Incidente in Puglia, i nomi e i volti delle vittime:
Jolanda doveva sposarsi, Antonio aveva 15 anni

Le vittime del disastro ferroviario ad Andria
Le vittime del disastro ferroviario ad Andria
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Mercoledì 13 Luglio 2016, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 13:21

ANDRIA - Cominciano ad avere un nome e un volto le vittime del disastro ferroviario di ieri in Puglia. Tra i pendolari che hanno perso la vita nello scontro tra due treni su quel binario unico ci sono giovani e anziani, figli, genitori e nonni. Chi andava semplicemente al lavoro, chi tornava da scuola, ma anche chi, pur non avendo preso il treno, si trovava al posto e nel momento sbagliati.
 

 



LA FUTURA SPOSA Jolanda Inchingolo
 a settembre avrebbe dovuto sposarsi e il fidanzato ora non si dà pace. La ragazza aveva 25 anni e il prossimo settembre si sarebbe unita in matrimonio con Marco, che ieri urlava disperato davanti all'ingresso dell'obitorio. "Doveva essere la madre dei miei figli". Jolanda stava andando a Bari proprio per incontrare lui. 



LO STUDENTE Antonio Summo, invece, aveva solo 15 anni e stava tornando da scuola dopo aver sostenuto un esame di riparazione. Il padre del ragazzo, di Ruvo di Puglia, non voleva che facesse l'esame proprio ieri mattina perché aveva mal di pancia. Poi però Antonio ha insistito, "papà devo recuperare due debiti formativi, lo sai". Ad attenderlo alla stazione c'era il nonno.


IL POLIZIOTTO Fulvio Schinzari, 59 anni, residente ad Andria e vice questore a Bari, era appena rientrato dalle ferie. Era sul convoglio proprio per recarsi al lavoro. Nato a Galatina (in provincia di Lecce), sposato, con due figlie, era stato assunto nella Polizia di Stato il 25 ottobre 1989. Il suo corpo è stato riconosciuto da un collega poliziotto che stava lavorando ai soccorsi e che l'ha identificato. 


IL NONNO PENSIONATO Enrico Castellano, di 72 anni, era originario di Ostuni, ma viveva a Torino dove era diventato dirigente al Banco di Napoli. Andato in pensione, tornava spesso per salutare i suoi familiari. Lunedì era atterrato a Bari con un volo diretto, perché oggi è il compleanno del nipotino. Avrebbe dovuto festeggiare anche il suo onomastico. Parlando con i giornalisti all'esterno dell'istituto di Medicina legale al Policlinico di Bari, sua figlia, che ha definito Enrico una «persona gioiosa», ha detto che ora «mi aspetto la verità, non insabbiatela, voglio i nomi dei colpevoli». «Le istituzioni - ha aggiunto - si ricordino che meritiamo di andare in treno e tornare a casa». Suo figlio Giuseppe, invece, ha detto di avere un «enorme senso di colpa», ricordando che «la sera prima erano stati a cena insieme». Da Andria, dove suo figlio viveva, il giorno dell'incidente Enrico ha preso il treno per Bari dove avrebbe fatto dei servizi e incontrato suo fratello. «Mia figlia e mia moglie - racconta Giuseppe - avrebbero dovuto prendere il treno con lui, ma poi mia figlia non voleva venire a Bari ed è rimasta a casa, mentre mia moglie ha preso il treno precedente».

IL CONTADINO Giuseppe Acquaviva, 51 anni, invece, non era sul treno, ma è morto perché passeggiava lungo la ferrovia, tra gli olivi, perché agricoltore. E' stato investito dalle lamiere esplose nella collisione.


IL METALMECCANICO Gabriele Zingaro, 23 anni, metalmeccanico di Andria. Aveva da poco trovato un posto in una fabbrica di Modugno e stava rientrando da Bari dove era andato per fare il controllo ad un dito che si era infortunato sul lavoro. L'ultima chiamata alla madre: "Mamma, non mi piace come è venuto. Forse dobbiamo fare un'altra operazione". 


IL VENTENNE Un altro giovanissimo stava tornando a casa dopo essere andato a trovare un’amica. Si tratta di Francesco Tedone, aveva 19 anni. Stava tornando a casa dopo essere andato a trovare un’amica. È è morto nel violento impatto. 


LA MAMMA   Patty Carnimeo, 30 anni, lascia una bambina di due anni e mezzo. Faceva l’estetista e tutti i giorni, con quel treno, andava a lavorare a Bari la città dove era nata. Si era trasferita ad Andria dopo il matrimonio.  



LA NONNA La signora Donata Pepe ha salvato la vita al nipote Samuele, 6 anni. Il bambino era tra le sue braccia quando c'è stato lo scontro ed è stato salvato dai vigili del fuoco. Stavano andando a Barletta per prendere una coincidenza per Milano e tornare a casa dai genitori del bimbo. Il piccolo era in Puglia per passare qualche giorno di vacanza con la nonna. Pasquale Abbasciano, di Andria, invece era uno dei due macchinisti. A fine anno sarebbe andato in pensione.

I MACCHINISTI Tra le vittime dello scontro tra i due treni nelle campagne tra Corato e Andria ci sono anche 3 appartenenti al personale ferroviario, mentre un quarto è ricoverato in ospedale. Lo ha confermato il procuratore facente funzione di Trani, Francesco Giannella, al termine dell'incontro con gli investigatori. Le tre vittime sono il macchinista del treno 1016, Pasquale Abbasciano, e il capotreno dello stesso convoglio, Albino De Nicolo, e il macchinista dell'altro treno, il 1021, Luciano Caterino. Il ferito è invece il capotreno del 1021, Nicola Lorizzo.
  
Secondo quanto riferito dai conoscenti, Abbasciano era di Andria e scherzava spesso sul fatto che sarebbe andato presto in pensione. A quanto si apprende, inoltre, qualche anno fa Abbasciano sarebbe rimasto coinvolto in un deragliamento leggero dello stesso treno ma senza conseguenze.
"Era molto esperto, faceva questo lavoro da tanti anni", dicono. Quella di ieri per Pasquale doveva essere una giornata felice: lo aspettavano ad Andria al municipio, perché sua figlia avrebbe recitato la promessa di matrimonio.


L'AGENTE DI COMMERCIO È arrivata questa mattina, con il riconoscimento della salma da parte del figlio Marco, la conferma della presenza tra le vittime dell'incidente ferroviario di ieri in Puglia del bergamasco Salvatore Di Costanzo, 56 anni, del quartiere Colognola di Bergamo. Di Costanzo, di professione agente di commercio, era noto nella Bergamasca per essere allenatore del calcio provinciale. Ieri pomeriggio si sarebbe dovuto recare ad Andria per un appuntamento di lavoro: volato di prima mattina da Orio al Serio, era atterrato all'aeroporto di Bari, ma dopo un sms inviato a un amico, di lui non si era avuta più traccia. Nella serata di ieri il suo nome non era tra quelli delle vittime accertate, ma verso le 22, non avendo avuto comunicazioni di alcun tipo, la moglie e il figlio Marco erano volati direttamente in Puglia per capire la situazione. Stamattina la conferma.


Alessandra Bianchino aveva 29 anni, lavorava all'Oratorio Giovanile Salesiano di Andria. 


MARIA MADRE DI DUE FIGLI «Ha preso il treno all'ultimo minuto: quella mattina era molto in ritardo ma alla fine ce l'ha fatta». A parlare è Giuseppe Colaleo, cognato di Maria Aloisi, 49 anni, morta nell'incidente ferroviario avvenuto ieri in Puglia. «Su quel treno - racconta l'uomo - avrebbe potuto esserci mio fratello: ogni giorno si davano il cambio» per assistere un loro parente. Maria inizialmente era tra i dispersi.

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