Salento, 35 chilometri di costa senza poter fare il bagno: restano quasi tutti i divieti tra Melendugno e Otranto

Dopo le ordinanze della capitaneria dello scorso dicembre, i sindaci si sono messi al lavoro per cercare di limitare le restrizioni ma nella maggior parte dei casi si "limiteranno" a installare dei cartelloni

Salento, 35 chilometri di costa senza poter fare il bagno: restano quasi tutti i divieti tra Melendugno e Otranto
di Giuseppe TARANTINO
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Sabato 23 Marzo 2024, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 08:32

A poche settimane dall'apertura della stagione, restano irrisolti i nodi sui divieti di balneazione e di navigazione sulla costa tra le marine di Melendugno e Otranto. I sindaci sono cauti sugli interventi da fare, nonostante le interlocuzioni continue con la Capitaneria di Porto. Il rischio geomorfologico per un gran tratto della costa che, in molte aree del litorale ha causato diversi crolli, ha portato a una limitazione di 20 chilometri sui 25 complessivi della costa di Otranto e di altri 15 tra Sant'Andrea e San Foca con divieti di balneazione, pesca, navigazione e sosta a partire dal dicembre scorso.

Ora però si avvicina il momento di fare i conti con le presenze turistiche. «Abbiamo già avuto un confronto con la Capitaneria - spiega il sindaco di Melendugno Maurizio Cisternino - e la prossima settimana contiamo di rivederci.

La situazione è particolare: tolte le spiagge che non sono interessate dai divieti, la parte critica è quella riguardante le falesie a picco sul mare dove in passato abbiamo avuto dei problemi. A partire dalla torre di guardia di Torre dell'Orso che è stata oggetto di alcuni cedimenti nella parte sottostante». Il primo cittadino non nasconde la propria preoccupazione, tanto da valutare la conferma, in alcuni punti, dei divieti presenti in particolare nella zona che proprio dalla marina di Torre dell'Orso conduce a Roca Li Posti. «Si tratta della strada litoranea che si affaccia sulla baia - continua il sindaco - ed è uno dei percorsi più suggestivi per lo spettacolo che offre. Ma se dovessero essere confermati i pericoli, non escludiamo l'interdizione ai veicoli, almeno fino a quando non avremo garanzie di interventi completi di messa in sicurezza».

Le zone a rischio

Undici le zone a rischio che saranno segnalate con adeguati cartelloni di pericolo e che solo in pochi casi saranno riaperte alla frequentazione libera dei bagnanti. Almeno per il momento. La questione infatti è in divenire, tutto dipenderà da quello che gli organi tecnici decideranno nei prossimi giorni. «Siamo in contatto con l'Università di Bari - continua il primo cittadino - e in particolare con il ricercatore Piernicola Lollino, del dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali, che ha avuto un piccolo finanziamento Pnrr per portare avanti degli studi specifici sul tema. Vorremmo trovare una soluzione complessiva ad un problema ormai storico della costa. Non possiamo più procedere con interventi tampone, rischiamo di non avere più tempo».

Più articolata la questione del litorale otrantino dove le zone colpite dai divieti sono in tutto tredici. «La soluzione già pronta è quella che riguarda il costone della Madonna dell'Altomare - spiega il sindaco Francesco Bruni -, si tratta solo di un caso di mancato aggiornamento della mappa del rischio visto che i lavori sono finiti». Diverso è il discorso che riguarda Badisco, dove l'alluvione del 2021 ha cambiato completamente le prospettive di intervento con divieti che fanno rientrare la località nella zona M, che impone una distanza di 30 metri di sicurezza per i bagnanti e i naviganti dalla linea di costa, rendendo impraticabile la discesa a mare nei diversi punti di accesso. «Rimuoveremo i detriti che sono rimasti nella zona dell'ex spiaggetta - continua Bruni - per permettere ai turisti di fare il bagno senza disagi. Per il resto dovremo attendere di capire come intervenire».

Di fatto lo storico approdo di Enea sarà l'unico punto in cui si potrà immergersi senza incorrere in sanzioni o pericoli: nelle altre zone ci saranno i cartelli di divieto che metteranno in guardi i frequentatori dell'area. «In realtà non si tratta di un fatto nuovo - conclude Bruni - visto che nel corso degli anni le ordinanze sono state diverse e sempre relative alle stesse zone. Da parte nostra stiamo completando un piccolo progettino che porteremo in conferenza dei servizi e che avrà una prospettiva di più lungo respiro. Di più non possiamo fare. Le altre zone della costa, dalle Orte alla Baia dei Turchi ad esempio, pur presentando limitazioni, o hanno una ridotta presenza di turisti o presentano aree ridotte di pericolosità».
Problemi che quindi, per i primi cittadini, non troveranno una soluzione definitiva a breve. Uno scenario che rischia di tramutarsi in un boomerang per il turismo non solo delle due località ma per tutto il Salento.

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