​Torture in carcere a un detenuto: chieste condanne pesantissime per agenti penitenziari

Torture in carcere a un detenuto: chieste condanne pesantissime per gli agenti penitenziari
​Torture in carcere a un detenuto: chieste condanne pesantissime per gli agenti penitenziari
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Mercoledì 10 Gennaio 2024, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 13:55

La Procura di Bari ha chiesto 11 condanne, dagli 8 anni di reclusione a una sanzione pecuniaria di 60 euro, nel processo che vede imputati, tra gli altri, cinque agenti della polizia penitenziaria per le presunte torture commesse a danno di un detenuto psichiatrico, nel carcere di Bari, il 27 aprile 2022.

Il procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per gli agenti Giacomo Delia e Raffaele Finestrone, a 6 anni per Francesco Ventafridda e a 4 anni e 6 mesi per Antonio Rosati e Giovanni Spinelli, che rispondono del reato di tortura.

La condanna a un anno e 8 mesi è stata richiesta per il sovrintendente della polizia penitenziaria Vito Sante Orlando, che risponde dei reati di falso in atto pubblico e rifiuto di atti d'ufficio, mentre la condanna a un anno e 6 mesi è stata sollecitata per Michele De Lido, a processo per abuso d'ufficio. La condanna a 10 mesi è stata richiesta per Leonardo Ginefra, che risponde di violenza privata e rifiuto di atti d'ufficio, e a 8 mesi per Francesco Valenziano, che risponde solo di quest'ultimo reato. Infine, una multa di 60 euro è stata chiesta per due infermieri, a processo per omessa denuncia perchè, secondo l'accusa, assistettero al pestaggio ma non intervennero.

L'accusa

Secondo l'accusa, sei agenti della polizia penitenziaria avrebbero torturato il detenuto allora 41enne dopo che questi aveva dato fuoco a un materasso nella sua cella. Le violenze sarebbero iniziate lungo il percorso dalla cella all'infermeria, con il personale che sarebbe intervenuto "con violenze gravi e agendo con crudeltà" prima scaraventando il l'uomo sul pavimento, poi colpendolo con calci e schiaffi sulla schiena, sul torace, sui fianchi e sul volto.

Tra gli agenti coinvolti nel pestaggio anche il sovrintendente Domenico Coppi, già condannato a tre anni e sei mesi di reclusione in un processo che si è celebrato con rito abbreviato per tortura, rifiuto d'atti d'ufficio e falso. Sempre in abbreviato è già stato condannato (con pena sospesa) a un anno e due mesi, per omessa denuncia, il medico dell'infermeria Gianluca Palumbo. L'agente Roberto Macchia, che pure aveva scelto l'abbreviato, è stato assolto dall'accusa di rifiuto d'atti d'ufficio 'perché il fatto non costituisce reato'.

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