Edilizia, in Puglia boom nel 2022 con più lavoro e investimenti. Ma le prospettive sono incerte

Edilizia, in Puglia boom nel 2022 con più lavoro e investimenti. Ma le prospettive sono incerte
​Edilizia, in Puglia boom nel 2022 con più lavoro e investimenti. Ma le prospettive sono incerte
di Daniele UVA
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Venerdì 20 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:41

In Puglia l’edilizia tiene e, in proporzione rispetto al numero totale dei lavoratori, occupa più persone rispetto alla media nazionale. Nel corso del 2022 il comparto delle costruzioni ha rappresentato, in termini di investimenti, quasi il nove per cento del Pil regionale, con un aumento del 21,7 per cento rispetto all’anno precedente. E ha dato lavoro a circa l’otto per cento dei cittadini attivi sul territorio, più della media italiana, che si ferma al sette per cento.

La fotografia del settore nella regione è scattata dal rapporto Federcostruzioni, presentato ieri a Bari in occasione dell’inaugurazione di Saie, la Fiera delle costruzioni.

Il documento

Dal documento emerge una situazione in chiaroscuro: molto positiva lo scorso anno, al quale i dati si riferiscono, potenzialmente più complessa nel 2023 e con prospettive incerte il prossimo anno.

Il rapporto evidenzia che sul fronte del Superbonus 110 per cento e dei diversi incentivi fiscali, secondo i dati del monitoraggio Enea-Mase, «in Puglia, al 30 settembre 2023, ci sono investimenti ammessi in detrazione per oltre 4,5 miliardi di euro, in aumento del 3,6 per cento rispetto alla rilevazione del mese precedente». La regione risulta inoltre essere l’ottava in Italia per numero di investimenti ammessi, circa 25mila, cioè quasi il sei per cento del totale nazionale. Secondo Federcostruzioni la situazione rischia però di cambiare a stretto giro visto che «il blocco delle cessioni ha prodotto in tutta Italia un totale di trenta miliardi di crediti incagliati». Per la Puglia sarà quindi fondamentale «l’apporto dei lavori del Pnrr, che attribuisce alla regione quasi 7,1 miliardi di investimenti di interesse per le costruzioni da eseguire entro il 2026». 

Un dato positivo comunque c’è, ed è costituito dal disegno di legge regionale che sblocca proprio i crediti del Superbonus incagliati e che è stata approvata dal Consiglio regionale. Una norma applaudita dal settore e che, nel prossimo futuro, potrebbe funzionare come apripista a livello nazionale. Lo conferma la presidente di Federcostruzioni, Paola Marone: «La legge pugliese è da elogiare – dice -. Va benissimo perché fa sì che tutte le aziende, che siano partecipate ma non siano negli elenchi ministeriali, possano acquisirli». Per Marone si tratta quindi di «una legge fatta benissimo e che possono replicare tutti, ma va attuata subito affinché questi crediti siano acquistati». La presidente ribadisce che «già altri hanno preso spunto da questa norma, visto che esistono disegni di legge simili. Noi più volte abbiamo chiesto che fosse messa in campo questa misura». 

Le fa eco il direttore generale di Senaf, Emilio Bianchi: «Sul recupero dei crediti – spiega - il governo sta tentando di risolvere alcuni problemi, mentre la Puglia ha approvato una legge regionale molto interessante che potrebbe essere uno spunto anche per risolvere le questioni nazionali». Che sono molto urgenti visto che, proprio dal settore delle costruzioni, potrebbe arrivare una forte spinta in direzione del perseguimento degli ambiziosi obiettivi del Green deal europeo. «Il nostro comparto potrà dare un contributo rilevante – conferma il vice presidente di Ance, Domenico De Bartolomeo – purché siano adottate idonee politiche di sostegno e incentivazione a livello nazionale e comunitario. Su questo fronte, grazie al Superbonus, in questi anni è stato possibile rendere più efficiente a livello energetico parte del patrimonio immobiliare italiano, contribuendo a rendere meno energivori centinaia di migliaia di edifici». Ma anche a spingere un settore strategico, sia a livello economico sia occupazionale. 

Basti pensare che, sempre secondo il rapporto Federcostruzioni, nel corso del 2022 il settore – a livello nazionale – è cresciuto del 19,6 per cento, con 600 miliardi di euro di produzione. E ha dato lavoro a tre milioni di persone, con un aumento del 9,3 per cento rispetto all’anno precedente. «Oggi, però, abbiamo una situazione macroeconomica più difficile – chiarisce Marone - dovuta all’inflazione, alla crescita dei tassi di interesse, alla scarsità del credito, al raddoppio dei costi energetici rispetto ai competitor europei, e alla situazione geopolitica internazionale che crea problemi all’economia». Bisogna quindi «disincagliare i crediti bloccati nei cassetti fiscali di imprenditori e professionisti – conclude - e dare una proroga temporanea a chi sta già operando, in modo da chiudere le opere nei giusti tempi». Un passo che la Puglia ha già cominciato a fare.

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