«Non avevo intenzione di uccidere ma di spaventare». Ma per i giudici la sua versione non regge: «Se avesse voluto veramente solo spaventare, avrebbe potuto limitarsi a brandire l'arma o, al più, a sparare in aria». Il 21enne, Rudi Ibrahim, di Galatina di origini albanesi, accusato di tentato omicidio plurimo aggravato e detenzione e porto illegale di armi da guerra, dopo aver esploso 18 colpi di pistola mitragliatrice all'indirizzo della ex fidanzata, della sorella di lei e altri tre amici, la notte tra il 9 e il 10 agosto in via Kennedy a Gallipoli, in Salento, resta in carcere.
La decisione dei giudici
Resta in carcere Rudi Ibrahim. Il gip di Lecce Marcello Rizzo ha confermato il provvedimento del pm nell'udienza di convalida del fermo, disponendo la custodia cautelare in carcere per gravi indizi di colpevolezza.
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Una versione che però non ha convinto il gip che, sulla scorta delle dichiarazioni dei testimoni e dei filmati di videosorveglianza, ha rimarcato la premeditazione e come il giovane sia arrivato sul posto armato, aggiungendo che «se avesse voluto veramente solo spaventare, avrebbe potuto limitarsi a brandire l'arma o, al più, a sparare in aria».