Mestre. Carne di tartaruga servita al ristorante cinese, scatta il sequestro dei vigili

Il ristorante in via Dante a Mestre
Il ristorante in via Dante a Mestre
di Giulia Zennaro
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Sabato 20 Aprile 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 07:59

MESTRE - La preoccupazione della polizia amministrativa della questura di Venezia, dell’Ulss3 e della polizia locale era che quella misteriosa carne, proposta dal ristorante cinese in via Dante in brodo, fosse di tartaruga, una specie protetta perché in via d’estinzione. Da qui l’ispezione nei locali del ristorante e nelle celle frigorifero del ristorante piuttosto conosciuto in zona stazione. 


Mangiare carne di tartaruga d'acqua


Un sopralluogo che ha portato alla scoperta, e al successivo sequestro, di oltre mille chili di cibo conservato senza alcuna indicazione in merito alla tracciabilità, dunque senza informazioni sulla provenienza, la scadenza e la conservazione della carne. Tra il materiale sequestrato dalla polizia c’era, in effetti, anche carne di tartaruga, anch’esso senza indicazioni di tracciabilità. Non si tratterebbe, però, di esemplari di specie in via di estinzione ma di tartarughe d’acqua di circa 25-30 centimetri di diametro, utilizzate per preparare un brodo di carne, una specialità tipiza del sud est asiatico. Il ristorante cinese, ora, oltre alla sanzione amministrativa dovrà tenere le serrande abbassate fino a che non avrà smaltito la tonnellata di cibo sequestrato e non si sarà messo in regola in merito alle norme di tracciabilità e di conservazione degli alimenti


Nel nostro paese la legislazione non vieta espressamente il consumo di carne di tartaruga

Il regolamento dell’Unione europea sul consumo di carne di rettile (n. 2017/625) non menziona affatto le tartarughe marine né le testuggini tra le carni di cui è vietato il consumo. Tuttavia, si tratta di un alimento il cui consumo è fortemente sconsigliato, dal momento che può portare a una grave intossicazione alimentare dovuta alle sostanze nocive che si trovano nelle alghe di cui le tartarughe si cibano.


Mestre, ristoranti etnici non sempre "a norma"


Non si tratta del primo sequestro di cibo né del primo ristorante o market che a Mestre viene sanzionato dalle forze dell’ordine perché vengono scoperte irregolarità in merito alla conservazione dei cibi o alle condizioni igienico sanitarie.

A Mestre, negli ultimi due mesi, ci sono già state altre due attività commerciali sospese per mancato rispetto delle regole sulla tracciabilità o sulla conservazione dei cibi. A febbraio, in un ristorante cinese di Marghera, la polizia ha sequestrato 300 chili di materiale non conservato correttamente, durante un blitz con polizia locale e il servizio igiene degli alimenti dell’Ulss3. 


Sempre a febbraio un minimarket africano in via Piave era stato multato e sospeso dall’attività, sempre per cibo non correttamente conservato: in quel caso il sequestro aveva interessato ben 4500 chili di alimenti. I residenti nella zona lamentavano da settimane cattivo odore provenire dai locali, oltre a segnalare che le materie prime non venivano conservate e scaricate a norma di legge. Nonostante il sequestro, molti cittadini hanno segnalato che il negozio continuava a risultare aperto e in attività. A marzo, invece, 150 chili di cibo erano stati sequestrati da un’osteria del centro di Mestre.

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