Dash, Dixan e altri detersivi contraffatti nei discount: 16 condanne

Dash, Dixan e altri detersivi contraffatti nei discount: 16 condanne
di Roberta GRASSI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Aprile 2024, 17:03 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 22:06

Arriva il verdetto per 38 persone imputate in un processo, conosciuto come “Bolle di Sapone”, nato da un'inchiesta del 2013, della Finanza di Otranto, su una presunta “impresa” che commercializzava detersivi e prodotti per l'igiene contraffatti non solo in Salento ma in tutt'Italia: Infasil, Chilly, Dash, Dixan, Chanteclair. La sentenza è del Tribunale in composizione collegiale (Seconda sezione penale, presidente Pietro Baffa, a latere Annalisa De Benedictis e Chiara Panico).    

Le condanne: i nomi

Sedici le condanne: Cristina Baraldi, due anni; Antonio Capone, due anni; Fabio Coluccia, due anni; Claudio Conte, tre anni e sei mesi; Fulvio Conte, 4 anni; Mauro De Luca, tre anni; Claudio Diamante, 5 anni e 6 mesi; Adriano Dima, 3 anni e 6 mesi; Antonella Fiocchi, 2 anni; Francesco Leo, 3 anni e 6 mesi; Maurizio Marti, 6 anni; Vittorio Perrone, 3 anni; Enrico Serafini, 9 anni e 6 mesi; Antonio Vanzanelli, 9 anni; Giorgio Vanzanelli, 4 anni; Paride Vanzanelli, 4 anni. 
Sono stati condannati al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede con una provvisionale di 10mila euro per ciascuna delle parti civili. 
Non doversi procedere per prescrizione per 12 persone: Antonio Colluto; Maria Vittoria Colella; Luigi Esposito; Flavio Ferreri; Gianni Ingrosso; Cristian Luceri; Angela Concepita Mariano; Lucio Mariano; Antonio Mega; Franco Pappadà; Fabrizio Domenico Giuseppe Sobrero; Francesco Domenico Ungaro. Assolti del tutto in 10: Alfonso Dalia; Francesco De Padova; Antonio Donno; Fernando Giannoccolo; Santo Leo; Antonio Quaranta; Maurizio Valassina; Cinzia Cipolla, Vincenzo Casaburi e Samantha Colluto. 
Le parti civili sono le aziende The Procter & Gamble Company e Real Chimica.

Tra gli imputati figurava anche il pentito di Casarano, Tommaso Montedoro, la cui posizione era stata stralciata e che era stato condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione nel 2020. 

Il sistema

Le perquisizioni risalgono al giugno del 2013, quando i finanzieri della Compagnia di Otranto, su delega dell'allora procuratore aggiunto di Lecce, Antonio De Donno, della direzione distrettuale antimafia di Lecce, eseguirono ben 65 perquisizioni in 13 province. Stando a quanto ricostruito in fase di indagine, venivano preparati i composti, ma anche i contenitori e i tappi di chiusura. E infine le etichette contraffatte (realizzate in tipografia). 
In base alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, prima venivano preparati i vari tipi di prodotto; poi i contenitori in plastica e i tappi di chiusura. 
I prodotti, a prezzi bassissimi, venivano distribuiti in market e discount. La preparazione dei prodotti sarebbe avvenuta in un magazzino di Borgagne. I contenitori realizzati a Carpignano Salentino i tappi a San Donaci. 
Tra gli imputati figurava anche il pentito di Casarano, Tommaso Montedoro, assistito dall'avvocato Sergio Luceri,  che aveva ammesso gli addebiti nel corso del processo (giudice Roberto Tanisi, pm Guglielmo Cataldi): era stato trovato in possesso di colla e di 100 confezioni. 
Nel collegio difensivo gli avvocati Gianluca D'Oria, Salvatore Centonze, Alessandro Stomeo; Rocco Vincenti; Amilcare Tana; Mario Coppola; Andrea Starace; Luigi Corvaglia; Antonio Savoia; Luigi e Roberto Rella; Luigi Covella; Luca Puce; Stefano Chiriatti; Antonio Romano; Pietrantonio Grieco e Fulvio Pedone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA