Prenotazioni “scomparse”, cambi di sede in corsa e anziani abbandonati a loro stessi: vaccinarsi nel Salento è un'odissea. Le storie

Prenotazioni “scomparse”, cambi di sede in corsa e anziani abbandonati a loro stessi: vaccinarsi nel Salento è un'odissea. Le storie
di Francesca SOZZO
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Giovedì 8 Aprile 2021, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 19:40

Tre diverse storie per un'unica odissea: riuscire a vaccinarsi. Così, all'indomani della richiesta di aiuto rivolta dalla Regione ai medici di base nel corso di un incontro in teleconferenza, lo spaccato che arriva dai territori e dal Salento in particolare è tutt'altro che confortante. Disservizi, ritardi, confusione rallentano le vaccinazioni, anche quelle rivolte agli over80, ai soggetti fragili.

La storia/ Tre prenotazioni, ma il centro è sempre chiuso

 

Non una, ma ben tre prenotazioni per il vaccino. Un calvario per una famiglia di Lecce alle prese con la vaccinazione della nonna di 84 anni la cui prenotazione è scomparsa per ben due volte. «Il 26 marzo sono andata in una farmacia a Lecce - racconta Paola Contaldo, nipote della donna over 80 - per fare la richiesta per mia nonna e mi hanno dato l'appuntamento per il 17 aprile spiegandomi che si trattava di un'adesione al vaccino e che sarei stata contatta da Asl per confermare o variare la data». La telefonata non è mai arrivata. Primo campanello di allarme. «Sabato prima di Pasqua - racconta la donna - mio zio si è recato nella stessa farmacia per un acquisto e ha chiesto conferma della prenotazione». Dall'Asl, nel frattempo, non era ancora arrivato nessun riscontro. «La farmacista ha detto a mio zio - aggiunge Contaldo - che la prenotazione già fatta non risultava. Hanno fatto una nuova prenotazione che è stata anticipata al 6 aprile». Disguido risolto? Neanche per sogno. La signora Contaldo, con le due prenotazioni cartacee in tasca, è tornata in farmacia per chiedere un'ulteriore conferma sulla nuova data del 6. «La dottoressa - racconta - mi ha detto che non risultava nemmeno la data del 6 aprile suggerendomi, tuttavia, di presentarmi per quel giorno alle 17.21, come da prenotazione, nel poliambulatorio di via Miglietta all'ex Fazzi».
E qui arriviamo al 6 aprile. Una volta arrivate al poliambulatorio di via Miglietta, Paola e la nonna 84enne hanno trovato un gruppo di persone (per la maggior parte anziane) e una pattuglia della polizia. Gli agenti erano stati chiamati perché il consultorio era chiuso. Sbarrato, senza medici o infermieri. «La polizia ha preso nota delle richieste delle persone in attesa - racconta Paola - ha provato a contattare l'Asl per capire se fosse stata spostata la sede senza avvisarci o se ci fosse un responsabile del consultorio».

Nessuna risposta. La polizia ha recuperato i fogli delle prenotazioni. «Gli agenti ci hanno detto - conclude la donna - che avrebbero inoltrato una denuncia». L'odissea non finisce qui. Martedì scorso Paola è tornata in farmacia e le è stato detto di prenotare tramite il Cup, ma senza alcun risultato. Infine, l'atto finale. «Ho prenotato tramite il sito della Regione e mi è stata assegnata una nuova data, il 15 aprile». Anche in questo caso solo un'adesione: la nonna dovrà essere contattata dall'Asl. Almeno si spera.

La storia 2/  La Asl non conferma la prenotazione. Calvario al Cup

Un problema tecnico di trasmissione dati sarebbe invece la causa dell'odissea della famiglia Petrucelli di Gallipoli alle prese con la vaccinazione del padre 80enne. «Il giorno 16 marzo, in concomitanza con l'apertura campagna vaccinale over 80, ho provveduto ad effettuare la richiesta di vaccinazione per mio padre Giuseppe - spiega Manuela Petrucelli - Così per tutta la mattinata ho personalmente provato a contattare il Centro unico prenotazioni Lecce attraverso il numero fisso dedicato». Ma le telefonate non hanno dato alcun esito «il telefono del Cup risultava sempre occupato e anche quando si riusciva a prendere la linea il telefono squillava a vuoto e le attese si prolungavano anche oltre i dieci minuti».
L'alternativa: rivolgersi alle farmacie della città abilitate alle prenotazioni. «La dottoressa mi ha chiesto i dati anagrafici di mio padre Giuseppe tenendo a specificare tuttavia che si trattava di una manifestazione di interesse». Insomma la conferma di data (il 18 aprile in questo caso), luogo e ora doveva arrivare tramite comunicazione della Asl. Telefonata aspettata invano per 22 giorni quando Manuela ha «provato a contattare la Asl tramite il Cup» che le ha risposto che la prenotazione risultava confermata ma che per la data, la sede e l'ora, «avrei ricevuto una ulteriore telefonata più dettagliata».
Lo scorso martedì avendo saputo dal Fb della Asl di Lecce che durante questa settimana si sarebbe proceduta alla vaccinazione degli over 80 la signora Petrucelli ha deciso di ricontattare il Cup. Dopo aver parlato con l'operatore l'amara sorpresa: «Della prenotazione effettuata in farmacia e confermatami dallo stesso Cup non c'era più traccia. Bisogna ricominciare tutto dall'inizio. Mi sono sentita presa in giro - spiega - Mio padre attendeva una chiamata della Asl da più di tre settimane e all'improvviso aveva perso la priorità al vaccino. Ho chiesto spiegazioni all'operatore telefonico il quale mi ha chiarito che con buona probabilità alla base di questo disguido c'era stato un problema tecnico di trasmissione dei dati tra farmacie abilitate e la stessa Asl. Una situazione che ha dell'assurdo», tuona. Dopo l'ultima telefonata delle scorse ore al Cup alla fine la signora Petrucelli ha ricevuto un ulteriore appuntamento per la vaccinazione del padre fissato al 24 aprile. «E speriamo che questa sia davvero la volta buona».

La storia 3/ Vaccino anticipato senza una chiamata, 81enne lasciata sola

E c'è anche chi rischia di saltare l'appuntamento per l'inoculazione del vaccino. L'appuntamento viene anticipato senza che l'interessata ne sappia nulla. Ennesima storia di caos durante la campagna vaccinale a Lecce. È accaduto ad una signora di 81 anni che grazie all'aiuto dei famigliari ha confermato - tramite una farmacia della città abilitata alla prenotazione - la data per ricevere il vaccino. Consegnato il foglio con tanto di prenotazione, o meglio con la manifestazione di interesse a ricevere il vaccino, la signora ha fissato nella sua mente la data del 14 aprile per riceve il vaccino presso il vecchio Vito Fazzi. Un traguardo tanto atteso per uno dei soggetti che lo Stato definisce fragili: la signora infatti soffre di alcune patologie cardiache ed è diabetica. Ricevere la sua dose di vaccino significa metterla al riparo dal covid-19.
Fin qui tutto tranquillo. Ma il bailamme dei vaccini finito sui social e sui giornali, con code infinite alla caserma Zappalà di Lecce, storie di odissee assurde raccontate sui social ha fatto saltare la mosca al naso dei famigliari che si sono voluti assicurare che tutto fosse nella norma.
«Visto quanto stava accadendo - spiega uno dei famigliari che vuole mantenere l'anonimato - sono andata presso la farmacia in cui ho effettuato la prenotazione e ho ricevuto una bella sorpresa», spiega ironicamente la figlia della signora. L'appuntamento per il vaccino infatti era stato spostato senza che nessuno avvisasse la famiglia. La Asl che avrebbe dovuto contattare la signora per confermare o variare data, luogo e ora dell'appuntamento non si è fatta sentire. Risultato? «Solo ieri ha saputo che devo accompagnare mia madre domani (oggi, ndr) alla Caserma Zappalà e non più al Vito Fazzi. Mi hanno dato un range di orario dalle 15 alle 18. Una vergogna - tuona la donna - Se non mi fossi interessata io a chiedere informazioni non ne avremmo saputo niente e mia madre con tutti i suoi problemi di salute non avrebbe ricevuto il vaccino». Almeno non ora.
Se la donna non si presentasse oggi, dovrebbe effettuare una nuova prenotazione facendo slittare «chissà a quando la nuova data. Comprendo tutte le difficoltà - aggiunge la figlia - ma credo che sia vergognoso trovarsi davanti a tanta disorganizzazione».

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