Costretto a letto per una patologia, l'Inps non gli versa la pensione e lui rischia lo sfratto dall'Rsa

Costretto a letto per una patologia, l'Inps non gli versa la pensione e lui rischia lo sfratto dall'Rsa
di Andrea TAFURO
3 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Gennaio 2024, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 21:42

Costretto a letto da una patologia inabilitante al 100 per cento rischia di finire in strada perchè senza pensione e impossibilitato quindi a pagare la retta nella struttura sanitaria dove è ricoverato. I problemi per un 59enne di Parabita sono sorti circa 2 anni fa dopo la malattia e il conseguente ricovero: prima nella struttura Euroitalia di Casarano e da qualche tempo collocato a Villa Iris a Lecce. Nel frattempo, in virtù della patologia e del conseguente stato di salute dell’uomo, è stata aperta (su ricorso dei Servizi Sociali di Parabita) da parte del Tribunale di Lecce l’amministrazione di sostegno. L’uomo, a cui Inps il 26 giugno 2023 ha riconosciuto la pensione di invalidità medica, sinora però non ha ricevuto alcun sostegno economico e la sua posizione, seppur tutelata dall’amministratore di sostegno, rischia di complicarsi con lo “sfratto” dalla clinica perchè moroso dell’ultima mensilità e di alcuni arretrati per un totale di 1.881 euro. Nei mesi passati invece, quasi la totalità delle rette per la permanenza del 59enne nella struttura leccese sono state pagate dal Comune di Parabita che aveva stanziato 3.238 euro. La questione su cui ha acceso un faro l’avvocato Marcello Rizzo Affinito, amministratore di sostegno del 59enne dal 13 dicembre scorso, pare essersi complicata perchè permane una situazione debitoria nei confronti della struttura ospitante, che fino a quando non verranno incassati gli arretrati pensionistici che spettano all’uomo non può essere sanata.

Inoltre, lo scorso 12 gennaio, Villa Iris ha comunicato all’amministratore di sostegno, al Comune di Parabita e ai Servizi Sociali, alla Asl Lecce, che se entro giorni 10 non fosse stato pagato il credito della struttura ospitante, il paziente sarebbe stato dimesso. Per tutelare il 59enne, inabile al 100% e che necessita di cure costanti, si è aperta una corsa contro il tempo, portata avanti dall’amministratore di sostegno, l’avvocato Marcello Rizzo Affinito.

Il nodo tempi

«La situazione non sembrerebbe difficile da risolvere – commenta Rizzo Affinito - basterebbe che i tempi biblici della Pubblica amministrazione italiana non penalizzassero i cittadini, in special modo quelli fragili o deboli come è il caso del mio amministrato. Se l'Ente erogatore avesse già provveduto a mettere a disposizione le somme spettanti ed afferenti gli arretrati, oggi si potrebbe affrontare e magari risolvere una questione che diversamente lascerebbe l’amaro in bocca soprattutto in una Nazione come la nostra ritenuta tra le più evolute in termini di assistenza alla persona». Quindi l’appello alle parti coinvolte per una soluzione. «Non si contesta la legittimità della struttura ospitante a reclamare il suo credito, – spiega l’amministratore di sostegno - ma spesso accade che c'è sempre una parte che deve subire le conseguenze di azioni altrui. Invito tutte le parti che siano in grado di risolvere questa situazione ad adoperarsi fattivamente lanciando un segnale di speranza affinché in futuro non si verifichino casi analoghi»

© RIPRODUZIONE RISERVATA