La vergogna sulla superstrada Lecce-Brindisi: un tappeto di rifiuti

La vergogna sulla superstrada Lecce-Brindisi: un tappeto di rifiuti
di Maurizio TARANTINO
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Martedì 5 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 12:14

Il mare, il sole, il vento e i rifiuti. Le cartoline inviate dal Salento ormai non possono fare a meno di includere il racconto di una terra devastata dall’incuria e dalla maleducazione. Un triste ricordo per chi va via dopo una bella vacanza sulla costa o nell’entroterra, felice di aver trovato buon cibo e accoglienza, ma certamente dispiaciuto per quanta inciviltà contraddistingue i salentini. 

Un tappeto di spazzatura

Rifiuti ammassati sulle provinciali e sulle piazzole delle Statali ormai non si contano, nonostante i tentativi di associazioni, sindaci, anche dello stesso Quotidiano con l’iniziativa “Sporchiamoci le mani” che ha riguardato le province di Lecce e Brindisi, di sensibilizzare i cittadini a non essere etichettati come sporcaccioni.

Recentemente anche Italia Nostra -sezione sud Salento ha lanciato l’allarme inquinamento: in caso di incendio sarebbero contaminate tutte le matrici ambientali a partire dal suolo e dall’aria, con gravi ripercussioni sulla salute. «Abbiamo chiesto da tempo un tavolo di confronto con le istituzioni interessate a partire da Anas -sottolinea il presidente Marcello Seclì-. Dobbiamo pensare alla tutela dell’ambiente e cercare di dare un biglietto da visita migliore per il territorio». 

I bustoni abbandonati si lacerano e liberano i rifiuti

 

Una delle ultime segnalazioni riguarda la Superstrada Lecce-Brindisi, compromessa dalla sporcizia senza soluzione di continuità. All’altezza dello svincolo per la zona industriale per Surbo un tappeto di rifiuti indifferenziati copre la campagna ma anche il cuore di chi passa e osserva lo sfacelo. Metro dopo metro lo spazio accanto all’arteria che accompagna i turisti verso altre regioni è diventato inguardabile, simbolo di una civiltà che tarda a riscoprire le proprie radici di convivenza con la natura. Proprio quei rifiuti raccontano una storia di ulteriore degrado: fino a qualche mese fa infatti erano stati raccolti e ordinati in sacchi neri, in attesa di essere smaltiti, magari trasferiti in discarica. Però nessuno li ha presi con sé, nessuno li ha portati via e ovviamente le intemperie e forse qualche animale selvatico, hanno fatto il resto: i bustoni si sono strappati e i rifiuti nuovamente dispersi per la strada. Oppure, più semplicemente, sono stati lasciati dall’incivile di turno. Oppure - ancora - sono la somma delle due cose. Il risultato non cambia.

La competenza della strada è di Anas


La competenza per quel tratto di strada è di Anas come testimoniato dai cartelli che avvisano i trasgressori di pene severe in caso di mancato rispetto dei luoghi. Una vera e propria beffa, vista l’enorme presenza di materiale lasciato in ogni dove da persone del tutto indifferenti alle sanzioni. Anas da parte sua rivendica di aver fatto il proprio dovere raccogliendo i rifiuti e rilanciando la palla nel campo dei comuni, deputati, secondo l’azienda, a dover procedere allo smaltimento nei centri abilitati. Dal canto loro le amministrazioni, si dicono all’oscuro e di essere pronti  a installare delle fotocamere per incastrare una volta per tutte gli sporcaccioni impenitenti.

Il sindaco: «Pronti a fare la nostra parte»

«Da quello che ci risulta - sottolinea il sindaco di Surbo, Ronny Trio- l’incombenza spetta completamente ad Anas che dovrebbe procedere in maniera autonoma. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a intervenire qualora ci fossero delle criticità ricadenti sul territorio comunale».
Eppure nel 2017, fu annunciata in pompa magna la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Regione Puglia ed Anas, insieme ai rappresentati territoriali di Anci, per il coordinamento dei servizi di pulizia e di raccolta rifiuti abbandonati illegalmente lungo le strade statali gestite dall’Area Compartimentale pugliese. Secondo quanto previsto dall’intesa, la Regione Puglia si sarebbe dovuta fare carico, con proprie risorse, «del rimborso in favore dei comuni competenti per territorio dei costi del servizio di raccolta e trasporto, mentre Anas avrebbe continuato a svolgere il servizio di pulizia delle pertinenze stradali, in particolare lungo le piazzole di sosta». All’epoca furono diramate anche le modalità di svolgimento del serviziocon Anas che avrebbe diffuso il calendario dei servizi di pulizia degli svincoli, delle pertinenze stradali, delle piazzole di sosta, per ciascuna tratta stradale. I rifiuti quindi sarebbero stati depositati lungo le piazzole di sosta, allo scopo di facilitarne la raccolta ed entro tre giorni il comune competente per territorio, attraverso gestore del servizio igiene urbana, avrebbe dovuto procedere autonomamente alla raccolta ed allo smaltimento a discarica dei rifiuti. Queste le parole del presidente regionale Michele Emiliano. «Ci siamo messi insieme – aveva detto - perché ci siamo accorti che i comuni da soli rischiavano di non farcela, cosi come le Province che pure hanno dei problemi molto gravi da affrontare. L’Anas ha subito aderito e, con l’avallo della Direzione romana, ci sta dando una mano fondamentale. Per il momento finanziamo questa attività con un milione di euro, ma potremmo arrivare a due milioni». Un protocollo durato cinque anni, ma che, ormai messo in naftalina, sembra non aver prodotto i risultati sperati.

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