Sgarbi boccia la movida: «Divertimento coatto, Lecce infrequentabile»

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi
di Stefania DE CESARE
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 18:18

Un giudizio severo, che suona come una condanna. «Un divertimento coatto imperversa a Lecce, spesso infrequentabile». Parola di Vittorio Sgarbi. Il sottosegretario alla Cultura, in una intervista a tutto tondo su temi come ambiente, paesaggio e cultura rilasciata ieri a Quotidiano, si è soffermato in un breve passaggio anche sul capoluogo salentino, dipingendo Lecce come una città “ostaggio” di un certo tipo di offerta turistica, più legata agli eccessi che non alla qualità. «Brindisi è stata preservata dalla violenza psicologica di questo costume contemporaneo di divertimento coatto, che invece imperversa a Lecce, spesso infrequentabile». 

I gestori dei pub

Questo il giudizio. E la risposta della movida non si fa attendere: «Non sa quello che dice». Gli imprenditori della vita notturna cittadina difendono l’offerta di divertimento presente nella città capoluogo. Una offerta che ha contribuito a far classificare Lecce al terzo posto nella classifica delle mete preferite pugliesi per numero di turisti ospitati da giugno a settembre (dati Pugliapromozione 2022). Il giudizio del sottosegretario, quindi, getta un’ombra sui risultati ottenuti. «È evidente che Sgarbi non conosce bene i vari strati del tessuto leccese, anche quello che si diverte – afferma Paolo La Peruta, titolare del “Caffè Letterario” -.

Lecce ha raggiunto una quantità tale di proposte che attira e accontenta qualsiasi strato sociale e livello culturale. Ovviamente il turismo di massa è numericamente più evidente. Ma a Lecce dal punto di vista della varietà del divertimento c’è solo l’imbarazzo della scelta».

Eppure questa estate l’amministrazione comunale è dovuta intervenire proprio per evitare che alcuni eccessi prendessero il sopravvento. A partire dalla “stretta” sulla movida, ovvero l’ordinanza sindacale emanata dal sindaco Carlo Salvemini per riportare ordine e decoro all’interno delle zone del divertimento. Restrizioni precise con stop alla musica dopo la mezzanotte e chiusure anticipate dei locali del centro storico. Il provvedimento è stato emesso sulla scorta delle indicazioni dettate in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza nella quale sono state rilevate gravi criticità di disturbo alla quiete pubblica. «Ma è stato un controllo relativo a un tipo di movida – aggiunge La Peruta -, che magari cerca la notte fonda, il divertimento più chiassoso o di massa. Ma ripeto l’offerta turistica a Lecce è di qualità. Il rischio è che queste proposte vengano soffocate da quelle più chiassose. Ma questo può accadere ovunque». 

L'ordinanza

L’ordinanza sulla movida non è stato l’unico provvedimento preso dal Comune. Da tre anni ormai è in vigore il nuovo regolamento sui dehors (approvato a fine 2019) i cui effetti, però, sono stati in parte “frenati” dalla pandemia e dalle disposizioni nazionali adottate per aiutare le attività commerciali (una ulteriore deroga del regolamento fino a 30 giugno 2023 è stata approvata nell’ultimo legge di bilancio). Ma non solo. Lo scorso anno Palazzo Carafa si è dotato del Documento strategico del commercio che ha bloccato per due anni il rilascio di nuove licenze per la ristorazione all’interno dell’area antica che ha visto un proliferare di pub e ristoranti. Un destino simile a tante città turistiche che, però, a Lecce ha creato negli anni squilibri nell’offerta di servizi, esasperando gli animi di alcuni residenti. 
«Non credo che Lecce sia infrequentabile – sottolinea Danilo Stendardo, titolare del “Road66” -. Si è perso il controllo della situazione rispetto ad alcuni locali irregolari che offrono una cattiva immagine. Ed è questo che fa rumore. Però non si può mettere un puntino così nero sulla nostra città». Da qui la necessità di fare ordine affinché l’offerta “sana” di divertimento possa avere la giusta attenzione. «Altrimenti finiremo che personalità come Vittorio Sgarbi, che non è certo l’ultimo arrivato, possa dire che a Lecce ci sia solo l’offerta cattiva – aggiunge Stendardo -. Bisogna lavorare nel buono e limitare gli irregolari».
Ma c’è chi in parte approva le parole del sottosegretario. «Magari ci fosse la movida di cui parla Sgarbi – afferma Andrea Favale, titolare del “Mamma Elvira” –. La verità è che esclusi i ristoranti e cocktail bar non c’è molto da fare in città. Siamo ben lontani sia dalla movida becera ma anche dall’offerta culturale di un certo livello. Bisogna fare molto di più, anche dal punto di vista della comunicazione. Anche quei pochi eventi proposti non sono pubblicizzati adeguatamente».

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