Otranto, discariche abusive: quattro condanne

Una discarica abusiva
Una discarica abusiva
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Martedì 16 Febbraio 2016, 09:39
Quattro condanne per le discariche abusive dei rifiuti raccolti nei 21 Comuni dell’entroterra di Otranto, grazie ai 60 milioni di euro all’anno erogati dall’Ato Le2 (Aro6). Il giudice della seconda sezione penale, Pia Verderosa, ha ritenuto responsabili dell’accusa di smaltimento e trasporto illecito tre amministratori e un dipendente delle società riunite sotto l’Ati che si aggiudicò quell’appalto milionario.
A un anno e due mesi di reclusione, nonché a un’ammenda di seimila euro, sono stati condannati Rocco Lombardi, 43 anni, di Triggiano (in provincia di Bari), presidente del consiglio d’amministrazione e legale rappresentante della Menhir e della Lombardi ecologica, cioè la società proprietaria del 55 per cento delle quote della Menhir (la parte restante appartiene alla Supernova); Michele Grecolini, 62 anni, di Soleto, direttore tecnico della Menhir e responsabile tecnico della Geotec; e Domenico Ventura, 58 anni, di Trani, legale rappresentante e presidente del consiglio d’amministrazione della Geotec. Un anno e mezzo di reclusione, con ammenda di settemila euro, sono stati inferti a Cosimo D’Amico, 58 anni, di Morciano di Leuca, coordinatore responsabile della Menhir. Pena sospesa e non menzione per Lombardi, Grecolini e Ventura.
Tre le assoluzioni con la formula “per non aver commesso il fatto”: Dario Spedicati, 50 anni, di Nardò, coordinatore della Menhir; Simona Primiceri, 45 anni, di Casarano, amministratore delegato della Geotec; e Maurizio Colazzo, 55 anni, di Scorrano, dipendente coordinatore della Menhir.
Il giudice Verderosa ha inoltre stabilito la confisca dell’ex “Co.Plast” di Diso e dell’ecocentro di contrada “Favorita” di Scorrano dove erano state create le discariche abusive e sequestrati rispettivamente il 17 giugno del 2009 ed il 21 gennaio del 2010 dai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) nel corso dell’inchiesta condotta con i procuratori aggiunti Elsa Valeria Mignone ed Ennio Cillo.
Infine è stato previsto il risarcimento in sede civile per il Comune di Diso costituitosi nel processo con l’avvocato Dario Congedo. Il legale aveva depositato al giudice un’istanza di risarcimento di 300mila euro per danni di immagine e da utilizzare per bonificare il sito inquinato.
Più alte le pene richieste dall’aggiunto Mignone nel corso della requisitoria del primo pomeriggio di ieri: 2 anni e 26mila euro di ammenda per D’Amico; un anno e mezzo, con ammende di 20mila euro sia per Lombardi che per Grecolini. Ed un anno e 15mila euro di multa per Ventura. Assoluzione per Colazzo, Primiceri e Spedicati “perché sono stati coinvolti dai principali imputati, ma non hanno avuto alcun ruolo in questa vicenda”, ha fatto presente il magistrato. Citato anche l’ex presidente dell’Ato/Le2-Aro6, Silvano Macculi, indagato per concussione in un’inchiesta chiusa di recente dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e che vede protagonisti alcuni degli imputati di questo processo: «Le sue dichiarazioni lasciano il tempo che trovano: affidò l’appalto a scatola chiusa. Questo processo dovrà tornare in Procura».
Quanto al merito delle accuse, per le discariche create a Diso ed a Scorrano si parla di rifiuti di vario tipo, anche ingombranti, legno, vetro, plastica, pneumatici, batterie, televisori, barattoli di vernice ed altro ancora, in parte sotto un capannone ed in parte lasciati all’aperto.
Due mesi per il deposito della sentenza e valuteranno il ricorso in Appello gli avvocati difensori Anna Grazia Maraschio, Luigi e Roberto Rella, Paolo Rizzo e Francesco Stanca.
E.M.
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