Coppola: «Il calo delle presenze? La cultura d'impresa non è per tutti»

Coppola: «Il calo delle presenze? La cultura d'impresa non è per tutti»
di Massimiliano IAIA
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Venerdì 4 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 10:57

«La cultura d’impresa non è per tutti. Non ci si inventa imprenditori dall’oggi al domani, soprattutto in un campo come quello turistico. E invece è ciò a cui stiamo assistendo: per colpa di qualcuno che non sa proprio cosa ci si muova in questo campo, l’immagine della Puglia e dell’imprenditoria del territorio ne sta risentendo». L’imprenditore salentino Giuseppe Coppola, componente Faita Federcamping, interviene nel dibattito sul calo delle presenze turistiche nel mese di luglio da rappresentante di una importante quota dell’offerta turistica, che è quella della “vacanza all’aria aperta”, «una filosofia di vacanza», dice. Che risente anch’essa della crisi, dal Gargano al Salento.
Coppola, che idea si è fatto del calo sulle presenze nel mese di luglio?
«Intanto, a mio modo di vedere, bisogna fare una importante premessa quando si parla di qualità e di lusso. Un piatto di spaghetti in trattoria non potrà mai costare come se consumato in una struttura di lusso e con vista mare».
Senza dubbio, il problema però è che in molti casi il lusso non c’è. E talvolta nemmeno determinati servizi, nonostante i prezzi alti.
«È indubbio che qualcuno abbia commesso eccessi, e qui è fondamentale effettuare una distinzione tra un vero imprenditore e chi non lo è. La cultura d’impresa non è per tutti. Lo dico anche come autocritica da rappresentante del settore: forse come associazione di categoria è un errore far iscrivere tutti, senza fare a monte una maggiore selezione. Si deve fare sindacato d’impresa, e non di servizi. Le associazioni devono tornare a confrontarsi con la pubblica amministrazione, esprimendo chiaramente le proprie esigenze».
Quali sono?
«I problemi sono tanti, dalla burocrazia ai trasporti. Sulla burocrazia, anche per un finanziamento per un progetto di innovazione tecnologica ci si ritrova a dover aspettare anni per una risposta della Regione. Nella mia esperienza, mi è capitato di dovermi confrontare con la pubblica amministrazione per un software nuovo. Naturalmente ho comunque effettuato l’investimento di tasca mia, senza attendere il finanziamento, però non tutti possono farlo. Quindi di cosa parliamo? Dalla Pubblica amministrazione mi aspetto una maggiore celerità».
E per quanto riguarda i trasporti?
«Beh, lo abbiamo detto mille volte, ancora adesso vediamo che chi atterra all’aeroporto di Brindisi non sa come raggiungere il Salento. E naturalmente vale anche per il percorso contrario. Questo lo dico, si badi bene, pur tenendo presente che la maggior parte dei nostri vacanzieri non sempre arrivi in aereo, bensì più facilmente in auto. Ed è altrettanto innegabile che il costo del carburante, sul quale si è innescato un meccanismo evidentemente speculativo, abbia inciso sulle scelte dei turisti, soprattutto per chi viene dal Nord».
Secondo lei cosa non sta funzionando in particolare?
«Ha perfettamente ragione il presidente di Federalberghi Puglia Caizzi: non è il settore “lusso” a far registrare il calo. La flessione riguarda il segmento mare, che è da sempre il nostro core business. Tutto questo impone per forza una riflessione».
In tal senso, il presidente reggente di Confindustria Lecce Nicola Delle Donne ha proposto la nascita di un coordinamento istituzioni/associazioni per garantire un controllo sulla qualità turistica. Che ne pensa?
«Non so quanto realmente ci sia bisogno di tavoli in questo momento. Certamente c’è tanto da fare quando si parla di qualità nel mondo del turismo. Penso ad un piano per la portualità turistica, che a questo punto è imprescindibile, penso ad una efficace battaglia contro il “nero”, che è una vera piaga per questo territorio. Esistono troppi appartamenti non censiti, a danno di chi invece svolge l’attività in piena regola. Mi rivolgo ai Comuni: piuttosto che installare autovelox, perché non si fanno controlli serrati contro gli affitti in nero? Questo sarebbe occuparsi davvero di qualità turistica».
Riscontra una flessione anche nel segmento camping?
«Assolutamente sì. Ne ho parlato anche con tanti colleghi: il calo c’è, dal Gargano al Salento, anche per i cosiddetti consumi paralleli, o consumo indotto (come per esempio le prenotazioni nei punti ristoro delle strutture). E poi, duole dirlo, i turisti esprimono sempre le solite perplessità sulla presenza di rifiuti non appena usciti dalle strutture. Le strade, anche quelle rurali, sono spesso abbandonate all’incuria. Basta fare una passeggiata per rendersene conto. È questa l’attenzione che si ha del territorio? Penso anche alla xylella, visto che dopo dieci anni non abbiamo ancora dato risposte alla valorizzazione paesaggistica del territorio. Per noi l’ulivo non era solo un’importante fonte di economia, ma anche foresta, qualità dell’aria. Oggi invece vediamo un Salento senza alberi. Per questo è fondamentale badare alle prospettive, che passano dalla tempestività delle risposte delle istituzioni e dal confronto sui grandi temi».
Per ultimo, a proposito di attenzione alla cultura del turismo, molti visitatori lamentano di non essere adeguatamente coccolati, ma di sentirsi quasi dei “polli da spennare”. È così?
«Lo ripeto, anche l’imprenditore deve fare la sua parte.

Ma non ci si improvvisa: la cultura d’impresa non si inventa dall’oggi al domani».

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