Processo escort, Berlusconi a Tarantini: «Devo fare la corte all'Arcuri». Fitto: «Resta il dissenso politico ma fango mediatico sul Cavaliere»

Processo escort, Berlusconi a Tarantini: «Devo fare la corte all'Arcuri». Fitto: «Resta il dissenso politico ma fango mediatico sul Cavaliere»
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Venerdì 6 Marzo 2015, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 18:31

Il «sogno» di Gianpaolo Tarantini era quello di far prostituire insieme Manuela Arcuri e Francesca Lana (coimputata nel processo sulle escort in corso a Bari) con il presidente Silvio Berlusconi. La circostanza viene raccontata dagli stessi protagonisti in alcune telefonate intercettate dalla magistratura barese ed ora trascritte integralmente (con file audio allegato) dal perito nominato dal tribunale dinanzi al quale si sta celebrando il processo escort.

Ad assicurarsi della "presenza" delle due donne è anche Berlusconi che chiede a Tarantini: «Francesca fa le cose in due?». L'organizzazione di una serata con le due attrici inizia nel gennaio 2009. Ne parlano al telefono l'ex premier e "Gianpi": «Cena a quattro?» chiede Berlusconi. «Sì, io preferirei di sì, - gli risponde Tarantini - perchè se la facciamo in pochi, sono pure più.., .. meno imbarazzate». La serata sfumerà per impegni istituzionale dell'allora premier e di nuovo, l'11 febbraio, perchè a cena c'è il fratello del premier, Paolo Berlusconi, amico del manager della Arcuri, Tarallo.

Se ne torna a parlare il giorno dopo. «Un'altra volta la chiamerò io, le faccio un po' di corte...- dice Berlusconi riferendosi alla Arcuri - che non l'ho mai chiamata.., non le ho mai fatto la corte al telefono...». «No, ma la chiami, - dice Tarantini - perché come le avevo detto l'altra volta..., pure Francesca si è messa a piangere in macchina..., una tragedia è successa... (ride)». Berlusconi: «... perchè si è messa a piangere?». Tarantini: «... perchè Francesca voleva rimanere con lei..». B: «.. mamma mia..., mi dispiace...». T: «... no, pure a me dispiace, perché..., voglio dire...». B: «... no, mi dispiace, per loro, perchè... se Francesca voleva restare...; ma davvero loro fanno le cose in due? bohu?». T: «... si, però, Presidente non lo dica...». B: «... no, no, assolutamente...; no ma io non dico mai niente, io sono un tipo riservatissimo...». T:«... lo so, lo so, lo so..». B: «. va bene...». T: «... ma erano proprio organizzate... erano 10 giorni che stavano sempre a parlare...».

La serata non si concretizzerà neppure questa volta e, anzi, alcuni giorni dopo Berlusconi definisce la Arcuri «cancellata». «Ho visto una cosa bruttissima..

della Arcuri..» dice Berlusconi in una intercettazione del 18 febbraio 2009. «Ha fatto una cosa veramente scema - spiega a Tarantini - con le Iene.., le hanno detto, 'eh.. ma è vero che ha avuto rapporti con tutti questi..', le hanno messo giù una quindicina di nomi tutt'intorno.. lei si è seduta, e di ciascuno, senza far sapere chi era, (incomprensibile), 'ah, questo qua, sì, sì..; ah, questo qui? no.., questo è andato bene, non ha fatto flop la prima notte..; no, no, questo è bravo..'; una figura da tr..; ridendo anche in un modo così, sguaiato.., (fa il verso della risata) così, che mi è veramente.., mi è veramente.. scaduta totalmente.., non riesco a capire come una possa essere così poco intelligente da andare a fare la figura pubblica della tr.. e anche con quella risata.. da.. da.. da.. prostituta da strada .. una cosa pazzesca..». «Pensi che quella si era.., (ride) si era.., voleva star lì, quella sera..» ricorda Tarantini. «E meno male che non è stata qui - dice l'ex premier - perchè se no mi sarei sentito imbarazzato di essere andato con una tr... così.. vabbè, cancellata..».

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Le reazioni - «Sono note le ragioni del mio dissenso e della battaglia politica che, dentro Forza Italia, sto conducendo in modo aperto e trasparente insieme a tanti colleghi, e con tanto entusiasmo e sostegno in tutta Italia. Detto questo, sono indignato per l'ulteriore ondata di fango mediatico scagliato verso Silvio Berlusconi. Credo che, indipendentemente da ogni posizione politica, tutti, a partire dagli esponenti dell'attuale Governo e dell'attuale maggioranza, dovrebbero riflettere sui rischi connessi a questo genere di operazioni, chiunque ne sia il bersaglio». Lo afferma Raffaele Fitto, eurodeputato di Fi.

«Probabilmente come scrive Sansonetti oggi su "Il Garantista", le intercettazioni in Italia sono diventate uno strumento di lotta politica piuttosto che una necessità per le indagini giudiziarie, altrimenti non si spiega la diffusione delle conversazioni private di Silvio Berlusconi. Si tratta, infatti, come rileva perfino il quotidiano dei Vescovi, "Avvenire", di «vecchie intercettazioni irrilevanti e pruriginose diffuse ad arte e con straordinario tempismo da chi non saprebbe in che altro modo fermare il leader di Forza Italia che proprio oggi recupera la piena agibilità politica per riprendere la guida del centrodestra» Lo afferma la deputata di Forza Italia, Renata Polverini.

«Al di là del forte confronto politico in corso in Forza Italia (al quale, insieme con Raffaele Fitto e con tanti colleghi, stiamo dando un contributo di idee ed energie per costruire il centrodestra liberale del futuro), sono molto dispiaciuto per la valanga di intercettazioni messe in circolazione con il chiaro effetto di attaccare sul piano personale Silvio Berlusconi. In nessun Paese occidentale circolano intercettazioni su aspetti penalmente non rilevanti. E sarebbe bene che tutti lo ricordassero». Lo afferma Daniele Capezzone, deputato di Fi.

«Stupisce il sincronismo fra l'emergere di un certo tipo di intercettazioni e il ritorno a una parziale agibilità politica di Berlusconi». Lo sostiene Sandra Savino (Fi). «Una coincidenza che sinceramente fatichiamo a riconoscere come casuale - prosegue - ma che non riuscirà neanche questa volta ad abbattere un uomo che ha saputo contrastare un'azione giudiziaria che anche in questa occasione si sta rivelando politica. Senza considerare, poi, le centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici spesi per spiare conversazioni sulla cui effettiva rilevanza penale ci sarebbe molto da discutere e che sinceramente appaiono molto meno gravi dei tanti fatti di criminalità che colpiscono gli italiani - conclude Savino - e che rimangono troppo spesso senza colpevoli».

«Ancora una volta la norma del codice di procedura penale in cui si prevede la distruzione delle intercettazioni penalmente irrilevanti è rimasta lettera morta e centinaia di telefonate private del presidente Berlusconi, rubate dal cellulare sei-sette anni fa, sono state rese pubbliche. A parte la miseria e l'inciviltà di questo ennesimo atto, vera e propria persecuzione giudiziaria contro l'avversario politico, non si possono non nutrire perplessità in merito al tempismo dei giudici di Bari essendo alla vigilia del termine dell'affidamento ai servizi sociali del leader di FI». Lo afferma Pino Galati, deputato di Fi. «Ormai - prosegue - gli italiani hanno capito che simili intercettazioni, fornite dai magistrati alla stampa, sono utilizzate illegittimamente come strumento di lotta politica e dunque sono certo che, alla luce di ciò, chi rimane screditato e indebolito sia solamente chi ha consentito una tale operazione. A questo punto, credo che non possa più essere rimandato il momento di ricostruire, di rilanciare il partito, di tornare tra la gente, tra i giovani, tra gli imprenditori, tra le famiglie. Ora che il presidente riacquista in pieno la libertà, torni tra il suo popolo per realizzare un nuovo progetto di centrodestra che guardi lontano. Con Raffaele Fitto, oggi siamo in Calabria nell'ambito del tour dei "Ricostruttori" per dare il nostro contributo a questo nuovo processo, per elaborare con i cittadini una proposta alternativa e seria alle politiche fallimentari del governo Renzi».

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