Dai blitz alla burocrazia, fare impresa è più dura in Puglia. «Ma guai a generalizzare»

Dai blitz alla burocrazia, fare impresa è più dura in Puglia. «Ma guai a generalizzare»
di Ciro SANARICA
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Lunedì 4 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 11:57

L’inchiesta “Codice Interno”, coordinata dalla Dda di Bari e che ha portato all’esecuzione di oltre 130 misure cautelari, oltre ad evidenziare le possibili ingerenze malavitose nel mondo politico, ipotizza altresì infiltrazioni in quello imprenditoriale. Il timore è che gli accadimenti possano gettare un’ombra sul tessuto imprenditoriale pugliese e inficiare il processo di sviluppo economico, nonché l’immagine stessa dell’imprenditoria regionale, rendendo il territorio poco appetibile per gli investitori, spaventati dall’ipotesi che esista un presunto sistema malato. A palesare tali paure è il segretario generale di Confimi Industria Bari-Bat-Foggia e di Confimi Industria Puglia, Riccardo Figliolia.

Confimi Industria Puglia, Riccardo Figliolia


«I fatti riportati – premette l’esponente della Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata – sono particolarmente gravi ed è giusto andare fino in fondo per appurare le colpe. La macchina della giustizia farà il suo corso». Figliolia si schiera in favore della stragrande maggioranza degli imprenditori pugliesi, impegnati da anni nel rilancio del “Tacco d’Italia”, chiedendo che l’argomento sia trattato senza strumentalizzazioni.
«Il rischio è quello di generalizzare, ledendo il prestigio di un intero territorio.

Il rischio è che l’opinione pubblica non faccia dei distinguo. Negli ultimi anni ci si è attivati per promuovere la Puglia, i vari distretti produttivi, nell’esaltarne le potenzialità turistiche. Le vicende degli ultimi giorni garantiscono l’esistenza di anticorpi affinché il tutto venga difeso, in nome di un tessuto sociale ed imprenditoriale solido e sano, che vanno sempre e comunque salvaguardati. Auspico che le tematiche siano trattate col giusto tatto. La materia è delicata ed è giusto non strumentalizzare perché c’è il rischio di “buttare l’acqua con tutto il bambino”. Purtroppo, ci portiamo dietro dei retaggi tali da indurre qualcuno, addirittura, a rinunciare al suffisso “Sud”. Qualcuno ha disegnato la Puglia alla stregua di Gomorra e non lo trovo giusto perché la stragrande maggioranza della società è pulita. La legalità e lo stato di diritto sono peculiarità per lo sviluppo economico: questo è basilare. L’impegno di una comunità non può essere bistrattato per colpa di una minima fetta di essa. Spesso gli operatori economici sono rappresentati da piccole organizzazioni che, impegnate nel loro lavoro, hanno difficoltà di comunicazione. Ma questo non deve essere motivo per lasciarli soli nella grande sfida all’economia nazionale ed internazionale. Bisogna essere coesi e non autolesionisti, soprattutto perché il sistema industriale deve già fare i conti con un sistema economico non all’altezza. Assodato che gli organi competenti faranno luce sulla vicenda e che sia giusto intervenire dove emergano anomalie, sarebbe opportuno non fare di tutte le erbe un fascio, demonizzando un intero territorio, onde evitare che arrivino messaggi distorti dove inopportuno. Ad esempio alle giovani generazioni che nei prossimi anni spero diano seguito ai segnali degli ultimi periodi, in cui assistiamo ad un ritorno dei cervelli nella loro terra e non già solo ad una loro fuga. È a loro che dobbiamo lanciare segnali di speranza e non scoraggiarli, perché saranno la forza nel nostro futuro».

Mario Vadrucci, Camera di commercio di Lecce


Mario Vadrucci, presidente della Camera di Commercio di Lecce, sostiene che gli investitori possano essere scoraggiati soprattutto da altri fattori. «È giusto – afferma Vadrucci – che innanzitutto si faccia pulizia, soprattutto per noi pugliesi, senza preoccuparci del resto. Bisogna isolare gli episodi e combatterli sul nascere. Più che sul mondo imprenditoriale, le vicende dovrebbero accendere delle luci su quello politico-amministrativo. Non credo tuttavia che i recenti fatti di cronaca possano rappresentare dei rischi per l’attrattività di un territorio. Se non ci sono disponibilità economiche, se non ci sono aerei, ovvero un sistema di trasporti adeguato, ogni sforzo sarà vano. Proprio domani (oggi per chi legge) alle 11, nella Camera di Commercio di Lecce, ci sarà un incontro sulle tematiche riguardanti l’aeroporto del Salento con i componenti della giunta camerale, i rappresentanti delle associazioni di categoria, delle libere professioni e delle organizzazioni sindacali e di tutela dei consumatori. La tematica sarà quella di probabili riduzioni dei collegamenti anziché un loro potenziamento. Prima che si seguano altre logiche è essenziale concentrarsi su determinate problematiche».


Gli elementi ostativi per il definitivo rilancio economico regionale, a quanto pare, non mancano. Nelle ultime ore, il Gruppo Ferretti ha comunicato di voler rinunciare al proprio insediamento nell’ex yard Belleli di Taranto. L’investimento da 200 milioni (tra pubblico e privato) che avrebbe dato nuova vita alla cantieristica navale in riva allo Jonio, sfuma, perché “negli anni, sono aumentati gli investimenti necessari e diminuite le contribuzioni pubbliche”. Le lungaggini burocratiche tornano prepotentemente alla ribalta.

Sergio Fontana, Confindustria Puglia


«Sono convinto – afferma il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana – che le problematiche causa dell’allontanamento del Gruppo Ferretti, verranno risolte a breve grazie alla Zes unica. L’augurio è che con essa, finalmente, possa essere azzerato quel gap che da tempo ci portiamo dietro e che nei prossimi anni la Puglia non sia più una regione costretta a richiedere fondi straordinari, perché ormai al passo con il resto del Paese. La strada intrapresa è quella giusta. I fondi messi a disposizione dalla Regione e la nuova programmazione, potranno dare continuità a quanto avvenuto nel sessennio 2014-2020. A dimostrarlo sono le tante richieste di aziende che intendono stabilirsi nella nostra Regione».
Sulle vicende baresi degli ultimi giorni, Sergio Fontana non ha dubbi: «Bari, e la Puglia in generale, sono luoghi sicuri e ciò grazie alla buona politica che ha operato negli ultimi anni; ciò grazie al lavoro delle forze dell’ordine, di magistratura e procura. La Puglia è un punto d’attrazione e c’è chi la tutela in maniera impeccabile, intervenendo prontamente, qualora insorgano situazioni non ortodosse».
 

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