Incidente sul lavoro, precipita in una cisterna e il padre tenta di salvarlo: morti entrambi

L'incidente è avvenuto nella "Cantina Storica del Cardinale"

Foto fb di Antonio Coladonato
Foto fb di Antonio Coladonato
4 Minuti di Lettura
Lunedì 12 Giugno 2023, 23:49 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 16:48

Padre e figlio sono morti ieri sera in una cantina di Gioia del Colle, in provincia di Bari. Secondo le prime ricostruzioni, il figlio, Fiippo Colapinto stava pulendo una cisterna con dentro del vino e sarebbe caduto all'interno. Il padre, Giovanni Colapinto, nel tentativo di salvarlo, sarebbe poi caduto a sua volta.

Cosa è successo

Sono morti assieme, forse uno dei due nel tentativo disperato di salvare l'altro. Tragedia a Gioia del Colle ieri sera, dove sono deceduti padre e figlio: sono Giovanni e Filippo Colapinto, padre e figlio di 81 e 47 anni, le due persone morte ieri sera nella cisterna di vino di una cantina di Gioia del Colle, in provincia di Bari, probabilmente l'uno nel tentativo di salvare l'altro.

Sono morti in una cantina di Gioia del Colle, secondo una prima ricostruzione dei vigili del fuoco, il figlio stava pulendo una cisterna di vino e sarebbe caduto all'interno.

A quel punto il padre avrebbe tentato di salvarlo e tirarlo fuori ma sarebbe morto asfissiato anche lui. Per entrambi non c'è stato niente da fare: il decesso sarebbe stato provocato dalle esalazioni provenienti dalla cisterna.

L'incidente è avvenuto nella "Cantina Storica del Cardinale". Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri, che hanno avviato accertamenti per fare chiarezza sulla dinamica della tragedia. E' l'ennesima morte sul lavoro a Bari e provincia, la sesta in pochi giorni. I sindacati invocano sicurezza ma adesso chiedono fatti concreti, al governo e alle istituzioni, per fermare quella che definiscono una "strage".

I precedenti

Solo la settimana scorsa è morto un giovane operaio di 21 anni investito sulla statale mentre segnalava agli automobilisti di rallentare perché i suoi colleghi stavano tagliando l'erbaccia. Pochi giorni prima erano morti altri tre operai in cantieri diversi. Il dito dei sindacati è puntato contro la logica del profitto, "che non può prevalere sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori: ecco perché il rispetto dei contratti nazionali di settore sottoscritti dai sindacati più rappresentativi e degli standard di sicurezza devono diventare baluardi inattaccabili in ogni progetto di sviluppo del territorio, specie con le opportunità fornite dal Pnrr", hanno alzato la voce due settimane fa quando hanno dato vita ad un flasmob in piazza libertà, a Bari.

La Cisl chiede di costituire "un coordinamento strutturale e continuo di monitoraggio sull'andamento dell'infortunistica, una sorta di cabina di regia simile a quella attivata durante il Covid, che è stata utilissima". I dati sono drammatici: secondo la Uil, nei primi mesi dell'anno tre provincie pugliesi rientrano nella zona rossa, per incidenza degli infortuni mortali rapportati al numero degli occupati, con Bat al sesto posto, Foggia al decimo e Bari al 22esimo. Secondo una indagine del servizio Spesal dell'Asl di Bari, su 70 aziende esaminate in 42 casi sono emerse alcune criticità che hanno indotto gli operatori dello Spesal a fare chiarezza su ogni singola situazione dubbia. Pertanto, sono stati convocati ufficialmente i datori di lavoro e i consulenti tecnici e, attraverso confronti diretti e mirati, sono stati assicurati i necessari approfondimenti al fine di chiarire i dubbi sorti, inducendo le aziende a implementare le misure di prevenzione già in atto. A seguito dell'attività complessiva di controllo si è accertato che in 15 aziende sono risultate non a norma.

Foto fb di Antonio Coladonato

© RIPRODUZIONE RISERVATA