Verso il voto, è già toto-nomi. Tra le prime ipotesi Signore, Patti e Mignone

Verso il voto, è già toto-nomi. Tra le prime ipotesi Signore, Patti e Mignone
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Lunedì 4 Settembre 2023, 07:34 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 11:39

La discesa in campo del sindaco uscente Carlo Salvemini imprime un'accelerata alle primarie del centrosinistra. Ora devono essere le altre forze di coalizione a mettere i nomi sul piatto. Delle ipotesi (e anche più di ipotesi) circolano già da un bel po'.

I nomi

In seno al Pd la scelta dovrebbe ricadere sull'assessore Sergio Signore, vicesindaco a Palazzo Carafa. Mentre Sinistra Italiana (tra i primi ad esprimere in maniera forte la sua contrarietà alla ricandidatura di Salvemini con esclusione convinta dell'assessore regionale Anna Grazia Maraschio) dovrebbe puntare sul consigliere comunale Pierpaolo Patti, da sempre molto critico nei confronti dell'operato del primo cittadino.
Il terzo nome in ballo è quello del presidente del consiglio comunale di Lecce Carlo Mignone che viene indicato da Azione del senatore Carlo Calenda, con il benestare del responsabile regionale Fabiano Amati e di quello del provinciale Paolo Greco.


Attualmente quindi i tre ipotetici candidati alle primarie del centrosinistra siedono tutti a Palazzo Carafa.

E forse non è un caso, visto che proprio dalla maggioranza si sono sollevati i mal di pancia più forti nei confronti del sindaco. Forse non a caso le rimostranze nei confronti del primo cittadino più che di natura prettamente politica sono subito apparse più di natura "personale", spesso riconducibili non tanto ad uno scollamento rispetto all'azione amministrativa (di fatto sostenuta con il voto) ma quanto ad un'insofferenza verso un modo di fare poco coinvolgente ed inclusivo.

Lo scenario


Lo scenario delle primarie, adesso, potrebbe aprire alle candidature da parte di altre forze all'interno del centrosinistra che hanno sottolineato la loro lontananza da Salvemini come Puglia Popolare e lo stesso Movimento 5 Stelle, che continua a sentirsi forza di opposizione al Comune di Lecce.
Tornando al Pd, il partito avrà un bel nodo da sciogliere nei prossimi giorni. La candidatura alle primarie da parte di Salvemini ha anche in parte intaccato, se non il cronoprogramma, almeno l'oggetto dei diversi incontri che erano in scaletta questa settimana. Domenica, ad esempio, è in programma alle Officine Cantelmo l'assemblea dei 450 iscritti del Partito Democratico cittadino. Fino a ieri le strade tra cui scegliere erano: sostegno unitario a Salvemini o primarie? Ora, è evidente, che la scelta da fare è un'altra: sostenere alle primarie Salvemini o un proprio candidato? Sergio Signore, appunto.
Non solo. Nel caso in cui Salvemini e il suo vice si dovessero trovare uno contro l'altro armato davanti alle urne delle primarie cosa farà - giusto per fare un esempio - chi tra i big del partito (ma non solo) fin dall'inizio ha dichiarato la ferma convinzione di sostenere Carlo Salvemini? Come hanno fatto la presidente del consiglio regionale e vicepresidente nazionale dei Dem Loredana Capone e il deputato Claudio Stefanazzi. Faranno un passo indietro in nome della "fedeltà" al partito e alle sue scelte?
Quella che già si prospettava come una settimana impegnativa per il Pd, ora appare ancora più complessa. In scaletta c'erano mercoledì l'ascolto da parte del direttivo del sindaco uscente e domenica, naturalmente, l'assemblea.


E proprio per cercare di compattare quanto più possibile le diverse posizioni all'interno del partito in vista dell'assemblea, per questa mattina alle 12.30 presso Palazzo dei Celestini, sede della Provincia di Lecce, era stato programmato un vertice. Tutti invitati e tra gli altri: Claudio Stefanazzi, Loredana Capone, il segretario provinciale Luciano Marrocco, il segretario cittadino Romeo Russo, gli assessori comunali Paolo Foresio e Sergio Signore e anche i 4 consiglieri comunali di Palazzo Carafa: Antonio Rotundo (capogruppo), Lidia Faggiano (vice presidente), Marco Giannotta e Paola Povero.
Fino a ieri sera l'incontro tra i Dem era confermato. Anche perché gli argomenti di discussione sono tutt'altro che venuti meno. Anzi.
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