Disabile portata via dall'ospedale e sequestrata: chiesti 27 anni di reclusione

Il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci durante la requisitoria di oggi
Il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci durante la requisitoria di oggi
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 23 Aprile 2021, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 19:38

Dopo oltre tre ore di requisitoria il pubblico ministero della Procura di Lecce Maria Rosaria Micucci ha chiesto complessivamente 27 anni di reclusione per i cinque imputati del processo che contesta le accuse di sequestro di persona di una ragazza affetta da disabilità psichica, allo scopo di ottenere la nomina di amministratore di sostegno e cinquemila euro dal padre della stessa.

Le richieste

La pena più alta è stata chiesta al giudice Roberto Tanisi (presidente del Tribunale) per l'avvocato Gabriella Cassano, 50 anni, sottoposta alla misura del divieto di avvicinamento alla ragazza come tutti gli altri imputati: 9 anni ed 8 mesi (è difesa dall'avvocato Luigi Piccinni). Per il suo compagno Fabio Degli Angeli, 51 anni, la richiesta è stata di 7 anni ed 8 mesi (avvocato Salvatore De Mitri). Per Cosimo Visconti, 76 anni, di Porto Cesareo, 4 anni e 4 mesi, con l'esclusione dell'accusa di sequestro di persona (avvocato Letizia Garrisi). Per Cosimo Filieri, 64 anni, di Veglie, 4 anni e mezzo. Infine per Domenico Della Porta, 45 anni, di Carmiano, la richiesta è stata di 2 anni, pena sospesa (avvocato Romeo Russo). L'avvocato Maurizio Sanasi per conto della vittima costituita parte civile ha chiesto un milione di euro di risarcimento dei danni (parte civile anche il padre con l'avvocato Arturo Balzani).

Il processo

Si torna in aula venerdì prossimo 30 aprile per dare il via alle arringhe difensive previste anche per l'udienza del 14 maggio quando, salvo rinvii, è prevista la sentenza.

I fatti di cui si sta occupndo il processo sono collocati a gennaio di tre anni fa, secondo la prospettazione dell'accusa la Cassano e il compagno Degli Angeli avrebbero prelevato la ragazza dall’ospedale e l’avrebbero portata in un’abitazione estiva della stessa Cassano, a Marittima di Diso: qui «la abbandonavano per due giorni, priva della terapia farmacologica che la stessa assumeva su prescrizione medica così scompensandola, lasciandola al freddo, provocandole febbre e malessere», sostiene il capo di imputazione. Le stesse condizioni di degrado e di abbandono si sarebbero poi verificate nei giorni successivi. L’obiettivo sarebbe stato quello di farsi nominare amministratore di sostegno e poter disporre della pensione di invalidità e della indennità di accompagnamento. La Cassano è accusata anche di aver chiesto una ingente somma di denaro al padre della ragazza, per il pagamento di una parcella.

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