Pos, niente tetto sui pagamenti per 167mila dispositivi in Puglia

Pos, niente tetto sui pagamenti per 167mila dispositivi in Puglia
di Massimiliano IAIA
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:07

Molto rumore per nulla. Dopo gli annunci dei giorni scorsi, il governo ha fatto dietrofront sul tetto per i pagamenti digitali: è stato soppresso infatti il limite di 60 euro entro il quale gli esercenti potevano rifiutare transazioni con bancomat e carte. La spunta, consumatori in testa, chi riteneva che il tetto non fosse certamente una tutela per chi spende, costringendo a pagare in contanti anche per cifre basse. I commercianti non possono che incassare - è il caso di dirlo - solo la retromarcia governativa, ma chiedono ugualmente che l’esecutivo mantenga l’impegno sull’abbattimento delle commissioni.

I Dati


In Puglia il numero di Pos supera quota 167mila, in calo rispetto all’anno prima, a fronte dei 1.794 Atm, cifra sostanzialmente invariata rispetto all’anno passato.
Le transazioni effettuate con il Pos sono in aumento e, dunque, cresce anche il valore complessivo del transato tramite carte di credito. A fronte degli obblighi precedentemente introdotti dal governo, negli anni c’è stato un incremento crescente dei dispositivi e anche degli utilizzatori dei pagamenti digitali, soprattutto per la carta di debito o bancomat
«La riformulazione delle novità sui pagamenti con Pos dovrebbe integrarsi con le misure già in vigore», afferma il data analyst Davide Stasi. «Con il Decreto Aiuti quater il governo ha già messo in campo un bonus di 50 euro per i soggetti passivi Iva tenuti alla memorizzazione e trasmissione telematica dei dati sui corrispettivi giornalieri». Coloro che adegueranno nel 2023 i registratori al sistema della lotteria degli scontrini avranno diritto a un credito di imposta pari al 100 per cento della spesa sostenuta, con un massimo di 50 euro per ciascun apparecchio. L’articolo 22 del Decreto Fiscale 2020, poi, prevede un credito d’imposta per le commissioni addebitate per le transazioni effettuate tramite carte di credito, di debito o prepagate: dal 30 giugno scorso, data di entrata in vigore delle sanzioni in caso di rifiuto da parte di commercianti e professionisti, il suo valore è sceso dal 100 al 30 per cento. A beneficiare dell’agevolazione sono gli operatori con ricavi e compensi entro i 400mila euro. 

Il Confronto


Nel giro di vent’anni, anche in Puglia i numeri legati alla diffusione dei Pos sono cresciuti in maniera esponenziale: nel 2000 erano 18.592, mentre al 31 dicembre 2020 - data che riguarda l’ultima rilevazione - gli apparecchi esistenti nel territorio regionale erano 167.368, per un incremento pari al 900% (in media una crescita di circa 7.500 strumenti all’anno). Come sempre, considerando anche la grandezza del territorio, è la provincia di Bari a far registrare i numeri maggiori, con un incremento nell’arco dei vent’anni da 8.366 a 60.690 apparecchi. Segue, con 36.623 Pos, il Salento, seguito da Foggia (21.380), poi Taranto (20.676), Brindisi (17.017) e Bat (10.982). Dei 1.794 Atm - ossia lo sportello automatico per il prelievo in modalità self di denaro contante che viene addebitato direttamente sul rapporto bancario - il numero maggiore è sempre quello di Bari, con 683, poi Lecce (351), Foggia (249), Taranto (225), Brindisi (165) e Bat (121).
Tra le reazioni al dietrofront del governo, si registra quella del presidente dell’Associazione Nazionale Autonomi e Partite Iva Eugenio Filograna, che qualche mese fa era intervenuto con una lettera inviata al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per chiedere di eliminare o ridurre notevolmente le commissioni sui pagamenti con le carte di credito alle aziende per limitare il tetto dell’uso del contante. «Il governo - dice Filograna - ha di fatto “ubbidito” alle disposizioni della Commissione Europea.

In realtà, le attività che ne avrebbero potuto beneficiare sarebbero state proprio le piccole e medie imprese, quelle con una media di transazioni piuttosto bassa». Ma il tema. secondo Filograna, «resta quello delle commissioni. “Gli aumenti dei prezzi al consumo hanno fatto sì che le banche e le finanziarie abbiano avuto un aumento sostanziale delle commissioni percepite per ogni transazione ai danni soprattutto delle partite iva e dei lavoratori autonomi. Ma ad essere penalizzati sono anche gli stessi consumatori. L’innalzamento della soglia dei contanti avrebbe indotto le banche e le finanziarie a ridurre le commissioni sulle carte di credito o debito». Filograna ritorna su una proposta già fatta qualche tempo fa, ovvero quella di convertire la moneta cartacea in moneta digitale per effettuare o ricevere i pagamenti in qualsiasi parte dell’Unione Europea: «Si tratterrebbe di quello che avviene per il contante con un pagamento sicuro, privo di costi, di facile utilizzo ed accettato da tutti. Si eviterebbero le commissioni bancarie sull’utilizzo della carta di credito a vantaggio delle imprese».

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