Stretta sul bullismo a scuola: un'App per denunciare i casi

Bullismo
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Lunedì 8 Aprile 2019, 07:25

Un'App contro il bullismo. È la mossa dell'assessore all'Istruzione, alla Formazione, al Lavoro della Regione Puglia, Sebastiano Leo, dopo l'ennesimo episodio di bullismo che si è consumato in una scuola media del Basso Salento a danno di un ragazzo vessato dal branco. Anche questa volta la brutalità è stata tale che ha fatto finire il ragazzo all'ospedale dopo essere stato sbattuto più volte sul pavimento da un compagno più robusto. Un capitolo triste che si aggiunge ad altri casi gravi come quello dello studente del Fermi di Lecce obbligato a fingere d'essere un cancellino o dello studente dell'istituto Olivetti a cui è stata asportata la milza per una spinta ricevuta dopo essersi rifiutato di passare un pacchetto di patatine a un compagno. Per non parlare poi del capitolo docenti, a loro volta destinatari di atti di bullismo che vanno oltre il classico graffio della carrozzeria o le gomme bucate. E non solo. Nell'ultimo caso del ragazzo di scuola media del Basso Salento, i genitori hanno denunciato che il docente ha assistito all'episodio di violenza senza impedirlo. E prima ancora di passività rispetto alla violenza si parlò nel caso del professore bullizzato perché ritenuto gay con annessa denuncia ai carabinieri e precisazione che il fatto più grave, la minaccia con un coltello da parte di un alunno verso il prof, aveva avuto come testimone il vice preside che non intervenne in alcun modo.
«Servono più strumenti per contrastare il bullismo afferma l'assessore Leo dobbiamo constatare che, nonostante l'attività attenta delle scuole, questo fenomeno continua a essere motivo di grave turbamento e di offesa, anche fisica, a partire dai giovanissimi. La Regione Puglia non ha mai sottovalutato il problema tant'è che con Diritti a scuola prima e con Tutto a scuola dopo abbiamo dato possibilità alle scuole di inserire nei loro progetti educatori e psicologi. C'è un problema culturale, da affrontare, senza trascurare che è necessaria una stretta collaborazione tra scuola e famiglie. Non basta la riprovazione del fenomeno, questo i docenti lo sanno bene e lavorano con competenza per aiutare le vittime, ma anche chi commette atti non accettabili. Va compresa la situazione in cui matura questo fenomeno, oggi ancora più devastante per la diffusione in rete degli atti di bullismo». E poi Leo lancia la sua idea: «Proporrò all'Usr di realizzare insieme un'App per segnalare i casi di bullismo in forma anonima e un questionario da distribuire nelle scuole per saggiare l'entità del fenomeno. Spesso le vittime non denunciano, per paura o vergogna, come pure i testimoni passivi degli atti di violenza non prendono iniziative per segnalare ai docenti quello che subisce un loro compagno o una loro compagna. Un'App può aiutare a far emergere i casi senza doverne parlare dopo che per mesi la vittima ha subito ogni tipo di soprusi. Soprattutto quando il caso emerge, è sempre per qualcosa di particolarmente grave. Dobbiamo evitare che ciò accada. Penso che un'App possa aiutare chi vuole uscire dalla spirale della violenza. Chi non riesce a parlarne con un adulto potrà avere uno strumento che gli permette di farlo in forma anonima, oltre ad essere una modalità di comunicazione che i ragazzi e le ragazze sentono familiare. Credo molto anche nel questionario perché ci darà possibilità di indagare l'estensione del fenomeno, la sua percezione, le modalità relazionali e comportamentali».
Il tutto con il coinvolgimento dell'Usr. «Ovviamente la mia è una proposta precisa l'assessore che girerò all'Usr perché è necessario il confronto e anche la condivisione del progetto.

Valuteremo insieme se sarà il caso di coinvolgere anche l'università, sia per la realizzazione dell'App, che per la formulazione del questionario e per la successiva interpretazione dei dati da parte di psicologi, pedagogisti, sociologi».

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