«Truffa coi fondi dell’Antiracket»: il pm invoca pene fino a 18 anni

«Truffa coi fondi dell’Antiracket»: il pm invoca pene fino a 18 anni
«Truffa coi fondi dell’Antiracket»: il pm invoca pene fino a 18 anni
di Roberta GRASSI
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Lunedì 23 Ottobre 2023, 18:17 - Ultimo aggiornamento: 20:51

Diciotto anni di reclusione per Maria Antonietta Gualtieri, 68enne, di Lecce, ex presidente dell’associazione Antiracket Salento, 12 anni per Giuseppe Naccarelli, 54 anni, di Veglie ex funzionario del Comune, 11 anni per Pasquale Gorgoni, 68enne, di Lecce, anch’egli ex funzionario a Palazzo Carafa e 4 anni per l’ex assessore al Bilancio Attilio Monosi: sono le principali richieste di pena formulate dal pm Massimiliano Carducci al termine del processo in corso all’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola dinanzi al Tribunale in composizione collegiale (presidente Cinzia Vergine). 

Le altre pene invocate sono: 3 anni per Marco Fasiello, 46 anni, di Lecce; 4 anni e 6 mesi per Giancarlo Saracino, 70 anni, di Lecce; 2 anni per Maurizio Vetere, 64 anni, nato a Taranto e residente a Nardò; 4 anni per Paolo Rollo, 66 anni, di Lecce; 3 anni e 6 mesi per Francesco Lala, 43enne di Leverano; 1 anno per Pierantonio Cicirillo, 59 anni, di Lecce e Fabrizio Natale, 47 anni, di Lecce.

Non luogo a procedere per Francesco Cavallo. Chiesta anche la condanna delle società e la confisca di quanto in sequestro. A vario titolo sono contestate accuse di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso materiale e ideologico, corruzione, millantato credito e peculato. L’inchiesta “Antiracket” svelò un presunto raggiro da quasi due milioni di euro ottenuto grazie ai fondi stanziati dal ministero dell’Economia e delle Finanze e destinati alle attività delle associazioni di settore.

L'indagine

In particolare le figure centrali dell’indagine avrebbero contribuito a documentare spese fittizie per l’attività di funzionamento dei tre sportelli di Lecce, Brindisi e Taranto dell’associazione “Antiracket Salento”, diretta da Maria Antonietta Gualtieri. Avrebbero rendicontato «spese per personale inesistente, per attività d’istituto mai effettuate e per la fittizia fornitura di beni e prestazione di servizi mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti». A indagare fu la Finanza. E vi fu anche un terremoto politico, nel 2017, per via del coinvolgimento di Attilio Monosi, all’epoca assessore comunale al Bilancio, per il quale la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari. Richiesta poi respinta, e sostituita dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Gallo con l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. 

In una delle precedenti udienze era già stata dichiarata la prescrizione per alcune ipotesi di reato e quindi alcuni fra i 23 imputati inziali erano usciti di scena. Parti civili sono il Comune di Lecce, la Regione Puglia; l’associazione Antiracket Lecce e quella di Taranto e due ex dipendenti.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Amilcare Tana, Riccardo Giannuzzi, Luigi Covella, Giuseppe Milli, Luigi e Roberto Rella, Stefano De Francesco, Anna Grazia Maraschio, Carlo Sariconi, Andrea Conte, Francesco De Iaco, Cesario Vito Del Cuore, Paolo D’Amico, Sandro Caforio, Francesco Spagnolo, Andrea Sambati, Giuseppe Romano, Paolo Spalluto, Francesco Galluccio Mezio, Francesca Conte, Viola Messa, Marco Pezzuto, Paolo Pagliara, Riccardo Rodelli, Daniele Cataldi, Lavinia Gala, Carlo Congedo, Cristiano Solinas, Alessandro Troso, Giuseppe Fornari, Antonella Lillo, Romeo Russo, Manfredo Fiormonti.

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