​Presidenza Tribunale di Lecce, Silvestrini scrive al Csm e rinuncia alla corsa

Silvestrini ha inviato al presidente della quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura una lunga nota

Presidenza Tribunale di Lecce, Silvestrini scrive al Csm e rinuncia alla corsa
​Presidenza Tribunale di Lecce, Silvestrini scrive al Csm e rinuncia alla corsa
di Roberta GRASSI
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 14:18 - Ultimo aggiornamento: 16:12

Ha deciso di rinunciare alla corsa a presidente del Tribunale di Lecce, il magistrato Alessandro Silvestrini, che proprio in relazione alla nomina è stato coinvolto in una più ampia inchiesta della Procura di Potenza, insieme ad altre 9 persone.

Silvestrini risponde di corruzione per aver, secondo l'ipotesi accusatoria, sponsorizzato al Csm la propria nomina in cambio di un presunto incarico dato a un consulente. Nomina per cui è stato contrapposto, per quattro anni, all'attuale facente funzioni, Roberto Tanisi che è stato di recente proposto al plenum dalla quinta commissione per quattro voti a due. 

L'inchiesta

In merito all'inchiesta che più in generale riguarda un presunto giro di favori all'interno del Tribunale fallimentare e nell'ambito della quale si trovano ai domiciliari il magistrato Pietro Errede e il compagno e avvocato Alberto Russi, Silvestrini è indagato in stato di libertà e ha sempre respinto le accuse sostenendo di non aver mai fornito alcun incarico al commercialista in questione, Massimo Bellantone. La richiesta di misura cautelare formulata dalla procura di Potenza nei suoi confronti era stata rigettata dal gip per l'insussistenza della gravità indiziaria.

Il Tribunale del Riesame aveva poi ritenuto inammissibile l'appello della procura. Di recente l'inchiesta è giunta a conclusione. Il Csm, la cui quinta commissione aveva proposto Tanisi cambiando il proprio orientamento a fine luglio, deciderà nei prossimi giorni sul Tribunale di Lecce. 

La nota

Silvestrini ha inviato al presidente della quinta commissione del  Consiglio superiore della magistratura una lunga nota: “Pur essendo stato destinatario di una proposta di nomina al posto di presidente del Tribunale di Lecce, intendo rinunciare all’assegnazione di tale posto. La procedura per il conferimento di tale ufficio si trascina ormai da quattro anni ed il mio iniziale entusiasmo a dirigere il Tribunale nel quale ho trascorso gran parte della mia vita è del tutto scemato. Il 16 agosto del 2021 il Consiglio di Stato adottò una statuizione in base alla quale la mia nomina costituiva un atto dovuto, che doveva intervenire nel giro di qualche giorno. Era impensabile che il Csm non vi ottemperasse; eppure è accaduto”.
“Le mie sollecitazioni  - prosegue - si sono scontrate con un muro di gomma; neppure il mio ricorso per ottemperanza al Consiglio di Stato sortì qualche effetto; addirittura, dopo che la quinta commissione aveva proposto, sia pure a maggioranza, la mia nomina a presidente del tribunale, la pratica non fu portata al Plenum perché il magistrato incaricato tardava a presentare le motivazioni della proposta di minoranza. Una situazione senza precedenti, che ha provocato sconcerto in tutti gli addetti ai lavori. Infine, quando il CSM stava ormai per deliberare, è intervenuta (ma ovviamente con ciò non intendo dire che si sia trattato di “giustizia ad orologeria”) la mia iscrizione nel registro degli indagati presso la Procura di Potenza”.
“Come risulta dall’allegato avviso di conclusione delle indagini – va avanti Silvesrtrini -  i fatti addebitatimi sono di nessuna gravità; dopo una lunga indagine, la perquisizione dell’appartamento in cui vivo con la mia famiglia e la installazione (per oltre un anno) di una microspia nel mio ufficio, il pm mi contesta:  di aver accettato che un amico commercialista tentasse di procurarmi un appuntamento con due importanti esponenti politici, ai quali ritenevo giusto segnalare che il Csm tardava ad ottemperare alla sentenza del Consiglio di Stato che imponeva la mia nomina al posto di presidente del Tribunale. Di aver ricevuto in dono da un amico geometra – mio vicino di casa per circa quarant’anni ed ex collega di ufficio di mia moglie – venticinque tegole usate di nessun valore economico (perché destinate allo smaltimento); 2 una ricciola di circa quattro chilogrammi”.
“Non mi soffermo sulle ragioni, non è questa la sede – spiega ancora il magistrato -  per le quali è logicamente impossibile mettere tali fatti (l’interessamento del professionista ed il regalo della ricciola) in collegamento con la mia attività giudiziaria; ho chiesto agli avvocati che mi assistono di informare il pm che intendo essere interrogato; e confido che lo stesso, dopo avermi ascoltato, prenda atto della irrilevanza penale dei fatti contestati e chieda l’archiviazione. Sono fermamente convinto che una indagine penale che non sia stata in alcun modo avallata da un giudice terzo ed imparziale (nel mio caso il gip ha ritenuto insussistenti gli indizi di colpevolezza e sul punto si è formato il giudicato cautelare) non debba interferire su un procedimento amministrativo di copertura di un ufficio direttivo; e, tuttavia, per non mettere in imbarazzo il Csm ribadisco la mia volontà di rinunciare al posto di presidente del Tribunale di Lecce, in modo da consentirne la sollecita copertura, tenuto conto che il facente funzioni è ormai prossimo al pensionamento”.
Infine: “Conosco, signor presidente, il suo rigore morale e la sua passione civile; e perciò mi permetto di chiudere con una bellissima citazione di Sant’Agostino che mi è stata ricordata qualche giorno fa da un collega e che sono certo rifletta anche il Suo stato d’animo: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle.”

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