Calzolaio al passo coi tempi: grazie alla tecnologia fa le scarpe allo spreco

Alessandro Pedone
Alessandro Pedone
di Antonio SOLAZZO
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Domenica 18 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 12:40

Le basi della vecchia scuola a braccetto con l’innovazione del futuro e delle nuove tecnologie.

Vecchio e nuovo

Sono questi due degli ingredienti del successo di Alessandro Pedone, a oggi uno dei rarissimi calzolai presenti a Brindisi, capace di unire le tradizioni con gli strumenti avanguardisti: la sua attività – situata su via San Giovanni Bosco 139 – si chiama “Il Tacco d’Italia” ed è una eccellenza del territorio, un laboratorio specializzato nella manutenzione e nella personalizzazione delle calzature che funziona grazie alla voglia, alla perseveranza e alla capacità creativa e manuale del suo titolare. È qui che lui dà sfogo al suo talento e alla sua propensione per la manualità, segreti fondamentali e sfruttati a pieno nella scelta del suo lavoro.

Gli inizi

Eppure, nonostante questa introduzione, la decisione di fare il calzolaio arriva intorno ai trentacinque anni, in un momento di difficoltà e alle soglie del matrimonio. «Il mio sogno era essere indipendente e non dover dire grazie a nessuno, questo l’ho maturato nel corso degli anni, con la mia esperienza in ambito lavorativo. Quando si lavora in grosse aziende, può arrivare il momento in cui loro non hanno più bisogno di te e quindi si sacrificano i servizi tagliandoti le gambe quando non servi più, ho maturato questa consapevolezza sulla mia pelle», esordisce Alessandro Pedone. «Io ho una grande predisposizione verso la manualità e verso l’aspetto artistico, mi piace molto metterci del mio. Anni fa, quando sono rimasto per l’ennesima volta senza lavoro e alle porte del matrimonio, mi sono guardato intorno e ho cercato un lavoro che non fosse inflazionato e che potesse darmi una certa stabilità e sicurezza. Pensandoci mi è venuto in mente di fare il calzolaio, alla luce del fatto che non ce ne sono molti e che, inoltre, ho la propensione alla manualità. Ho fatto un giro per tutti i calzolai di Brindisi specificando che volevo solo imparare il mestiere senza venire pagato».

L'apprendistato

«L’unico che mi ha preso con sé - prosegue il racconto - è stato Luigi Rubino, della piazzetta dei Cappuccini, che praticamente è stato il mio maestro. Sono stato un anno a lavorare da lui, a titolo gratuito. Nel frattempo, mi sono anche sposato e, con tanta pazienza, mi svegliavo e andavo a lavorare. Anche quando ho aperto, lui mi è sempre stato vicino, mi ha insegnato tanto e mi è sempre stato vicino. Poi, per il resto, mi sono sempre attrezzato da solo puntando su strumenti all’avanguardia. Così è nata questa attività, cresciuta anche con l’aiuto di tutte le persone che mi sono accanto», spiega. Oggi “Il Tacco d’Italia” funziona, è sempre più innovativo e, allo stesso tempo, arrivano i primi risultati e le certificazioni per Alessandro Pedone, il titolare: «A mio avviso, come spesso ripeto, ci vogliono sempre le basi della old school, quelle del vecchio calzolaio. Le tecniche che vengono usate sono sempre quelle vecchie, ma ciò che distingue quello che faccio attualmente da quello che veniva fatto in passato è la capacità di stare al passo con la tecnologia».

Le differenze col passato

«Oggi, infatti, è proprio questo - sottolinea - che fa la differenza, il continuo aggiornamento, la formazione. Io, per esempio, ho avuto la possibilità di essere formato nell’ultimo anno dalla Vibram, un’azienda leader nel settore, che mi ha anche certificato come Calzolaio Premium il 1° gennaio 2024: questa società è una vera eccellenza italiana, fa tanti test in giro per l’Italia ed è una cosa veramente importante. La mia fortuna è stata quella di riuscire a inserirmi in questo ambiente. Il mio fornitore è un intermediario tra Vibram e calzolai e mi ha letteralmente aperto le porte: un giorno mi ha chiamato per annunciarmi la possibilità di fare un corso in azienda e, naturalmente, io non mi sono fatto scappare questa occasione. Dopo aver preso diverse certificazioni, di cui l’ultima la scorsa settimana, sono stato certificato come Vibram Premium. In Puglia siamo cinque, oltre me ce n’è uno a Lecce, uno a Maglie, uno a Bari e uno a Bisceglie. La cosa più bella è che si è perennemente in formazione con loro, ogni quindici giorni c’è un meeting dove si testano le varie tecnologie e le varie colle guidati da un calzolaio che fa capo all’azienda e che effettua i test».

La parte creativa

Sul finale, l’aspetto della creatività e dell’unicità, un suo marchio di fabbrica: «Per distinguerti, entrano in gioco diversi discorsi specifici. Io, per esempio, sto puntando molto sulla personalizzazione, un canale su cui sto spingendo molto e che mi sta dando dei risultati importanti che riscontro nel gradimento dei clienti. La voglia di avere un pezzo unico in questo caso fa la differenza, il cliente avrebbe così un prodotto singolare che lo rende diverso da tutti gli altri. Un determinato modello di scarpe lo possono comprare tutti, invece se lo stravolgi e lo personalizzi diventa molto più unico.

Mi piace molto questo aspetto del mio lavoro», conclude Alessandro Pedone.

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