Processo Yara, Bossetti in aula: "Avrò giustizia". Lunga coda davanti al trbunale. Pg: "Ergastolo ineccepibile"

Processo Yara, Bossetti in tribunale. Lunga coda davanti al trbunale
​Processo Yara, Bossetti in tribunale. Lunga coda davanti al trbunale
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Venerdì 30 Giugno 2017, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 14:08

Brescia - Massimo Bossetti è arrivato in tribunale a Brescia dove si celebra il processo d'appello che lo vede imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate scomparsa il 26 novembre 2010. Bossetti, scortato dalla polizia penitenziaria, deve rispondere di omicidio con l'aggravante di aver adoperato sevizie e di avere agito con crudeltà. Un delitto aggravato anche dall'aver approfittato della minor difesa, data l'età della vittima.  In aula, oltre ad alcune decine di curiosi, c'è Marita la moglie di Bossetti; Ester Arzuffi e Laura, rispettivamente mamma e sorella dell'imputato. Nessuno, arrivando in tribunale, ha rilasciato dichiarazioni. I genitori di Yara, mamma Maura e papà Fulvio, sono invece assenti, una scelta già adottata in primo grado per evitare l'assalto dei giornalisti. 



Dall’alba di oggi (venerdì 30 giugno) si è formata una lunga coda davanti al tribunale di Brescia per partecipare alla prima udienza del processo d’appelloa carico di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello condannato in primo grado all’ergastolo per la morte di Yara Gambirasio. Le porte del tribunale si sono aperte da poco.

"ERGASTOLO INECCEPIBILE" La sentenza che in primo grado ha condannato Massimo Bossetti all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio «è ineccepibile», presenta «una motivazione coerente, logica, completa e dà puntualmente conto delle acquisizioni processuali». Così il sostituto Pg di Brescia, Marco Martani, all'inizio del suo intervento nel processo di secondo grado. Il pg ha inoltre chiarito che con l'accesso di fotografi e operatori tv in aula ci sarebbe stata soltanto «una spettacolarizzazione» del procedimento.

Bossetti, per voce dei propri avvocati, ha dichiarato di essere "fiducioso di avere giustizia in appello".

PG, "DA DNA ASSOLUTA CERTEZZA" Dagli accertamenti e dalle analisi scientifiche che hanno attribuito il profilo genetico di 'Ignoto1' a Massimo Bossetti è arrivata una «probabilità statistica di assoluta certezza» in relazione «alla responsabilità dell'imputato» per l'omicidio di Yara Gambirasio. Lo ha spiegato in un altro passaggio del suo intervento nel processo d'appello il sostituto Pg Marco Martani, il quale ha anche chiarito che il nuovo elemento portato dalla difesa del muratore, ossia le fotografie satellitari del campo dove fu trovato il cadavere, «non provano nulla». Raramente, ha aggiunto il magistrato, «ho visto dati statistici così rassicuranti sui livelli di probabilità come in questa indagine, qua infatti si può dire che non esiste tra i miliardi di persone sulla terra un altro soggetto con il Dna di 'Ignoto1' attribuito a Bossetti.

l pg sta affrontando, ad uno ad uno, gli elementi «di fatto rilevanti per la responsabilità dell'imputato», tra cui il fatto che «l'uccisione della ragazzina e l'abbandono del cadavere sono avvenuti nello stesso luogo», ossia nel campo di Chignolo d'Isola (Bergamo). Una serie di elementi sono stati messi in luce dal sostituto pg per contrastare l'ipotesi, basata sulle fotografie satellitari, della difesa che il corpo di Yara possa non essere rimasto per 3 mesi nel campo prima del ritrovamento. «Nella mano di Yara - ha spiegato tra le altre cose Martani - c'era un ciuffo di erba di quel campo, perché nell'agonia probabilmente si è attaccata a quel ciuffo». Nella foto satellitare portata dalla difesa, ha proseguito, «è vero che non si vede niente, né il cadavere di Yara, né qualsiasi altra persona, ma la risoluzione di questa foto è di una qualità tale che non è certo fatta per cercare un ago in un pagliaio come era quel corpo».

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