliere gli eventuali contagiati e di effettuare un monitoraggio del personale e delle attrezzature. Diverse strutture sono ormai allo stremo per carenza di personale, tra dipendenti che si sono ammalati e altri che sono stati messi in quarantena. «Non permettere la diffusione del virus nelle residenze sanitarie assistenziali è una priorità assoluta, come stiamo ripetendo da settimane e come abbiamo ribadito in tutte le sedi istituzionali, sia nelle conferenza con il presidente del Consiglio che nella conferenza Stato Regioni. Tutte le strutture devono essere in grado di funzionare in sicurezza e con efficacia. Per questo abbiamo chiesto alle Regioni di comunicare tempestivamente alla Protezione civile, attraverso il monitoraggio delle Asl, quali sono le Rsa in condizioni di maggior criticità e quali sono le necessità più urgenti», ha annunciato ieri il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.

In una circolare interna, indirizzata a tutti i direttori generali e sanitari di Asl e ospedali, firmata dal direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, e dal coordinatore della task force scientifica, Pierluigi Lopalco, la Regione Puglia ha ribadito le disposizioni relative all’esecuzione dei tamponi per rilevare il contagio da coronavirus, individuando le categorie alle quali va effettuato: caso clinico sospetto sintomatico o paucisintomatico e tutti i suoi contatti a rischio, cioè familiari, ospedalieri-assistenziali e/o comunitari sintomatici o paucisintomatici. Rientrano tra le categorie che hanno priorità di esecuzione gli operatori sanitari esposti a maggior rischio; gli operatori dei servizi pubblici essenziali non sanitari sintomatici; e gli operatori, anche asintomatici, delle Rsa e altre strutture residenziali per anziani, solo dietro indicazione del dipartimento di prevenzione se è stato accertato un focolaio. Per quanto riguarda i test rapidi e quelli sierologici che utilizzano altre metodologie, Lopalco e Montanato sottolineano che «risultano importanti per la ricerca e valutazione epidemiologica della circolazione virale», mentre non sono ritenuti attendibili per la diagnostica.


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