Movida e decibel fuori controllo: indagini della Digos sulla movida. Indagati sei locali del centro

Movida e decibel fuori controllo: indagini della Digos sulla movida. Indagati sei locali del centro
di Lucia PEZZUTO
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:47

Musica e centinaia di giovani per strada a Brindisi: rinasce la movida ma piace un po’ meno ai residenti del centro cittadino. Così la Questura, attraverso la Digos, ha aperto un fascicolo di indagine sui decibel fuori controllo. Una città in movimento e particolarmente animata soprattutto nel week end non dispiace se crea divertimento ed economia ma gli eccessi disturbano ed anche tanto se a subirli sono coloro che abitano giusto a qualche metro dai locali notturni. 

I residenti del centro


Ne sanno qualcosa i residenti del centro storico di Brindisi, oggi riunitisi in un Comitato , “Civilmente in centro”, presidente Federico Massa, che da due anni lottano per il rispetto delle regole e del vivere civile. «È giusto che i locali possano lavorare – dice Francesco De Rinaldis Saponaro, uno dei membri del Comitato - ma è altrettanto giusto rispettare gli orari e consentire ai residenti di risposare». Ed invece, nonostante gli esposti e le segnalazioni, in merito alla musica oltre orario e ai decibel superati di gran misura, la situazione sembra non trovare soluzione e decine di famiglie che abitano proprio a ridosso di questi locali non trovano pace. Eppure la legge regionale, che riprende le linee di quella nazionale, è piuttosto chiara. Per quanto concerne i locali pubblici, lo dice anche la legislazione nazionale, la massima intensità di rumore quella dei 70 decibel nelle zone commerciali o caratterizzate da traffico intenso e i 50 decibel nelle zone protette. 
E fissa come orario limite quello delle 24. È inutile a dirsi ma la legge viene puntualmente violata e non solo in questi giorni di festa, che forse un margine di tolleranza ci potrebbe anche stare, ma bensì 365 giorni l’anno.


A peggiorare la situazione poi, questa estate una ordinanza sindacale che ha consentito ai locali in questione a prolungare l’orario della musica. In particolare per il centro abitato l’ordinanza sindacale stabiliva che: “Limitatamente ai giorni di venerdì e sabato, nonché ai giorni festivi e prefestivi infrasettimanali nel centro abitato: dalle ore 20,30 fino alle ore 1 del giorno successivo; limitatamente ai giorni di domenica nel centro abitato: dalle ore 20,30 fino alle ore 00,01 del giorno successivo”. 
Ed aggiungeva: “Le attività previste dall’ordinanza che comportano la diffusione sonora e musicale svolta all’esterno dei locali, su aree pubbliche e private, anche attraverso l’installazione di diffusori acustici derivanti da impianti interni ai locali e agli spazi dati in concessione, determinano l’obbligo per i titolari di dotarsi, propedeuticamente all’avvio dell’attività, della relazione previsionale di impatto acustico di cui alla Legge numero 447/1995 e alla Legge regionale 12.02.2002 numero 3. 

Le norme

Al di fuori degli orari consentiti, tutti gli impianti sonori di qualsiasi tipo devono rigorosamente essere spenti, sia all’esterno che all’interno dei locali. È altresì vietata la diffusione di musica con impianti sonori di qualsiasi tipo durante gli eventi organizzati dall’amministrazione comunale per l’estate 2022 nel raggio di 500 metri dalla sede della manifestazione”. Il prolungamento dell’orario e l’alzamento dei limiti relativi alle emissioni sonore hanno dato il colpo di grazia ai residenti. E nonostante la suddetta ordinanza avesse quale scadenza il 15 settembre molti gestori dei locali hanno tranquillamente continuato a far musica oltre orario. 
«Dopo aver pazientato per due anni ci siamo resi conto di aver avuto a che fare con una amministrazione comunale fallimentare - dice Saponaro- i danni li hanno pagati i cittadini residenti come si evince dagli esposti ma ora li pagheranno anche gli esercenti che, verosimilmente, saranno condannati penalmente, e in più riceveranno dai cittadini, che hanno pazientato sino ad oggi e che non avevano l’obiettivo di colpire gli esercenti, la richiesta di risarcimento danni.

Tutto questo non sarebbe successo se l’amministrazione avesse fatto rispettare le regole».

Le indagini

Allo stato attuale a seguito delle denunce presentate dai residenti ed in particolare dai membri del Comitato “Civilmente centro” sei titolari di locali notturni risultano indagati, questi lo scorso giugno hanno ricevuto l’avviso conclusioni indagini da dove si evince la contestazione di una serie di illeciti amministrativi, ossia: la presenza delle casse per la diffusione della musica all’esterno dei locali, la mancanza della Via, la Valutazione di impatto Acustico e, per alcuni, anche l’occupazione abusiva di suolo pubblico. La situazione è grave, gli indagati , al netto dei due che nel frattempo si sono messi in regola, rischiano grosso. In particolare per il gestore di un locale è stata chiesta al Suap, Sportelli Unici per le Attività Produttive, anche la revoca della licenza. In questo caso oltre alla mancanza della Via ed al superamento dei limiti imposti c’è si parla anche di somministrazione di alcolici ai minori e droga. Intanto il comitato “Civilmente in Centro” il 20 dicembre scorso ha incontrato i dirigenti della Polizia che sino ad oggi hanno condotto le indagini su questo caso per fare il punto della situazione.

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