L'idea di Sgarbi: «Brindisi città dell'arte moderna. Valorizzare la tradizione del “Tempietto” con una succursale del Maxxi»

Il capannone ex Montecatini
Il capannone ex Montecatini
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 05:00

Dalla tradizione, unica in tutto il Salento, della galleria “Il Tempietto” ad una succursale del Maxxi, il Museo nazionale delle arti del 21esimo secolo. A lanciare la proposta, nelle scorse ore, è stato il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, proprio, ricordando la galleria d’arte moderna attiva a Brindisi dal 1979 ai primi anni Duemila e sottolineando come la città «sia stata preservata dalla violenza psicologica di questo costume contemporaneo del divertimento coatto, che invece imperversa a Lecce, spesso infrequentabile».

Una tradizione sottovalutata

In passato, ricorda infatti il sottosegretario, «a Brindisi venne coltivata una tradizione di arte contemporanea al “Tempietto”. Quel filone potrebbe essere ripreso, magari realizzando proprio a Brindisi - come è stato fatto a L’Aquila - una succursale del Maxxi di Roma. Potrebbe essere un modo per trovare una dimensione e uno spazio per il gusto e la sensibilità contemporanei. In Puglia non c’è ancora nulla del genere». Come, del resto, non c’è mai stato uno spazio - spesso sconosciuto o sottovalutato dagli stessi brindisini - come la galleria “Il Tempietto”, che ha portato nel capoluogo messapico artisti di calibro nazionale e internazionale.

La possibile sede

Ma quale potrebbe essere lo spazio adatto per tornare ad ospitare, a Brindisi, il meglio dell’arte moderna. Il primo luogo a venire in mente per uno scopo del genere è certamente il capannone ex Montecatini. Terminati i lavori di ristrutturazione e recupero del monumento di archeologia industriale, nel 2008, l’allora sindaco Domenico Mennitti, con il sostegno dell’allora presidente dell’Autorità portuale di Brindisi Giuseppe Giurgola e d’intesa con Massimo Cacciari, propose di farne la sede per gli eventi collaterali della Biennale di Venezia, con una sorta di gemellaggio tra le due città d’acqua.

Alla fine, però, non se ne fece niente.

Dai tentativi passati ai progetti recenti

Qualche anno dopo, durante l’amministrazione di Mimmo Consales, l’interesse si spostò sulla Triennale di Milano. Un interesse che, anche in questo caso, si era fatto molto concreto, considerato che il direttore generale Andrea Cancellato visitò la città ed in particolare proprio il capannone ex Montecatini. Dopo quella visita, l’istituzione culturale lombarda scrisse all’allora primo cittadino aprendo la porta alla collaborazione con il Comune di Brindisi sul progetto per la «realizzazione di un polo espositivo e culturale sui temi dell’architettura, del design e della contemporaneità». Un progetto improvvisamente e misteriosamente fallito.
In entrambi i precedenti, tra l’altro, l’idea dello spazio espositivo conviveva, in qualche modo, con quella di aree al servizio del traffico passeggeri ed, in particolare, di quello crocieristico. Una “contaminazione” che, almeno teoricamente, non si è persa e che, infatti, è recentemente ritornata alla ribalta grazie al progetto “Brindisi Smart City Port”, finanziato con poco meno di 13 milioni di euro di fondi Pac.
Il progetto comprende molti lotti, uno dei quali riguarda proprio il capannone ex Montecatini, che passerebbe dall’Autorità portuale al Comune, e potrebbe avere un doppio utilizzo: in parte terminal crociere ed in parte spazio per ospitare esposizioni, eventi culturali e ricreativi e anche - come sperimentato ormai diverse volte - concerti.

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