Lezioni, ripresa nel caos tra studenti in Dad e docenti in quarantena

Lezioni, ripresa nel caos tra studenti in Dad e docenti in quarantena
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Martedì 11 Gennaio 2022, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:34

La Puglia è tornata a scuola tra timori, incertezze e assenze significative a causa di positività al virus e quarantene fiduciarie per studenti, insegnanti e personale tecnico-amministrativo.

Aule dimezzate in tutta la Puglia

Così ieri mattina tanti banchi sono rimasti vuoti in diversi istituti di ogni ordine e grado. Dalla stima dei sindacati e dei dirigenti scolastici, solo uno studente su tre è tornato in classe nelle superiori e, addirittura, uno su due nella primaria e infanzia.

Molti ragazzi, Da Bari fino al Salento, sull'onda dell'appello lanciato online da Martina Toma, studentessa del liceo Palumbo di Brindisi, che è riuscita a raccogliere oltre 280mila adesioni a favore delle lezioni a distanza -, hanno scioperato ritenendo pericoloso il ritorno tra i banchi, considerato l'andamento epidemiologico.

Più contenute, invece, le assenze di personale docente e tecnico-amministrativo, attestate al 10% per entrambe le categorie, la cui vaccinazione ha superato abbondantemente il 90%. Ma, nonostante i numeri più esigui, i disagi legati a un rientro molto simile al primo giorno di scuola, nutrito di paure, incognite e preoccupazioni, non sono mancati. Molti presidi hanno fatto ricorso al personale presente, anche all'organico Covid, per gestire le classi sprovviste di insegnanti, in attesa delle nomine dei supplenti avvenute, in molti casi, già ieri stesso. «Siamo tornati a scuola, ma i disagi non sono mancati - ha spiegato la preside dell'Istituto Salvemini di Alessano, Chiara Vantaggiato, firmataria nei giorni scorsi, insieme ad altri 107 colleghi, dell'appello per far slittare il ritorno in classe a causa dei troppi contagi -. Nella nostra scuola sono stati assenti 27 unità dii personale su 140 totali. Per un bel po' di classi abbiamo avviato la didattica digitale integrata perché alcuni studenti sono positivi al Covid, e domani faremo il tampone ad un'altra classe perché si sospettano altri casi. Purtroppo ci sono continue segnalazioni di contagi. Come sempre faremo la nostra parte, ma i disagi non mancano». Sulla stessa lunghezza d'onda, Giovanni Casarano, preside del professionale e tecnico Lanoce di Maglie, e presidente di Anp (Associazione nazionale presidi) Lecce. «Abbiamo avuto difficoltà con le famiglie che, alla luce delle dichiarazioni del presidente Emiliano, pretendevano di diritto la Dad, anche in assenza dei motivi indicati dalle nuove norme - ha fatto sapere il dirigente scolastico -. Stiamo comunque valutando i casi in cui attivarla, soprattutto in presenza di studenti positivi al Covid o in quarantena fiduciaria perché magari in famiglia hanno qualche positivo. I disagi ci sono stati e legati alle assenze dei ragazzi e per il fatto che tutti noi ci siamo organizzati per accertare il motivo delle assenze in modo da avere un quadro più chiaro e capire come muoverci nei prossimi giorni».
Va detto che per alcuni sindaci e dirigenti scolastici si è trattato di una falsa partenza, in quanto l'impennata dei contagi «porterà nel giro di pochissimi giorni al ritorno in Dad per moltissime scuole». Ma proprio ieri il Tar Lazio bocciando l'ordinanza del governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ora dovrà riaprire le scuole, scrive la parola fine su eventuali nuove ordinanze regionali e sindacali. «La scuola sarà in presenza»: è tornato a ribadirlo il premier Mario Draghi, durante la conferenza stampa di ieri, convocata per illustrare gli ultimi provvedimenti del governo. Il presidente ha sottolineato a lettere cubitali che «la scuola è fondamentale per la democrazia» e che in Italia nel 2020 in media «ci sono stati solo 65 giorni di lezioni regolari in presenza e, in alcuni casi, addirittura 42» contro «una media di 27 giorni in Dad negli altri Stati europei con situazioni simile a quella italiana. Vogliamo che la scuola resti aperta - ha chiosato il presidente rispondendo alle domande dei giornalisti - con tutte le cautele necessarie, perché la Dad procura diseguaglianze destinate a restare e che si riflettono sul futuro della vita». E di numeri - in particolare sulle vaccinazioni del personale - e cautele ha parlato anche il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, andato a supporto di Draghi per spiegare che la Dad resta uno strumento da utilizzare nei casi previsti dalle nuove regole per le quarantene, distinte per fasce d'età.
Ma i timori da parte delle famiglie restano e alcuni genitori hanno lanciato online petizioni a favore della Dad. «Noi come Regione abbiamo fatto di tutto per assicurare la ripresa della scuola in presenza. Non dobbiamo scordare che siamo in pandemia. La Regione Puglia continua a vaccinare e secondo noi questo è l'unico antidoto» ha detto l'assessore regionale all'Istruzione, Sebastiano Leo. «I dirigenti scolastici - ha aggiunto - hanno fatto di tutto per l'entrata in sicurezza. Oggi (ieri per chi legge, ndr) indubbiamente c'è stata qualche situazione critica perché bisogna pensare che questo stato di cose va strutturato. Il nostro obiettivo resta la scuola in presenza. È chiaro che l'ansia dei genitori è quella di tutelare la salute dei loro bambini e la politica è al fianco delle loro preoccupazioni».
Per Giovanni Verga, segretario della Uil Scuola Puglia, «se il trend rimane quello di adesso, fra qualche giorno molte scuole andranno in Dad. La Regione è colpevole per non aver attivato una regia sullo screening degli studenti». Ha rilanciato, invece, il problema dei presidi sanitari, il segretario della Cisl Scuola Puglia, Roberto Calienno, sottolineando pure il disorientamento delle famiglie rispetto alle nuove regole introdotte: «Ci vuole una campagna di sensibilizzazione - ha insistito - servono i 355 operatori sanitari per i tracciamenti. Ora c'è bisogno di unità e non di contrapposizione, bisogna mettere in campo tutte le forze a disposizioni per evitare che i banchi restino di nuovo vuoti».
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