Risoluzione dell'Europarlamento: più soldi ai coltivatori per i danni

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Giovedì 21 Maggio 2015, 10:15
La strategia adottata finora contro la xylella non ha dato buoni frutti, perciò va ripensata. Servono aiuti per gli agricoltori in ginocchio a causa dei danni provocati dal batterio e serve, soprattutto, un’azione di ricerca che aiuti ad accertare le cause di contagio degli ulivi del Salento. «Maggiori controlli alle frontiere, indennizzi agli agricoltori e potenziamento della ricerca»: questi i tre punti principali della risoluzione comune sulla xylella fastidiosa approvata ieri a larga maggioranza (507 sì, 115 no, 37 astensioni) dal Parlamento Europeo e firmata da Popolari, Socialisti e Democratici, Conservatori e Liberaldemocratici.



Gli eurodeputati riuniti a Strasburgo hanno sollecitato la Commissione, che nel frattempo ha pubblicato la nuova “Decisione di esecuzione”, e il Consiglio a “compensare” i coltivatori per le misure di eradicazione e la perdita di reddito, e hanno invitato l’esecutivo comunitario a «utilizzare tutti i fondi e gli strumenti possibili per aiutare la ripresa economica delle zone colpite e per incoraggiare i coltivatori ad adottare misure preventive». È stato anche suggerito di «promuovere e intensificare gli sforzi nella ricerca, accrescendo la collaborazione internazionale e occupandosi con urgenza della questione». Motivo per cui secondo l’Aula sarebbe opportuno «mettere a disposizione dei fondi per la ricerca scientifica» sul batterio killer degli ulivi.



Il Parlamento europeo dunque viene incontro alle richieste di associazioni agricole e ong, anche con un richiesta volta a salvaguardare il territorio. Infatti, la risoluzione sostiene che il sistema di controllo fitosanitario ufficiale dell’Ue «dovrebbe essere rivisto e, se necessario, la Commissione dovrebbe introdurre misure per le importazioni più restrittive». Non solo. Il Parlamento ha chiesto anche un aumento dei mezzi a disposizione per individuare gli organismi nocivi alle frontiere dell’Ue, suggerendo agli Stati membri di intensificare i controlli per «prevenire la diffusione della xylella oltre le zone già delimitate». Strasburgo ha chiesto, inoltre, a Commissione e Stati membri di sviluppare «campagne di informazione» e creare un «sistema di allerta».



L'eurodeputato Paolo De Castro (Pd) promotore della risoluzione, ha invitato ad «agire subito». «Alla Commissione Ue - ha sottolineato l’europarlamentare - chiediamo di rafforzare la decisione del 28 aprile con un più forte controllo delle frontiere Ue, visto che non siamo stati capaci di intercettare il batterio». Sollecitata, inoltre, «più attenzione alla ricerca», con maggiori fondi per scoprire come contrastare la xylella fastidiosa, e aiuti agli agricoltori, che - ha insistito De Castro - non hanno alcuna colpa, stanno pagando conseguenze di danni e costi aggiuntivi: per loro vogliamo un aiuto concreto».



Sulla battaglia per il contenimento, l'ex presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Ue ed ex ministro dell’Agricoltura ha affermato di considerare «molto dure le decisioni sugli abbattimenti prese dal Consiglio Ue, ma - ha spiegato - vanno applicate» ed in maniera molto seria, dando la possibilità in zone in cui bisogna convivere, come nella Provincia di Lecce, di contenere l'espansione del vettore con le buone pratiche agricole, non con la chimica. Gli Usa - ha concluso De Castro - investono 40-45 milioni di dollari all'anno da decenni per sconfiggere la xylella, è ambizioso pensare che in pochi mesi o in pochi anni la Ue possa dare una risposta. Però agendo sull'insetto vettore si può limitare del 90-95% la propagazione del batterio».



Il voto di ieri ha rappresentato un buon risultato, secondo il presidente della commissione Ambiente, Giovanni La Via (Ppe). «Ritengo che l’eradicazione nella cosiddetta “zona cuscinetto” sia una soluzione necessaria per fermare la diffusione del contagio, ma vanno affiancate misure adeguate di risarcimento per gli agricoltori». Invece, per l'eurodeputato verde francese e membro della commissione agricoltura José Bové, la Commissione Ue ha preso «misure troppo timide per combattere la xylella», motivo per cui «l'urgenza è mettere in quarantena le zone toccate nella provincia di Lecce perché questa malattia non raggiunga altre regioni più a nord» dell'Italia e «altri paesi produttori del sud come Spagna, Grecia e Francia».

M.C.M.