Smart working: Salento sempre più attrattivo per i nomadi digitali

Salvatore Greco, nomade digitale
Salvatore Greco, nomade digitale
di Oronzo MARTUCCI
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Domenica 1 Maggio 2022, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:42

Ci sono nel mondo 35 milioni circa di persone che si definiscono nomadi digitali e sono attratte da uno stile di vita che garantisca maggiore libertà, flessibilità, la possibilità di lavorare ovunque grazie allo smart working, di viaggiare o di potersi spostare altrove, cercando di avere un impatto il più possibile positivo per i territori e le comunità in cui ci si sposta. E’ quanto emerge dal “Secondo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia” realizzato nel mese di Marzo 2022 dall’Associazione Italiana Nomadi Digitali - con il contributo di Airbnb - a cui hanno risposto oltre 2200 remote worker e nomadi digitali provenienti da Paesi diversi. L’Italia è molto attrattiva per i nomadi digitali, in particolare vi è una attenzione verso le città d’arte e i piccoli borghi del Mezzogiorno, da parte di una nuova generazione di professionisti senza ufficio e senza badge, nuovi “abitanti temporanei delle nostre comunità”, più consapevoli, più attenti alla qualità della vita e al proprio impatto, ambientale ed economico.

I dati

I remote worker italiani hanno una media di 40 anni, mentre gli stranieri hanno un’età media di 35 anni. Tali dati sono indicativi di una cultura del lavoro da remoto più diffusa e un livello di digitalizzazione delle professioni più avanzato all’estero. I lavoratori da remoto e nomadi digitali sono interessati a viaggiare con il partner (44%), con la famiglia o con gli amici, a volte anche con figli al seguito. E c’è chi vorrebbe fare questa esperienza di vita non lasciando a casa gli animali domestici. La maggior parte dei nomadi digitali e remote worker intervistati lavora in settori ad alto valore aggiunto, con competenze che spaziano dal mondo della comunicazione, dell’insegnamento e dell’information technology. Nel Rapporto sul Nomadismo digitale si sottolinea che “grazie alle loro competenze altamente qualificate questi professionisti potranno creare nuove e interessanti opportunità per le comunità locali e i territori che decideranno di attrarli e ospitarli. I nomadi digitali possono infatti fare da propulsore alla nascita di nuovi progetti, nuovi modelli di business, start-up e aziende innovative ad impatto sociale”. I nomadi digitali sono interessati a soggiorni di almeno un mese. E in molti casi anche di 2 o tre mesi. La promozione di tale tipo di lavoro permetterebbe di destagionalizzare i “flussi turistici”, rendendo maggiormente sostenibile l’offerta di prodotti e servizi (di accoglienza e ospitalità). In ogni caso gli ospiti prima di decidere il trasferimento vogliono avere informazioni certe sulla qualità della connessione ad Internet, costi della vita adeguati alle loro esigenze, attività culturali e la possibilità di sperimentare le tradizioni locali.

Dunque si tratta di un fenomeno che potrebbe garantire soprattutto durante la bassa stagione, la presenza di ospiti in piccoli borghi, laddove è ancora possibile trovare abitazioni con costi di affitto più bassi di quelli che vengono proposti nelle aree turisticamente rilevanti. Infatti i Nomadi digitali nelle interviste hanno evidenziato che in molti casi la permanenza in alcune località è impedita proprio dall’alto costo dei fitti.

Brindisi

In provincia di Brindisi, nel Salento e nell’area della Valle d’Itria il fenomeno del nomadismo digitale sta trovando consenso tra alcune figure professionali del mondo della moda. Nelle campagna di Cisternino vive per una buona parte dell’anno la responsabile di Vogue Giappone, la barese Anna Dello Russo. A Ostuni ha trovato casa (in campagna) Luca Fumagalli, lunga esperienza con Vuitton a Parigi e con Prada a Milano, il quale ha realizzato il marchio Officine Silentio con il quale produce abbigliamento e oggetti per la casa. E poi vi sono una serie di altri professionisti che qui trovano la possibilità continuare a lavorare con uno stile di vita più lento di quello al quale erano abituati. “Non si tratta di grandi numeri, ma abbiamo richieste di professionisti, con famiglia e bambini che soggiornano nella nostra area per periodo di una o due settimane, sottolineando che hanno bisogno di alloggi dove il collegamento internet sia funzionante al massimo e con la possibilità di spazi autonomi nei quali ritirarsi per collegarsi con colleghi che operano in altre parti del mondo”, sottolinea Roberto Ungaro, amministratore delegato di Wonderful Puglia, una società che gestisce numerose case vacanza a Ostuni e nei comuni limitrofi. 
«Penso che il fenomeno di professionisti interessati a stabilirsi per periodi più lunghi durante i quali lavorare e contemporaneamente fare un’esperienza di vita più libera possa crescere. Ma si tratta di garantire servizi, come la connessione internet veloce, che in alcune zone resta un miraggio» aggiunge Ungaro. «In ogni caso dobbiamo continuare a credere che le esperienze che è possibile vivere dalle nostre parti possano servire ad attrarre professionisti e remote worker insieme alle loro famiglie così da rafforzare il processo di destagionalizzazione delle presenze turistiche», conclude l’amministratore di Wonderful Puglia.

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