Immigrazione, 5 i Cie (Centri identificazione ed espulsione) attivi in Italia

Immigrazione, 5 i Cie (Centri identificazione ed espulsione) attivi in Italia
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Mercoledì 25 Febbraio 2015, 19:16 - Ultimo aggiornamento: 19:22
Sono attualmente cinque i Centri di identificazione ed espulsione in funzione in Italia ed ospitano 293 persone a fronte di una disponibilità di 753 posti. I dati, aggiornati al 20 febbraio, sono del ministero dell'Interno e contenuti nel rapporto della Commissione parlamentare diritti umani, aggiornato alla luce della nuova normativa che ha abbassato da 18 a 3 mesi i tempi di permanenza. Nello stesso periodo dello scorso anno le persone trattenute erano 460 e la capienza effettiva era di 842 posti. Questo fa dire al presidente della Commissione, il senatore Luigi Manconi, che i Cie sono «inutili» e vanno chiusi.



Degli 11 ancora previsti, i cinque Cie in funzione sono quelli di Bari, Caltanissetta, Roma, Torino e Trapani; sono invece temporaneamente chiusi, per lavori o in attesa della definizione delle procedure di aggiudicazione della gestione, i Cie di Brindisi, Crotone, Gorizia; quello di Trapani-Serraino Vulpitta è in via di riconversione in centro di accoglienza per richiedenti asilo, e quelli di Bologna e Milano da agosto sono utilizzati come centri di prima accoglienza. «La maggior parte dei Cie funziona a scartamento ridotto e ospita un numero di immigrati ben inferiore alla effettiva capienza», rileva la Commissione.



Si conferma una tendenza al ribasso anche rispetto ai transiti: nel 2014 sono transitati complessivamente nei Cie 4.986 stranieri, di cui 2.771 sono stati effettivamente rimpatriati, mentre nel 2013 ne erano transitati 6.016, dei quali 2.749 rimpatriati, e nel 2012 i transitati sono stati 7.944 e 4.015 i rimpatriati. In generale il tasso di efficacia rimpatriati-trattenuti si aggira attorno al 50%, «mentre i restanti escono senza essere stati identificati e senza aver avuto la possibilità di regolarizzare la posizione». Alla luce di questi numeri la Commissione ritiene che, escludendo coloro per i quali si deve ritenere una effettiva pericolosità, «si potrebbero adottare altri mezzi utili a controllarli fino alla loro espulsione», ad esempio con l'obbligo di firma: «Così i Cie sarebbero ridotti a pochi locali, necessari a ospitare per qualche notte chi sia in attesa del rimpatrio ormai esecutivo».
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