L'assessore Pentassuglia: «La Xylella? Come un'alluvione, le altre Regioni ci aiutino»

L'assessore Pentassuglia: «La Xylella? Come un'alluvione, le altre Regioni ci aiutino»
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Martedì 26 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:21

Invoca la solidarietà del Paese, delle altre Regioni. Perché per ricostruire il paesaggio che Xylella ha ridotto in cenere servirebbe un miliardo e mezzo: utopico pensare che le risorse si riescano a trovare nella manovra allo studio del Governo e necessariamente calibrata su bisogni e priorità meno localizzate. Ma per Donato Pentassuglia, assessore regionale all’Agricoltura che ieri ha partecipato al vertice in Camera di Commercio a Lecce (ne scriviamo nella pagina accanto, ndr), la ferita inferta da Xylella nel corpo vivo del Grande Salento è una ferita della Puglia intera. «Allora - dice - ci aiutino le altre Regioni». 


In che modo assessore? Ce lo spieghi. 
«La Puglia ha dato la sua disponibilità a mettere sul piatto una parte delle risorse dell’attuale e della prossima programmazione europea per aiutare l’Emilia Romagna in ginocchio a causa delle alluvioni. A noi servono 500 milioni anche soltanto per eliminare le piante secche. Un miliardo e mezzo per ricostruire economia, produzione e paesaggio: nessuno li pretende pronto cassa, siamo concreti, ma la richiesta di risorse può e deve passare da un sistema di mutua solidarietà».


Facciamo un passo indietro. In queste settimane di dibattito le associazioni agricole hanno lamentato lungaggini burocratiche che rallentano l’erogazione dei pochi fondi attualmente disponibili. Che cosa risponde?
«Per le lungaggini qualcuno deve fare mea culpa, ma non io. Le norme per l’erogazione dei fondi - che prevedevano la certificazione antimafia e la presentazione del Durc - sono frutto della concertazione del passato: non è mio costume fare lo scaricabarile, ma sulla nuova programmazione stiamo semplificando al massimo, è un fatto incontestabile.

Tuttavia non si può far finta di non sapere che le istruttorie delle pratiche si fanno secondo legge. E noi rispettiamo la legge in un assessorato in cui mancano 320 unità di personale. Ne abbiamo assunti 20 e chiesto lo scorrimento della graduatoria, ma sempre in base alla nostra capacità di spesa. Oggi i problemi da affrontare sono altri».


Quali sono?
«Le piante resistenti, poche e difficili da trovare, e il nodo dei piccoli proprietari di terreni da rigenerare. Non sono agricoltori e dunque non possono attingere ad alcun finanziamento. Troveremo altre strade e altre risorse. Lunedì ho reiterato questa richiesta al ministro Francesco Lollobrigida. Come ho detto servono 500 milioni solo per estirpare e smaltire tutte le piante secche, sebbene non capisca perché abbandonare tout court questi terreni: lo trovo disdicevole. Spesso ci si indigna perché scoppiano gli incendi e siamo costretti a evacuare le strutture ricettive, ma nessuno si indigna perché i campi sono pieni di erbacce e alberi secchi e le ordinanze regionali che impongono di pulire quei campi restano inapplicate. In questa fase è molto facile diventare impopolari, ma dobbiamo tenere il punto: snellire le procedure, trovare nuovi fondi, far rispettare le regole e affidarci alla scienza, come abbiamo fatto, per individuare le specie adatte alla riforestazione». 


A proposito delle nuove specie da reimpiantare, cosa pensa di fare? Ci sono stati studi diversi, indicazioni differenti e anche qualche fuga in avanti di privati per sperimentare, per esempio, alcuni tipi di frutta esotica.
«La diversificazione è un’occasione che non possiamo sprecare perché da essa dipende la rigenerazione non solo agricola, ma anche ambientale del territorio colpito da Xylella. Abbiamo escluso, tuttavia, tutti i tipi di frutta esotica perché richiedono troppa acqua e dunque, nella scelta delle specie, dovremo affidarci alle evidenze scientifiche consegnateci dal mondo universitario, che da tempo lavora a questo tema anche su input della Regione. Gli istituti di ricerca hanno individuato poi ben 29 cultivar pugliesi, che ci consentirebbero di produrre olio senza il pagamento del 6% di royalties: ci rendiamo conto dell’opportunità? Bisogna quindi avere ancora un poco di pazienza. Intanto, entro dicembre faremo un bando da 60 milioni dedicato esclusivamente agli impianti olivicoli e all’agricoltura di precisione e, grazie ai fondi del Pnrr e alla dotazione finanziaria stanziata dalla Giunta dieci giorni fa a valere sul fondo di rotazione, incentiveremo progetti agricoli che scommettano sul riuso dell’acqua».


Ricostruire il paesaggio impone una modifica del Piano paesaggistico territoriale regionale, la bussola della pianificazione. Come intendete procedere?
«Dobbiamo affrontare questa difficoltà oggettiva, modificando il Piano sulla scorta delle indicazioni di scienziati ed esperti, non a occhi chiusi. E dobbiamo farlo consapevoli che tornare a produrre significa anche combattere i cambiamenti climatici, la siccità, restituire linfa alla biodiversità, noi che eravamo ai primi posti per biodiversità nel Paese». 


Cosa le ha detto il ministro quando vi siete incontrati?
«Ha apprezzato il lavoro fatto dalla Regione perché ha letto le carte dell’audit europeo sulle attività degli ultimi due anni e mezzo. Mi auguro che la settimana prossima sia quella decisiva sul fronte delle norme e delle risorse da reperire. Dei 300 milioni stanziati con il decreto interministeriale, 230 erano di nostra competenza: ne abbiamo impegnato il 79%, ma siamo fermi al 48% della spesa effettiva. Ci serve solidarietà».
 

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