Salento, meduse spiaggiate sulla costa: colpa delle mareggiate e del cambiamento climatico

E dal Comune potrebbe scattare il divieto di balneazione nella zona interessata

Salento, meduse spiaggiate sulla costa: colpa delle mareggiate e del cambiamento climatico
di ​Francesco DE PASCALIS
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Mercoledì 17 Maggio 2023, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 12:47

Una mareggiata imponente, spinta da forti venti di scirocco, a maggio inoltrato non si verificava da diversi anni sulle coste joniche, tant’è che a farne le spese sono state anche e soprattutto le colonie di meduse presenti lungo il litorale costiero dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo, spiaggiate a decine di migliaia lungo la baia di Punta Prosciutto, sul versante nord del litorale costiero cesarino.

Un fenomeno spettacolare, foto alla mano, che è monitorato oltre che dai biologi della Riserva Nazionale, anche dal Comune jonico dall’Asl competente e dall’Università del Salento.

Probabile che nelle prossime ore, proprio a causa dell’innumerevole presenza delle meduse lungo la battigia ed in alcuni casi in spiaggia, il sindaco di Porto Cesareo Silvia Tarantino possa optare di emanare un’ordinanza che imponga il temporaneo divieto di balneazione nella zona interessata dallo spiaggiamento.

Il fenomeno


«La pelagia noctiluca è la specie di medusa più abbondante nel Mediterraneo e sfortunatamente anche quella più urticante per l'uomo, per la presenza di cellule capaci di iniettare piccole quantità di un veleno che può produrre per lo più doloroso eritema, facilmente trattabile. – spiega Stefano Piraino, docente ordinario di zoologia e direttore del Museo di Biologia Marina di Porto Cesareo Pietro Parenzan, oltre che direttore della Unità di Ricerca di Lecce del Consorzio Nazionale interuniversitario per le Scienze del Mare - Molto comune nel Tirreno e nel bacino occidentale del Mediterraneo, la specie è meno frequente nello Ionio e ancor meno nell'Adriatico dove entra solo raramente». Un fenomeno strettamente legato al cambiamento climatico con l’innalzamento delle temperature. «Gli studi condotti dall’Università del Salento hanno però dimostrato che il riscaldamento globale sta interferendo con il normale ciclo vitale di questa specie, che ha ampliato la propria finestra temporale riproduttiva – aggiunge Piraino -. In parole povere, il riscaldamento degli oceani, sempre più significativo, si traduce in un periodo riproduttivo annuale più lungo per questa e per altre specie di meduse». 


«Il fenomeno osservato in questi giorni lungo il litorale ionico da Porto Cesareo sino alla provincia di Taranto è quindi conseguenza delle mareggiate di questi ultimi giorni – sottolinea il professore - determinate da una perturbazione accompagnata da forti venti meridionali (prevalentemente dal quadrante di scirocco) che hanno trasportato verso la costa e in superficie migliaia di meduse che stazionavano al largo e più in profondità, per determinarne infine lo spiaggiamento sui litorali».

Le rassicurazioni del prof

 
Da qui le rassicurazioni di Piraino. «Questi eventi di mortalità di massa sono tuttavia fenomeni naturali, perché durante questo periodo di rimescolamento delle acque aumenta la concentrazione di gameti maschili e femminili, portando alla fecondazione di miliardi di uova ed alla formazione di un elevatissimo numero di larve, molte delle quali sopravviveranno e prenderanno il posto degli adulti trasportati sulle spiagge. I nostri studi testimoniano che normalmente la Pelagia noctiluca risale verso acque più superficiali nel periodo primavera inizio estate a scopo riproduttivo e trofico. Con il progredire dell’estate, l’acqua diventa troppo calda per queste meduse, e queste ritornano a vivere più in profondità seguendo anche le correnti verticali che si muovono lungo i canyons sottomarini. L’Università del Salento è parte di un nuovo progetto di ricerca europeo, denominato ACTNOW, con il compito di studiare come il cambiamento climatico influenza le popolazioni di meduse nei mari europei».  

 


Da evidenziare infine che come appurato dal prof Piraino e dallo staff di biologi marini che sta monitorando il fenomeno, le meduse ritrovate sulle spiagge sono individui adulti sessualmente maturi, segno che in questo momento al largo delle coste joniche è in atto la riproduzione sessuale di questa specie. Poi le rassicurazione e l’ipotesi del termine entro cui il fenomeno dovrebbe concludersi. «Non occorre allarmarsi dunque – sottolinea il docente - le meduse spiaggiate saranno rapidamente degradate (già dopo poche ore dallo spiaggiamento non sono più urticanti per l’uomo) e rientreranno nel ciclo naturale della materia. La loro presenza imponente non è affatto preoccupante, perché il loro numero nelle acque costiere diminuirà rapidamente e le larve e le giovani meduse saranno trasportate verso il largo dai venti settentrionali che stanno per arrivare. Possiamo facilmente prevedere quindi – conclude - che entro le prossime due massimo tre settimane di questo spiaggiamento, almeno sulle spiagge del Salento, rimarrà solo il ricordo».

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