Max Mariola in Puglia: «I miei sette milioni di follower? Condividendo buone idee in cucina»

Max Mariola in Puglia: «I miei sette milioni di follower? Condividendo buone idee in cucina»
di Giuseppe ANDRIANI
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Giovedì 31 Agosto 2023, 05:00

«Faccio mille cose durante una giornata e mi diverto». Max Mariola è chef, consulente, presentatore in tv di programmi di cucina e influencer. Ha oltre sette milioni di followers in totale, di cui circa la metà su TikTok. Fa tv da oltre 23 anni, ma è diventato famoso grazie ai social. Quando gli si chiede se è più influencer che cuoco risponde con una battuta: «Vuole dire che mi occupo più di social che di cucina?». Del resto Mariola è così come si vede nei video. Solare, simpatico, sempre con la battuta pronta. Questa sera sarà a Bisceglie, sul palco di Digithon (dove, per altro, cucinerà), uno degli eventi più importanti della fine dell’estate in Puglia. Da lì parlerà di innovazione e cucina. Lui, cuoco, che nel tempo è diventato un punto di riferimento sui social. Nell’era degli chef-influencer. Il segreto, dice, è avere «contenuti originali e buoni, sennò la gente non ti segue». Nei propri video ci mette il concetto di cucina che porta avanti da 36 anni: l’importanza del saper fare la spesa, i prodotti di qualità e la valorizzazione del chilometro zero.

 
Chef, ha oltre sette milioni di followers tra i vari social, alcuni video diventano virali in pochissimo tempo. Ma come ha fatto?
«Ho sempre cercato di dare contenuti interessanti. Io dico: buoni contenuti di luci e di suoni. Abbiamo iniziato con Youtube e con Facebook, con i video orizzontali. Un anno fa si è bloccato tutto, perché hanno iniziato a tirare i reel. Ci siamo organizzati. Non siamo più giovanissimi ma ci abbiamo provato e da lì c’è stata una crescita soprattutto con Tiktok e Instagram. Al momento ho quasi quattro milioni di followers su Tiktok e un milione e mezzo su Instagram. Vuol dire che a qualsiasi età si può avere successo sui social, l’importante è avere i contenuti giusti, originali. Purché ci siano i contenuti». 


Chi era Max Mariola prima dei social?
«Faccio cucina da 32 anni. Ho legato l’intrattenimento alla mia professione. Non solo con i social, anche con la tv, sono 24 anni che collaboro con Gambero Rosso, dove ho condotto diverse trasmissioni. Questo è sempre stato il mio mondo».


Cucina, fa video, presenta in tv. Ma si occupa più di social che di cucina?
«Sono un po’ un casino. Nel senso: sì, cerco di fare molte cose durante una giornata. E mi diverto».


Come è cambiata la vita di uno chef famoso dalla tv ai social? Ora lei è più popolare rispetto a dieci anni fa, o no?
«Sono 24 anni che faccio tv. La cucina in tv era per un pubblico di nicchia. I social hanno cambiato il meccanismo. Solo tra Youtube e Instagram arrivo ogni mese a 20 milioni di persone. Sicuramente è tutta un’altra storia».

 
Ma lei si sente un influencer?

«Mi sento uno che vuole condividere la propria idea di cibo, di cucina.

Sono legato alla tradizione, mi piace innovare, unire queste due componenti. E voglio trasmettere questo. Penso sia importante mangiare bene. A me piace la cucina italiana di casa. Mi piace quel concetto per cui si va a fare la spesa, comprando il pane da una parte, la carne da un’altra e il pesce da un’altra parte ancora. Soprattutto al Sud funzionava così. E sono legato a questo concetto. Ha letto cosa ha detto il ministro Francesco Lollobrigida?».


I poveri mangiano meglio dei ricchi?
«Credo che in parte sia giusto come concetto, non è una questione di poveri e ricchi ma di contesto. La gente “normale” mangia meglio e spende meno se vive nei paesi e lontano dalle grandi città. Se vai al supermercato una busta di insalata costa tre euro, con un euro il fruttivendolo ti dà un chilo di lattuga. Non dobbiamo dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Abbiamo la miglior cultura culinaria al mondo, lo hanno scoperto tutti, persino i francesi. Siamo un paese fantastico. Voi in Puglia avete il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, in provincia di Brindisi. Si tratta di un prodotto eccezionale. Abbiamo tutto, ed è tutta roba stupenda».


Ma perché sui social ci sono così tanti cuochi? Sembra un’invasione.
«Perché i social sono un qualcosa che ti consente di venderti. Più hai followers, più puoi alzare il prezzo di qualunque cosa. I social sono una vetrina, come un tempo lo era la tv».


Chef, ci dà un piatto che riesca a rappresentare bene la Puglia?
«Serve un piatto che unisca mare, montagna e terra. Dico riso, patate e cozze».


Un piatto della tradizione, quindi.
«Sì, e poi permettetemi una piccola polemica».


Prego.
«Riso, patate e cozze contrasta quel dogma per cui sul pesce non ci va il formaggio. Ma chi l’ha detto? Questo piatto si fa così da sempre».
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