Voto di scambio? L’ex assessore rischia il processo

Voto di scambio? L’ex assessore rischia il processo
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 2 Novembre 2016, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 13:41
Voto di scambio, istigazione alla corruzione e concussione: la Procura ha chiesto il processo per Fiorino Greco, 65 anni, di Novoli, consigliere comunale a Palazzo Carafa. Sarà dunque un giudice per l’udienza preliminare (gup) a vagliare il fascicolo in cui il medico fisiatra, ex sindaco ed ex assessore del suo paese (poi assessore a Lecce, dove attualmente è consigliere comunale, sempre nel centrodestra), risponde di aver sfruttato il ruolo della componente della commissione invalidi civili della Asl nel corso della campagna elettorale per le Comunali del 31 maggio dell’anno scorso: avrebbe sostenuto il figlio Gianmaria, poi diventato sindaco, promettendo favori o minacciando revoche - ha detto l’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Antonio De Donno con i carabinieri della stazione di Novoli.
Fiorino Greco respinse le accuse nelle due ore e mezzo di interrogatorio delegato dal magistrato ai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria distaccata in Procura, alla presenza dell’avvocato difensore Francesco Fasano. Ed in quella circostanza indicò una serie di elementi e di persone, circa una ventina, che avrebbero potuto ribaltare la verità emersa dall’inchiesta. Tuttavia non se n’è fatto nulla. Ossia, non se n’è potuto fare nulla: i termini delle indagini erano scaduti e per questo il sostituto procuratore Roberta Licci - a cui l’aggiunto De Donno ha assegnato questo caso - non ha potuto cercare riscontri alle indicazioni fornite dall’indagato.
 
La rilevanza di quelle circostanze rispetto alle accuse la vaglierà il gup nella decisione di mandare a giudizio Fiorino Greco o di proscioglierlo. Intanto nel fascicolo è entrata a far parte anche la relazione dei carabinieri della stazione di Novoli su alcune osservazioni che l’indagato avrebbe fatto sul modo con cui hanno condotto l’inchiesta.
Le accuse, tutte respinte da Fiorino Greco sostenendo che fossero frutto di rancori o di preconcetti sul suo interessamento a sostenere la candidatura del figlio, sono arrivate da quattro persone: un netturbino che riferì ai carabinieri dell’uso elettorale delle pensioni di invalidità come anche della manipolazione del turn-over fra colleghi. Un ex dipendente pubblico riferì invece di una telefonata in cui Fiorino Greco gli chiese il voto per il figlio, ma in quella stessa chiamata gli avrebbe anche prospettato di interessarsi per fargli ottenere la pensione di invalidità. Un ragazzo sostenne, invece, di aver ricevuto la promessa di far ottenere alla madre una sedia a rotelle. Anche lui sarebbe stato contattato telefonicamente ed in campagna elettorale. E siccome la pratica sarebbe andata a buon fine, all’indagato è contestata l’ipotesi di reato di concussione. C’è infine il caso delle minacce che sarebbero state rivolte ad un ragazzo schierato con un altro candidato sindaco: gli sarebbe stata revocata la pensione di 270 euro.
Fiorino Greco fornì una spiegazione per ognuna di queste accuse: il netturbino? Sarebbe stato l’uomo che minacciò di morte il figlio in piazza e sospettato di avergli inviato tre proiettili ed un portachiavi a forma di bara poiché a novembre dell’anno scorso la sua casa fu perquisita dai carabinieri. L’ex dipendente pubblico? La storia non quadra, secondo Greco: una pensione di invalidità non può essere riconosciuta ad un dipendente pubblico in pensione. La storia della sedia a rotelle? Era stata già assegnata un anno prima, Fiorino greco sostenne di essersi limitato a chiedere solo il voto durante la campagna elettorale. Per la minaccia di revoca della pensione, invece, sarebbe stata solo una trappola ordita dalla concorrenza.
L’ultima parola, per adesso, spetta al gup.
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