Fitto: «Emiliano approssimativo. Collaborare? Non mi vendo»

Fitto: «Emiliano approssimativo. Collaborare? Non mi vendo»
di Francesco G. GIOFFREDI
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Lunedì 4 Luglio 2022, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 15:52

Raffaele Fitto, presidente in Europarlamento dei Conservatori e Riformisti e dirigente FdI, mettiamola così: lei è sempre nei pensieri di Emiliano. Durante il forum a Quotidiano le ha anche riconosciuto onestà e correttezza in occasione della campagna elettorale 2020. Però "amici mai"?
«Sono contento che riconosca che io abbia avuto nei suoi confronti comportamenti onesti e corretti, fanno parte della mia educazione, non solo politica. Con altrettanta franchezza devo dire che in campagna elettorale non ho avuto la stessa cortesia in cambio. "Amici mai" è una bella canzone di Venditti, ma per me l'amicizia è un sentimento sacro. Io ed Emiliano non siamo amici, siamo due politici avversari che si dovrebbero rispettare».

È accesa la polemica sollevata proprio da lei su Cis Brindisi-Lecce e fondi europei. Emiliano sostiene che sulle risorse Fsc ci sia un vincolo di legge, nessuno scippo, e che finalmente il governo le sta utilizzando con le Regioni. Questa ricostruzione ora la convince?
«Francamente io non ho mai visto tanta demagogia e approssimazione. Emiliano sostiene che dico cose complicate e cito norme e regolamenti, ma è quello che dovrebbe fare chi amministra evitando di fare sempre e solo propaganda. Proprio sul vostro giornale, su questo argomento, ho lanciato una sfida a essere smentito. Ma con i numeri, non citando il grande Checco Zalone. Perché qui c'è ben poco da ridere. Basta saper leggere i dati della Ragioneria dello Stato: a fronte dei 2 miliardi assegnati con la delibera Cipe 26 del 2016 a oggi risultano impegnati 667 milioni.

Questo in soldoni significa che la Puglia al 31 dicembre può rischiare di perdere circa 1,4 miliardi di euro di Fondo sviluppo e coesione 2014/2020. Sul Cis Brindisi-Lecce, poi, sono davvero imbarazzato. Ma prima di firmarlo lo hanno letto? È scritto chiaro che le risorse previste non sono disponibili subito, ma saranno stanziate con un'ulteriore delibera Cipe».

Ora però Cis, Pnrr e nuovi fondi Ue sono un'opportunità e bisognerebbe tutti provare a collaborare.
«Sono d'accordo. Chiedo al ministro Carfagna e al presidente Emiliano di inserire nel Cis i 47 progetti contenuti nel secondo Allegato ed esclusi in questa fase e di farlo con 360 milioni dei Fsc che la Puglia rischia di perdere, è un'occasione di collaborazione non di polemica. Direi semplice».

A proposito di collaborazione. Emiliano prova a tenderle la mano, chiedendole un ruolo più costruttivo sul piano istituzionale nel rapporto con la Regione. «È un uomo di qualità», dice di lei. Nessuna cooptazione politica, ma un auspicio a collaborare per il bene della Puglia. È un invito che accetta?
«Ma secondo lei aver evitato, insieme al collega De Castro, che la Puglia perdesse i soldi del Psr lavorando per ottenere per ben due volte le deroghe cosa è? Per quanto riguarda la xylella, Emiliano dimentica di dire che quel piano - che proponemmo, in tempi utili, non oggi che è tutto devastato e sul quale vi era la convergenza dell'allora commissario all'Agricoltura giace in chissà quale cassetto. La verità è che Emiliano vuole solo inglobare tutti nel suo sistema di potere con la distribuzione di prebende ed incarichi. Deve sapere, invece, che c'è chi si oppone e non si vende, ha la schiena dritta, e non è disposto a rinnegare una storia politica per uno strapuntino personale e condanna con forza questo mercato».

Una battaglia comune potrebbe essere l'alta velocità ferroviaria fino a Lecce e i trasporti. Il problema spesso sono, anche in questo caso, le risorse. Quelle originariamente previste per la Bari-Napoli ora beneficiaria del Pnrr, dice Emiliano, «non si sa dove siano andate a finire». Lei ne ha idea? E come si recuperano fondi per colmare i gap infrastrutturali?
«Io rimango basito. Può un presidente di Regione dire non si sa dove sono andati a finire i soldi? Ma chi è? Un passante disinformato? Ma non dovrebbe essere lui a vigilare sulle risorse e dirci cosa è successo? Poi, sul punto dell'alta velocità vorrei fare chiarezza, perché sono abituato a leggere le carte, nonostante questo aspetto sia ridicolizzato. Aprimmo un dibattito vero a partire dal 2011 (con la delibera Cipe 62, ero il ministro proponente) e trovai tutti i finanziamenti necessari. Poi, sono arrivati i tagli e se la Regione non se ne è accorta è un problema molto serio. Emiliano in Conferenza delle Regioni o al Cipe, quando viene dato il parere al contratto di programma di Rfi, ha mai controllato lo stato dei finanziamenti di attuazione? Bisogna essere presenti nelle sedi preposte e non sfogarsi e protestare qui in Puglia. Il tema delle grandi infrastrutture si affronta dicendo basta con la parcellizzazione della spesa. Così come feci io con gli aeroporti di Bari e Brindisi, che hanno consentito alla Puglia di decollare: sono un esempio che rivendico».

Almeno si sente solidale con Emiliano per quanto riguarda le vicende giudiziarie che gravitano attorno alla Regione? Il garantismo per lei è un principio centrale.
«Sempre e con i miei avversari anche di più. Però provocatoriamente, ma non tanto, posso farle una domanda: se fossi stato io il presidente della Regione nello scandalo della Protezione civile, con il metro di valutazione usato nel passato cosa sarebbe successo? Se fossi stato io a nominare Lerario, ad attribuirgli tutti quei poteri, a fare conferenze stampa insieme e mettere gigantografie insieme, poi nottetempo scomparse, oggi sarei qui a fare questa intervista con lei o sarei altrove? Da anni assistiamo a un utilizzo spregiudicato delle istituzioni. Fratelli d'Italia in Regione lo denuncia ogni giorno, ma è come se qualcuno preferisse girare lo sguardo dall'altra parte. Tutto questo è pericolosissimo, anche per la nostra democrazia».

Ha visto? Emiliano sostiene che la Lega Puglia lo insegue a sinistra. È successo già alle Regionali 2020, quando forse lei non ha sentito il pieno sostegno dei salviniani?
«Ho la sensazione che circa il rapporto con la Lega Emiliano dica cose che io non so. È lui che parla sempre del suo rapporto con la Lega. Ho letto che dichiara che sia la Lega a inseguirlo a sinistra e non viceversa, «ma è pugliese quindi una Lega migliore di altre». Ribadisco, è evidente che sa cose che io non so».

Per il centrodestra, strategicamente e in proiezione 2025, sarebbe preferibile una terza candidatura di Emiliano o un diverso candidato?
«Il terzo mandato di Emiliano è un problema del centrosinistra. Io sono più interessato a quelli del centrodestra e, senza nascondersi dietro un dito, non solo non mancano, ma sono anche tanti. C'è evidentemente bisogno di avviare una discussione seria e di merito, senza polemiche estemporanee e soprattutto il più delle volte personali. Le elezioni degli ultimi anni la rendono necessaria. Essere all'opposizione non deve essere una mortificazione ma uno stimolo per una classe dirigente che vuole costruire un'alternativa seria e credibile per combattere la degenerazione dell'uso spregiudicato del potere al quale assistiamo quotidianamente. Coerenza e competenza: sono queste le chiavi alternative dalle quali il centrodestra deve ripartire».
 

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