Mafia, in Puglia un trend in crescita: la fotografia nella relazione semestrale della Dia

Mafia, in Puglia un trend in crescita: la fotografia nella relazione semestrale della Dia
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Giovedì 14 Settembre 2023, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 07:24

Una mafia "degli affari". E' il quadro della mafia pugliese che emerge dalla Relazione semestrale della Dia relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso del II semestre del 2022. Un'analisi che, in realtà, non fa che confermare quanto emerso anche in precedenza in relazione alla Puglia.

La relazione semestrale Dia

«La parcellizzazione e il dinamismo dei fenomeni associativi - si legge nella relazione della Dia - continuano a caratterizzare l'intero scenario mafioso pugliese in cui le diverse costellazioni di clan e di sodalizi, tra loro in altalenanti rapporti di conflittualità ed alleanze, proseguono il loro percorso in ascesa verso l'acquisizione di forme imprenditoriali sempre più complesse e strutturate. Le organizzazioni criminali della Regione, infatti, benché continuino ad esercitare variegate modalità di controllo militare del territorio, sembrerebbero orientarsi verso l'attuazione di un mirato ed evoluto modello di mafia degli affari». 

Un fenomeno in crescita

«I dati contenuti nelle Relazioni sull'Amministrazione della Giustizia, presentate in occasione dell'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2023 presso le Corti di Appello di Bari e Lecce, confermano il trend in crescita delle mafie pugliesi nella tradizionale distinzione tra mafie foggiane, camorra barese e sacra corona unita. - continua la relazione - Le attività di analisi e di indagine del semestre documentano anche come il polimorfismo mafioso non pregiudichi forme di simbiosi e sinergiche strategie, funzionali al soddisfacimento di comuni interessi illeciti ed altamente remunerativi». «I percorsi di infiltrazione mafiosa nei circuiti economico-imprenditoriali traggono origine dal considerevole afflusso di capitali illeciti derivanti dal traffico, anche internazionale, di stupefacenti e dagli ingenti profitti discendenti dalla recrudescenza del fenomeno estorsivo, attuate con prevaricanti strategie intimidatorie dalle organizzazioni criminali pugliesi ai danni di attività imprenditoriali e commerciali. - prosegue la relazione - Le accennate interazioni con le mafie storiche interessano, ad esempio, i clan della provincia di Barletta Andria Trani (BAT) che sembrerebbero interloquire non solo con le realtà criminali del territorio dauno e barese, ma anche con quelle di origine calabrese e campana».

Il focus su Foggia

«La mafia foggiana starebbe dimostrando un'elevata capacità di penetrazione nel tessuto imprenditoriale e all'interno degli Enti locali come documentato dagli scioglimenti per infiltrazioni mafiose di importanti Consigli Comunali tra i quali, più di recente, quello di Foggia». È quanto si legga nella relazione della Direzione investigativa antimafia, con riferimento al secondo semestre del 2022 in provincia di Foggia. «Le compagini mafiose in Capitanata, favorite dalla diffusa omertà nel locale contesto sociale, si distinguono - evidenziano dalla Dia - per la loro impenetrabilità derivante dalla rigida struttura familistica e per il loro forte radicamento territoriale».

Le indagini hanno fatto emergere per i clan foggiani «l'adozione di modelli tendenzialmente federati in grado di influenzare le dinamiche criminali non solo delle altre aree della provincia, come il Gargano e l'Alto Tavoliere, ma anche di altre regioni quali l'Abruzzo e il Molise» . Nella relazione è sottolineato come «l'approccio marcatamente imprenditoriale dell'infiltrazione mafiosa è ricavabile dalla capacità dei vari clan di stare al passo con la modernità, assumendo le caratteristiche di una mafia camaleontica in grado di essere contestualmente rozza, feroce e affaristicamente evoluta». Nel secondo semestre del 2022 la conferma di possibili infiltrazioni tra le istituzioni, secondo la Dia, «perviene dalla nomina da parte della Prefettura di Foggia, della Commissione di accesso nel Comune di Orta Nova a seguito di alcuni omicidi commessi in quel territorio nei mesi di settembre e ottobre 2022». Il Prefetto di Foggia Maurizio Valiante ha anche sottolineato come risulti necessario «innalzare la soglia di attenzione da parte delle Istituzioni, attraverso iniziative ed interventi preventivi, utili proprio ad impedire tali infiltrazioni e i rischi corruttivi» nel periodo storico in cui anche il territorio foggiano «beneficerà delle ingenti risorse per l'attuazione degli interventi del Pnrr».

Il focus su Bari

La criminalità barese si contraddistingue per la mancanza di un vertice comune, nonché per la presenza di forti tensioni e conflitti tra i vari clan che, periodicamente, sfociano nella commissione di omicidi finalizzati a contrastare le consorterie avversarie«. È quanto emerge dalla relazione della Direzione investigativa antimafia per il secondo semestre del 2022, con riferimento alla criminalità organizzata in Puglia. Nel periodo preso in esame dalla Dia »le frequenti divergenze fra le compagini mafiose baresi e le guerre di potere per il controllo del territorio continuano a rappresentare il leitmotiv degli eventi criminosi cittadini«. Citate, in questo senso, le tensioni registrate »nel quartiere San Paolo tra le compagini degli Strisciuglio e dei Misceo-Montani, «nonché dai contrasti storici tra il 'clan della lunà e i Parisi-Palermiti». Gli esiti delle inchieste concluse nel semestre confermerebbero inoltre «le capacità del clan Parisi- Palermiti» di infiltrarsi nel «tessuto economico e sociale del capoluogo pugliese, di saper intessere relazioni con professionisti, imprenditori ed amministratori locali capaci di agevolare il perseguimento degli interessi criminali del clan». Oltre a quelli che sono i contrasti aperti tra i vari clan della città, le indagini hanno rilevato «uno stato di fibrillazione interno al clan Strisciuglio i cui diversi gruppi subordinati, spesso in competizione tra loro, nutrono persistenti mire espansionistiche». Nelle realtà mafiose della provincia poi si estende, viene evidenziato dalla Dia, la «longa manus delle organizzazioni criminali della città di Bari mediante fidati referenti o l'affiliazione di alcuni soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei singoli Comuni».

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