Mentre il Pd è aspetta il nuovo commissario regionale, che da venerdì inizierà la serie di incontri con il partito pugliese per venire a capo dell’empasse sui congressi e poi “aggredire” il tema caldo delle alleanze nei comuni, le amministrative si avvicinano a grandi falcate. Sui territori il lavoro è a buon punto e in questa tornata elettorale si potrà sperimentare con maggiore solidità la nuova compagine progressista formata da Pd, Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana. Ma con tutte le incognite che questo porta con sé nel “caso Puglia”.
Anche i pentastellati si trovano in una fase di riorganizzazione interna ma in attesa di un organigramma, i consiglieri e i parlamentari sono in qualche modo “abilitati” a trattate nei comuni. Unica regola: la supervisione finale del vicepresidente Mario Turco.
La mappa delle alleanze con l'incognita Pd
In Puglia nei vari centri “caldi” delle prossime amministrative la compatibilità c’è e diversamente dal passato regge anche rispetto ad alcuni grandi temi cari all’elettorato.
A livello locale, la lezione di Manfredonia, dove nel 2021 il candidato del centrodestra Gianni Rotice fu eletto sindaco mettendo ko al ballottaggio Gaetano Prencipe e facendo crollare l’impero del centrosinistra dopo 30 anni, è servita a cambiare registro: non ci si affiderà più a coalizioni ex post del secondo turno, ma ragionate per tempo, anche a costo di inasprire il dialogo con gli alleati del Pd, alle prese con il nodo Emiliano.
L’esempio tra tutti resta Barletta, dove la matassa del centrosinistra rende la situazione difficile: 5S, Pd e SI erano all’opposizione del sindaco Cosimo Cannito. La giunta cadde grazie al voto di alcune liste civiche. Oggi contro il sindaco uscente sostenuto dal centrodestra corre la sua ex capo staff Santa Scommegna, voluta da Michele Emiliano insieme a quelle stesse civiche e sostenuta da una parte consistente del Pd. Il caso ha creato una profonda spaccatura nel partito facendo storcere il naso anche ai nuovi alleati.
Per questo adesso il Movimento è in attesa della definizione degli organi territoriali e quindi di chi, materialmente, dovrà decidere il da farsi.
Non meno complessa la situazione a Galatina, in provincia di Lecce, ormai diventata l’altro terreno di scontro. Qui il Movimento 5 Stelle ha da subito deciso di appoggiare la candidata del Pd Sandra Antonica ma la situazione si è complicata negli ultimi giorni, quando il consigliere regionale Pd Donato Metallo ha deciso di sostenere l’avversario Fabio Vergine, espresso da una coalizione di cui fa parte anche il movimento Andare oltre del sindaco di Nardò Pippi Mellone.
Ad oggi quella di Galatina è l’unica lista del M5S in provincia di Lecce e l’idea sarebbe quindi quella di proporre un “contratto dei cittadini” in stile Taranto. Nel capoluogo ionico, infatti, tra i comuni più importanti della prossima tornata è proprio Turco a seguire in prima linea la questione e alla coalizione che sostiene il sindaco dimissionario Rinaldo Melucci è stato sottoposto un “contratto” con punti chiari individuati attraverso il lavoro del “cantiere delle idee”. In questo modo il movimento potrà comporre una propria lista e aderire alla coalizione progressista che sta nascendo.
Stesso discorso in provincia, a Sava. Mentre a Castellaneta, il movimento chiede le primarie tra la candidata Venanzia Giodice Sabbatelli, sostenuta dai 5s locali e il candidato sindaco del Pd Gianni Di Pippa.