Ticket d'ingresso per le chiese, il ministero: «Ribaltata la destinazione d'uso: lo sfruttamento economico per fini turistici non può prevalere sul culto»

Ticket d'ingresso per le chiese, il ministero: «Ribaltata la destinazione d'uso: lo sfruttamento economico per fini turistici non può prevalere sul culto»
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Martedì 8 Settembre 2020, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 19:00
«Dal regolamento di accesso, che prevede in via generale un ticket per l'ingresso alle 4 chiese leccesi, individuando specifiche eccezioni alla norma generale, si potrebbe rilevare un sostanziale ribaltamento delle destinazioni d'uso degli edifici, per i quali sembra prevalere lo sfruttamento economico della dimensione turistico-culturale rispetto all'originaria funzione cultuale». Il parere del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) parla chiaro: il ticket turistico per l'ingresso in quattro chiese di Lecce (La cattedrale di Santissima Maria Assunta, la basilica di santa Croce, la chiesa di san Matteo e la chiesa di santa Chiara) previsto nell'ambito del progetto "LeccEcclesiae — Alla scoperta del Barocco" e affidato ad "ArtWork", società cooperativa sociale con sede a Lecce, avrebbe finito per ribaltare la destinazione d'uso degli edifici.

Luoghi di culto per i quali, secondo il espresso dal Mibact in risposta a un'interrogazione presentata nell'ottobre dl 2009 dal senatore del Movimento 5 Stelle Iunio Valerio Romano, lo sfruttamento economico per fini turistici e culturali ha finito per prevalere sull'originaria funzione religiosa delle chiese. «E seppure  sia previstala possibilità di regolamentare la disciplina di accesso per gli usi diversi, prevedendo quindi che l'ingresso possa anche non essere gratuito per finalità turistico-culturali, senza che ciò si traduca in una lesione del diritto di accesso dei fedeli». 

Infine il "richiamo" del Sottosegretario  per i beni e le attività culturali e per il turismo Orrico: «L'ingresso libero e gratuito dovrebbe costituire la regola, derogabile in casi eccezionali, pur garantendo sempre e comunque la possibilità dell'accesso gratuito a quanti intendono recarsi in chiesa per pregare e ai residenti nel territorio comunale. La ratio, ribadita ancora una volta, appare quella di considerare come prevalente la finalità cultuale su quella culturale-turistica, circoscrivendo la possibilità di sottrarre l'edificio alla libera fruizione della collettività a limitate e motivate eccezioni»

Per il senatore Romano, il quale ha sollevato la questione: «Non si tratta cacciare i mercanti dal tempio, ma di far ricadere nel giusto alveo iniziative che, se pur pregevoli nelle intenzioni e nei fini, devono trovare il corretto inquadramento giuridico all'interno di un sistema ordinamentale che valga per tutti, senza equivoche eccezioni».
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