Cicirillo al timone della Cultura: «Sì agli eventi nelle piazze. E presto riapriremo le Mura»

Cicirillo al timone della Cultura: «Sì agli eventi nelle piazze. E presto riapriremo le Mura»
di Paola ANCORA
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Domenica 30 Giugno 2019, 11:41
«Per me i luoghi vanno tutelati e fruiti. La città ha diritto di vivere i suoi spazi». La pensa così Fabiana Cicirillo, architetto specializzato in beni culturali e nuovo assessore alla Cultura e all'Istruzione. Mentre Comune e Soprintendenza definiscono, insieme, le nuove regole per l'organizzazione di eventi e concerti nei luoghi storici della città, l'assessore traccia la linea: no, dunque, al «quartiere museo» nel quale nulla è possibile; sì, invece, a spettacoli, cinema, concerti adeguati alla delicatezza delle piazze e degli scorci barocchi.
Cinquantanove anni portati con disinvoltura, due figlie già grandi e un marito, Cicirillo ha mosso i primi passi nell'agone politico due anni fa nelle file di Una Buona Storia per Lecce di Giuseppe Fornari. Poi, dopo il matrimonio del movimento con Idea per Lecce e la nascita di Civica, la candidatura alle Comunali vinte al primo turno dal sindaco Carlo Salvemini.
Assessore, lei è stata la seconda dei non eletti dopo Angelamaria Spagnolo. La lista Civica. ha, comunque, indicato il suo nome per la Giunta. L'hanno scelta perché è cugina di Fornari?
«La scelta è dovuta alla mia esperienza di architetto dei beni culturali ed è stata sostenuta dal gruppo di Civica, espressione della cittadinanza attiva che vuole essere protagonista. Sento l'energia per fare bene e corrispondere alla fiducia del sindaco, di Civica e dei cittadini ci hanno affidato il governo della città».
C'è stato un passaggio di consegne con l'ex assessore Antonella Agnoli? Che situazione ha trovato in assessorato?
«Succedere ad Antonella Agnoli è una grande responsabilità. È stata protagonista di una svolta innovativa per le politiche culturali in città, orientando l'assessorato verso il tema della cittadinanza culturale e dell'inclusione, colmando gap storici come l'assenza di una biblioteca civica e la carenza di iniziativa culturale nei quartieri. Si è lavorato molto bene e intendo garantire continuità a partire dal programma del cinema all'aperto».
Ci sarà anche questa estate la rassegna all'ex convento dei Teatini?
«Ci sarà sicuramente il cinema all'aperto, stiamo valutando se ai Teatini dove ho trovato già in calendario numerose attività culturali o in uno spazio altrettanto importante in centro città. Aggiorneremo i cittadini a breve. In ogni caso, i Teatini dovranno continuare ad essere uno spazio culturale aperto al centro della città storica».
Proseguiamo con i luoghi-contenitore: cosa farete del Castello Carlo V? Si riuscirà a fruirne nella sua completezza?
«Il castello Carlo V è ancora parzialmente sotto restauro e diviso in parte tra Comune e Soprintendenza. Dopo il completamento dei lavori costruiremo insieme un progetto di fruizione e gestione che consenta di farne un luogo che racconta la storia della città».
Possiamo coltivare la speranza che il dialogo con la Soprintendenza si sblocchi a breve? Nulla si muove sul castello da ormai quasi due anni.
«Negli ultimi due anni è stata aperta la cosiddetta Porta Falsa su Piazza Libertini e sono stati resi visitabili dalla Soprintendenza gli spazi interni. Già oggi, fino a settembre, sono aperti alle visite sotterranei, prigioni, camminamenti e museo della Cartapesta, oltre alle parti comunali. Il castello ha cominciato ad essere vissuto maggiormente da leccesi e turisti e sono certa che con la Soprintendenza ci sarà una ottima collaborazione operativa».
Ex convento degli Agostiniani. Anche per questo bene la città attende novità. E poi ci dica: affronteremo un'altra estate con le Mura Urbiche chiuse al pubblico?
«L'edificio satellite degli Agostiniani sarà la nuova biblioteca civica di Lecce. Stiamo procedendo con le gare per allestimenti e servizi, poi procederemo con la gestione. Per le Mura Urbiche siamo nella fase di trasferimento del bene dal patrimonio del Demanio al nostro. Ho già avuto un incontro a Bari su questo tema. Dopo questo passaggio stileremo un piano di gestione e fruizione del bene. Nel frattempo, siamo al lavoro per aprire Palazzo Giaconia in collaborazione con l'Istituto per ciechi, e per aprire i cancelli su piazzetta Peruzzi e sul parco delle Mura».
Ancora un luogo: il Must. E poi i teatri, Apollo e Paisiello. L'Apollo, in particolare, attende un management all'altezza: cosa immagina?
«Al Must la situazione è complessa, anche a causa dell'assenza di un direttore. I teatri comunali sono stati messi a norma e animati da stagioni teatrali, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, che hanno avuto successo e risposta di pubblico. Ho già incontrato il Tpp per la programmazione del prossimo anno. Al Paisiello interverremo sui noti problemi di sicurezza delle quinte che sono urgenti da risolvere.
Il suo sguardo sulle periferie.
«L'accorpamento delle deleghe Cultura e Istruzione ci consentirà di collaborare molto con gli istituti scolastici, che vorrei fossero presidi di cultura nei quartieri, insieme alle parrocchie, all'associazionismo e alle sedi comunali. Dall'anno prossimo mi piacerebbe anche portare nei quartieri il cinema all'aperto».
Ci descriva la Lecce della Cultura fra cinque anni, a fine mandato.
«Lavoreremo per migliorare gli indici di povertà educativa e culturale in città, che sono ancora molto bassi, e sul tema della cittadinanza culturale. Metteremo in rete i luoghi di cultura, con le loro diverse identità, portandoli nella vita quotidiana dei leccesi, lavorando a un Piano strategico con la cittadinanza».
Dovrà farlo con le poche risorse, di denaro e personale, che avrà a disposizione. Lo sa?
«Il sindaco Salvemini è stato il primo ad aver assegnato all'assessorato alla Cultura un budget dal bilancio dell'ente, anche in presenza delle note difficoltà. Ci attiveremo per sfruttare ogni occasione per reperire risorse. Mi piacerebbe collaborare con l'Università per portare studenti e tirocinanti in assessorato su progetti specifici. Come vede idee ed entusiasmo non mancano».
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