Pizzicati in spiaggia: psicosi meduse sul litorale Adriatico

Pizzicati in spiaggia: psicosi meduse sul litorale Adriatico
di Antonio GRECO
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Lunedì 6 Agosto 2018, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 12:27

C'è chi parla di una vera e propria invasione. Di certo la presenza di meduse nel Mar Mediterraneo negli ultimi anni è cresciuta in maniera quasi esponenziale.
Si calcola che siano addirittura decuplicate negli ultimi dieci anni. E le nostre coste non ne sono rimaste indenni. Da Torre Rinalda fino a Santa Maria di Leuca, passando per San Cataldo, San Foca, Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase il coro è unanime: nel mare Adriatico (ma anche in misura molto inferiore sullo Jonio) si registrano numerosi avvistamenti di questi organismi gelatinosi tanto da alimentare un diffuso allarme tra i bagnanti. Non è difficile imbattersi in questi plancton mentre si fa il bagno anche in acque poco profonde. A favorire la riproduzione di questi organismi sono soprattutto le più alte temperature dell'acqua. Certo, ci sono le meduse pericolose e ci sono quelle del tutto innocue. Per fortuna sul litorale Adriatico sguazzano felicemente tranquilli esemplari che non recano particolari problemi all'uomo: chi subisce, suo malgrado, una puntura da parte di questi organismi gelatinosi può correre ai ripari con piccoli e veloci cure e accorgimenti sanitari. Altro discorso invece riguarda le cosiddette meduse forestiere, quelle tropicali o subtropicali che dopo aver girovagato per diverse centinaia di miglia approdano anche nei nostri mari. Tutta colpa di un clima surriscaldato, tropicale appunto. L'innalzamento delle temperature globali è la principale causa della migrazione di queste meduse. A far paura è la cosiddetta Caravella portoghese (Physalia physalis) avvistata sui litorali iberici. A quanto pare, però, sulle nostre coste, per fortuna, non vi è traccia di questo esemplare letale:
«Non parlerei di situazione allarmante afferma Mauro Della Valle, presidente di FederBalneari Salento I picchi di gran caldo di questi giorni e le forti mareggiate hanno influito non poco sulla maggiore presenza di questi esemplari nelle nostre acque rispetto agli anni passati. Ma non c'è nulla di cui preoccuparsi anche perché giungono in maniera isolate e non a gruppi».
Certo è la corsa alla farmacia è scattata con centinaia di famiglie che si sono rivolti agli esperti in camice bianco per chiedere consigli e non solo. E in questo caso qualche farmacia è scesa in campo anche sui social dispensando suggerimenti, appunto, per evitare l'effetto psicosi.
Ad ogni buon conto, nel caso di un incontro ravvicinato con le meduse, sono sufficienti poche ma utili regole per scongiurare spiacevoli seccature: non strofinare bocca e occhi; non lavare con acqua dolce la parte colpita; usare acqua di mare e disinfettare con bicarbonato di sodio (ideale un mix equilibrato); non usare ghiaccio a diretto contato con la ferita; non grattare la zona ustionata (si accelera la sostanza tossica); evitare impacchi con aceto o ammoniaca e anche l'uso di alcool: rimuovere i frammenti dei tentacoli della medusa con pinzette (se il tentacolo è visibile) o anche una tessera magnetica; il rimedio migliore è un gel astringente al cloruro d'alluminio, utile anche per le punture di zanzara; infine, usare pomate cortisoniche o antistaminiche capaci di ridurre infiammazione e bruciore.

Insomma, le meduse sono aumentate sulle nostre coste rispetto agli anni scorsi ma nessun allarmismo. Continuate pure a fare il bagno. Mal che vada basta poco per curarsi da una puntura.

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