Venti startup, dieci nel campo nella transizione ecologica ed altrettante in quello di turismo e cultura, sono pronte al percorso di affiancamento di Bravo Innovation Hub, acceleratore di impresa voluto da Invitalia che si terrà a Brindisi per la terza volta.
Il programma
I lavori partiranno questa mattina a palazzo Guerrieri ma già da ieri sera si è avuto un primo assaggio di quello che sarà il nuovo programma, con la presentazione proprio dei nuovi percorsi nella sala conferenze dell’Autorità portuale. Bravo Innovation Hub (che ha sede anche a Palermo e Cagliari, con diversi indirizzi) è finanziato attraverso i Pon imprese e competitività. Il percorso durerà dodici settimane e sarà gestito da Lventure, Cetma e The Qube. Ogni startup avrà un contributo a fondo perduto di 20mila euro, una valutazione personalizzata su punti di forza e di possibile miglioramento, accompagnamento per lo sviluppo del prodotto o servizio (dal modello di business alle nuove tecnologie), un percorso di formazione sulle competenze imprenditoriali, uno spazio di lavoro e sperimentazione nell’hub, una giornata dedicata al confronto con realtà affermate nel proprio settore, iniziative di incontro “business” ed una giornata di presentazione del progetto. E rispetto alle scorse edizioni, si registra anche una consistente partecipazione da regioni del centro e del nord Italia. Prima della presentazione ci sono stati due momenti introduttivi con un caso di scuola per tema: Luciano Belviso di Blackshape per “Tecnologie per la transizione 4.0” e Mariarita Costanza per “Turismo, cultura, wellness e sostenibilità”. Più nel dettaglio, nel primo ambito ci sono quattro startup dalla Puglia.
Le realtà
Agridatalog mette assieme agronomi, ricercatori universitari ed ingegneri informatici per inserire le nuove tecnologie nell’agricoltura, dai sensori alla “internet delle cose”; mentre OmniEnergy sviluppa prodotti di intelligenza artificiale per aumentare significativamente l’efficienza della produzione e del mercato dell’energia anche attraverso un modello chiamato Orchestra, utilizzato su impianti eolici e fotovoltaici. Dalla Puglia arriva anche Preinvel, che ha ideato il primo filtro fluidodinamico per depurare le emissioni inquinanti utilizzando solo l’aria; così come Pythagor, autrice di un software per calcolare il fatturato di bar e ristoranti, attraverso statistiche su “big data”, che poi sarà utilizzata per controllare il micro-mercato cittadino, allo scopo anche di migliorare l’offerta per la clientela. C’è poi Seozen dalla Campania, che fornisce strumenti “Seo” (posizionamento nei motori di ricerca) innovativi e supporto personalizzato alle aziende per migliorare siti web ed aumentare le vendite online, mentre dall’Emilia Romagna arriva Èlevit, che realizza una tecnologia in vetro che fa da interfaccia tra l’utente ed il venditore. Quindi, i piemontesi di Barter puntano sull’efficientamento dei magazzini, attraverso una rete di negozianti e creando un grande magazzino virtuale dove richiedere i prodotti di cui si ha necessità ed i lombardi di Displaid su un sistema di controllo, tramite sensori, per ponti e viadotti, fornendo le informazioni al cliente.