Sì a 650mila euro di parcelle per l'avvocato Quinto: Patti si dissocia da Lecce città pubblica

Sì a 650mila euro di parcelle per l'avvocato Quinto: Patti si dissocia da Lecce città pubblica
di Francesca SOZZO
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Giovedì 25 Giugno 2020, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 12:27
La Commissione Bilancio del comune di Lecce dice sì al pagamento delle parcelle da liquidare all'avvocato Pietro Quinto. Si tratta di 650mila euro di competenze professionali da pagare all'amministrativista salentino. Un sì che ha registrato però una spaccatura interna alla maggioranza. Ad astenersi l'intero gruppo consiliare del Partito Democratico oltre al consigliere e presidente della commissione Bilancio Marco Giannotta (Noi per Lecce) e al consigliere Lecce Città Pubblica, Pierpaolo Patti in contrasto con il voto di Lcp, lista del sindaco Carlo Salvemini, che ha invece votato a favore della liquidazione delle parcelle. E di più.

Patti, proprio per questa differenza di vedute con la sua lista ha messo «a disposizione del gruppo consiliare il ruolo fin qui assegnatomi di capogruppo». «In commissione Bilancio, mi sono astenuto - ha dichiarato Patti - La mia astensione è stata espressa, con ogni riserva da esplicitare in Consiglio comunale sia nella motivazione che nell'espressione di voto, in distonia con il gruppo di Lecce Città Pubblica, di cui sono capogruppo, e che si è espresso favorevolmente. L'ho fatto - spiega Patti - perché voglio essere certo dei profili tecnici, giuridici e contabili, che accompagnano la delibera, che riguarda un lungo periodo della vita del Comune di Lecce. Mi sono astenuto, perché ritengo di dover essere certo, al centesimo, dell'utilizzo dei denari dei cittadini».

L'amministrativista ha difeso il Comune di Lecce in ben 122 giudizi davanti al Tar e al Consiglio di Stato. Incarichi legali che vengono da molto lontano: cominciano da metà anni Ottanta e si estendono fino al primo decennio degli anni Duemila. La somma concordata, ovvero 650mila euro (comprensivi di Iva e contributi previdenziali), è figlia di un lungo braccio di ferro Palazzo Carafa e lo stesso avvocato che aveva inizialmente presentato un conto da 1 milione e 274mila euro più Iva e contributi.

Dunque la delibera è passata - il parere della commissione non è vincolante - con 10 voti favorevoli, tra cui i consiglieri Adriana Poli Bortone e Giorgio Pala dell'opposizione, 10 astenuti, tra cui il gruppo del Pd, il presidente Giannotta e Patti, il voto contrario del capogruppo del Movimento 5 Stelle Arturo Baglivo. Non ha votato, seppur presente, il consigliere Luigi Valente.
A sorprendere i consiglieri anche l'astensione del presidente della Commissione Giannotta, anche in questo caso in contrasto con il voto del capogruppo di Noi per Lecce Marco Nuzzaci che invece votato in maniera favorevole all'ordinanza dichiarando: «Credo sia una grande assunzione di responsabilità. L'ente va salvaguardato, una volta ottenuto una tale scontistica è importante riconoscere il debito fuori bilancio. Se ci sono delle responsabilità è di chi ha dato mandato al professionista negli anni, non nostra che ereditiamo il debito e ci assumiamo la responsabilità di riconoscere il pagamento».

E se la discussione nel merito sulla liquidazione delle parcelle è solo rinviata alla prossima assise, non è escluso che la vicenda porti con se strascichi di mal di pancia all'interno della maggioranza di Palazzo Carafa.
Intanto, su disposizione del presidente del Consiglio, Carlo Mignone, dal 27 giugno le Commissioni si potranno tenere in presenza nella Sala Consigliare. Mentre i consiglieri comunali dovranno osservare le norme comportamentali previste dalle vigenti disposizioni in materia di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e distanziamento sociale anche in base alle linee guida inserite nel Protocollo di sicurezza - Anticontagio Covid 19 e il Nuovo Coronavirus (SARS-CoV-2) a firma del dirigente Fernando Bonocuore.
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