Puglia, previsti 72mila assunzioni fino a gennaio: manifatturiero ed edilizia “benzina” della ripresa

Puglia, previsti 72mila assunzioni fino a gennaio: manifatturiero ed edilizia “benzina” della ripresa
Puglia, previsti 72mila assunzioni fino a gennaio: manifatturiero ed edilizia “benzina” della ripresa
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Martedì 23 Novembre 2021, 05:00

Oltre 72mila assunzioni previste fino a gennaio nel prossimo anno in Puglia. A fare da padrone il capoluogo: Bari ne assorbe quasi la metà. Tra le entrate previste, la maggior parte si indirizzerà in aziende piccole, cioè fino a 49 dipendenti. Ma, scavando nei freddi numeri, una grande fetta di queste opportunità è instabile. Lo si può desumere dallo specchietto relativo al mese corrente dove solo il 15 per cento delle entrate è a tempo indeterminato o di apprendistato.

Il rapporto di Unioncamere

Il costante aggiornamento delle rilevazioni mensili del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, restituisce una fotografia attuale del mondo del lavoro e delle imprese nella nostra regione. Le analisi si focalizzano sulle principali caratteristiche delle entrate programmate nel mese di novembre 2021, ma ancora più interessante è lo sguardo sulle tendenze occupazionali per il periodo novembre 2021 - gennaio 2022.

E ricalca un po’ quelle preoccupazioni avanzate dalle organizzazioni sindacali in queste settimane: ossia, un aumento delle opportunità lavorative dovuto però soprattutto a un lavoro precario.

Tant’è che anche nell’ultimo report di Bankitalia a quel più 6,5 per cento di Prodotto interno lordo registrato nel primo semestre dell’anno, che aumenta le redditività e l’autofinanziamento delle imprese, fa da contraltare il dato dell’87 per cento di assunzioni rappresentate da contratti a tempo determinato. Torniamo alle stime di Unioncamere. Le entrate previste nel periodo novembre 2021-gennaio 2022 sono 72.740: più di 24mila nel settore industriale (13mila nel manifatturiero e 11mila nelle costruzioni) e oltre 48mila nei servizi (principalmente nel commercio e nei servizi alle imprese).

Di questa cifra totale, la maggior parte si indirizzerà in aziende piccole, cioè fino a 49 dipendenti: in questa fascia, infatti, sono previste 52mila assunzioni sulle 72mila totali. Se si guarda alle singole province, quella quota di oltre 72mila ingressi è scorporata così: la maggiore fetta di assunzioni si prevede sul capoluogo, ossia a Bari dove le entrate previste nel periodo novembre 2021-gennaio 2022 sono 33.380. A seguire, c’è la provincia di Lecce con 14.140 ingressi nel trimestre. A seguire Foggia (9.420), Taranto (9mila) e Brindisi (6.800). Se si guardasse solo ai paragoni tra assunzioni sui precedenti periodi, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso (quindi novembre 2020-gennaio 2021) ha un saldo positivo di più di 32mila unità. Mentre è di oltre 20mila addetti rispetto a novembre 2019-gennaio 2020.

Il focus su novembre

Un focus sul mese corrente in cui sono state programmate in Puglia circa 24.040 entrate: per un circa un quarto interesseranno giovani con meno di 30 anni, il 13% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato e le tre figure professionali più richieste concentreranno oltre un terzo delle entrate complessive previste. Interessante il confronto con l’area del Sud e Isole dove le assunzioni a novembre saranno 115.800 e complessivamente in Italia invece circa 465.000. Ma, a breve e medio termine, si ripropone un tema. Quello cioè della difficoltà tra incrocio e domanda: in 32 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Una tendenza nazionale che nelle ultime settimane ha suscitato l’allarme di diversi settori.

La mancanza di professionalità

La mancanza di candidati è la motivazione prevalentemente segnalata dalle imprese (22%), seguita dall’inadeguata preparazione dei candidati (13,6%). Le maggiori difficoltà si riscontrano nella ricerca di profili per le aree aziendali “Installazione e manutenzione”, “Sistemi informativi”, “Progettazione e Ricerca e Sviluppo”, “Produzione beni ed erogazione servizi” e “Trasporti e logistica”. Ed è proprio il mancato aggancio tra domanda e offerta uno dei problemi principali anche in ottica del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Tra i profili più difficili da reperire, l’ultimo “Borsino Excelsior delle professioni” segnala: i fabbri e i fonditori (rispettivamente 61,7% e 57,8%), gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali, gli artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, gli artigiani e operai specializzati di installazione e manutenzione attrezzature elettriche e elettroniche, i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni. Come si può notare, un quadro molto variegato che necessita di una soluzione strutturale per evitare di disperdere l’occasione di rilancio dettata dall’agenda del Pnrr.

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