Stretta sul reddito di cittadinanza, arriva l’assegno di inclusione. Con il decreto lavoro il governo Meloni cambia la rotta sul sostegno alla lotta alla povertà, per numeri che - stando agli ultimi dati dell’Inps - riguardano oltre 245mila persone in Puglia.
Per i beneficiari non occupabili il Reddito di cittadinanza continuerà ad esistere fino alla fine del 2023, senza il limite delle sette mensilità introdotto della legge di Bilancio. Per i soggetti occupabili, cioè coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come fragili, è prevista la decadenza dal beneficio del Reddito nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente: a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale; a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio. Per evitare il godimento irregolare del beneficio, sono previsti un adeguato regime sanzionatorio e una specifica attività di vigilanza da parte del personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dell’Inps, della Guardia di finanza e dei Carabinieri. I datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari potranno fruire, a determinate condizioni, di incentivi nella forma di un esonero contributivo previdenziale. Ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80 per cento di quello riconosciuto ai datori di lavori.
L'assegno di inclusione
La novità si chiama invece assegno di inclusione, che arriverà dal primo gennaio 2024, e sarà rivolto alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60.
Introdotto dal governo Conte I, il reddito di cittadinanza aveva fatto registrare un’impennata sul numero di beneficiari, proprio in concomitanza con la pandemia. La conferma arriva dall’osservatorio economico Aforisma, basato appunto su dati Inps. Nel 2019 il Reddito di cittadinanza aveva riguardato 91.331 nuclei familiari e 244.770 persone coinvolte, per un importo medio mensile di 535,90 euro. L’anno successivo, con l’arrivo della pandemia, il boom di domande: 128.945 nuclei per 327.634 persone e un importo medio di 566,64 euro.
Nel 2021 la misura è stata garantita per 143.265 nuclei e 346.464 persone, per un importo medio cresciuto ulteriormente, fino a 579,46 euro. Situazione sostanzialmente invariata nel 2022, con 141.096 nuclei e 330.762 persone, per un importo medio di 578,77 euro.
Il netto miglioramento della situazione rispetto alla diffusione del virus e, soprattutto, i maggiori controlli per bloccare l’erogazione del sussidio a chi non avesse i requisiti (molte sono state le irregolarità rilevate, negli ultimi mesi, ultimo solo in ordine di tempo il casodi ieri a Bari) hanno fatto calare i numeri del 2023: i nuclei coinvolti sono 106.737, per un totale di 245.355 persone. L’importo medio, tuttavia, ovviamente cresce, con 593,91 euro.