Bruxelles, commozione al funerale di Patricia Rizzo. La Ue aiuterà il figlio

Bruxelles, commozione al funerale di Patricia Rizzo. La Ue aiuterà il figlio
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Venerdì 1 Aprile 2016, 19:27
Commozione ma anche volontà di non cedere alla disperazione davanti alla «violenza cieca ed efferata» del terrorismo, come ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sono emerse al funerale di Patricia Rizzo, la funzionaria europea morta alla stazione di Maalbeek in uno dei due attentati che ha spezzato 32 vite il 22 marzo scorso a Bruxelles. Le esequie sono state celebrate nella chiesa di Saint Jacques-Baptiste a Wavre, nel Brabante vallone, una trentina di chilometri a sud di Bruxelles, affollata da almeno 400 tra parenti, amici e colleghi dell'Ercea, l'agenzia per la ricerca europea in cui lavorava Patricia. E l'Ue ha promesso che aiuterà il figlio di 19 anni.

Il governo è stato rappresentato dal sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, che ha letto il messaggio di Mattarella, dal rappresentante permanente presso la Ue, Carlo Calenda, e dall'ambasciatore in Belgio, Vincenzo Grassi. Al fianco dei genitori di Patricia, Gaetano e Salvatrice, del figlio Jonathan, dell'ex marito Christophe e delle decine di membri di una grande famiglia di italiani emigrati in Belgio negli anni '50, c'erano anche la vicepresidente della Commissione europea, Kristalina Georgieva che ha assicurato il sostegno finanziario alla famiglia fino al completamento degli studi universitari del 19enne Jonathan.

«Nel mondo l'odio e la crudeltà gridano molto forte. La bontà conta di più, ma è silenziosa. È fondamentale amplificare la voce della bontà» ha detto Georgieva, sottolineando che «Patricia faceva parte anche della nostra famiglia» perchè «è stata con noi sin dal 1990 in diverse agenzie delle istituzioni europee e quando abbiamo avuto la notizia della sua perdita i nostri cuori hanno cominciato a sanguinare».

«Dio non è insensibile alla sofferenza dell'uomo, al contrario è scandalizzato dalla morte», ha detto nell'omelia padre Emmanuele De Ruyver, ricordando che «il nostro Venerdì Santo quest'anno a Bruxelles è stato il 22 marzo, quando le tenebre sono scese sul nostro Paese». Ed ha citato le parole di papa Francesco: «L'oscurità e la paura non devono chiudere gli occhi dell'anima e prendere possesso del cuore». 



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