Un dipendente si ammala e guarisce dal Covid in ospedale: l'azienda dona 10 televisori al Dea di Lecce

Un dipendente si ammala e guarisce dal Covid in ospedale: l'azienda dona 10 televisori al Dea di Lecce
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Martedì 29 Dicembre 2020, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 14:22

Un dipendente della loro azienda si ammala di Covid e i titolari decidono, in segno di riconoscenza, di fare una donazione all'ospedale in cui è stato curato. È accaduto oggi al Dea Vito Fazzi di Lecce dove l'azienda Cantina Coppola 1489 ha consegnato 10 televisori destinati all'ospedale in cui a novembre Giovanni, infaticabile collaboratore da una vita, è stato ricoverato e da dove è rientrato guarito. Un atto di generosità e di vicinanza per i pazienti ricoverati.

«La donazione da parte di Cantina Coppola 1489 all'azienda sanitaria leccese è un segno di riconoscimento per il lavoro svolto dal personale sanitario medico e paramedico che durante questi lunghi mesi di pandemia è diventato ancor più rischioso e complicato. Ma soprattutto - dice Giuseppe Coppola, amministratore dell'azienda - vuole essere un piccolo contributo al benessere e alla qualità della permanenza ospedaliera dei pazienti costretti alla lungodegenza, ancor di più nei reparti di isolamento abitati spesso da solitudine e grande tristezza. Nel mese di novembre un nostro dipendente ha contratto il Covid 19. Siamo stati tutti sottoposti a tampone, direzione e staff, per fortuna con esito negativo. A causa dell'aggravarsi dei sintomi però, dopo oltre 10 giorni in casa, per il collaboratore contagiato si è reso necessario il ricovero che è durato circa venti giorni.

L'esperienza ha segnato molto sia lui che tutti noi; è difficile comprendere a pieno certe situazioni finchè non si toccano con mano. Nelle sue telefonate ogni giorno abbiamo avuto una piccola cronaca di quanto accade in questi reparti, del grande lavoro, della corsa contro il tempo e del tempo che sembra non passare, delle difficoltà che spesso si incontrano. Ci siamo chiesti in che modo poter dare un sostegno. Dai suoi racconti è emerso che le stanze del reparto Covid sono sprovviste di televisione e abbiamo pensato potesse essere un dono gradito, un modo per fare compagnia e alleggerire le giornate di quanti sono costretti a permanenze lunghe in ospedale».

 
 
 
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