Lecce, ancora minacce a pm e gip: lettera firmata col sangue e riferimenti alle armi da usare

La pm Carmen Ruggiero e la gip Maria Francesca Mariano
La pm Carmen Ruggiero e la gip Maria Francesca Mariano
di Roberta GRASSI
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Giovedì 23 Novembre 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 10:05

Ancora minacce, per iscritto, stavolta vergate col sangue. Inquietante il messaggio ricevuto dalle stesse magistrate che per simili intimidazioni erano già finite sotto scorta la scorsa estate. Si tratta della gip Maria Francesca Mariano e della pm della Dda di Lecce Carmen Ruggiero. Il mittente sembrerebbe lo stesso delle precedenti esternazioni che avevano suscitato particolare clamore e tanta, comprensibile, indignazione. Ora, a quanto si apprende, sarebbe stata rincarata la dose: con dettagli e propositi esplicitati nero su bianco che hanno portato la prefettura di Lecce e di Brindisi a disporre misure di tutela ancora più elevate per giudice e sostituto procuratore. 

Nella lettera anche riferimenti alle tipologie di armi e alle modalità con cui l’autore avrebbe minacciato di agire. Un cenno anche generico all’appartenenza al “male”, e alla concretezza delle proprie intenzioni.

L'inchiesta sulla Scu

Come noto, Ruggiero e Mariano hanno rispettivamente chiesto e disposto le misure cautelari nell’ambito di una grossa inchiesta per associazione mafiosa che riguarda esponenti della Scu del Brindisino, in particolare sul clan Cantanna-Lamendola.

Ed è proprio in quell’ambito che si stanno concentrando le indagini dei carabinieri, coordinati dalla procura di Potenza che ora si sta occupando delle minacce. Potenza in quanto persone offese sono magistrate in servizio nel distretto di Lecce.

Il sostituto procuratore Carmen Ruggiero è stata destinataria nell'agosto scorso di alcune lettere intimidatorie contenenti frasi inequivocabili. Missive firmate in uscita dal carcere di Lecce e bloccate dai poliziotti della penitenziaria. Stessa sorte, poi, per il gip distrettuale Maria Francesca Mariano, il giudice che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare della stessa indagine, quella che ha riguardato il clan mesagnese della Scu. Per Ruggiero, in piena estate, a stabilire una misura di tutela è stato il prefetto di Brindisi. Per Mariano, il prefetto di Lecce. A pesare, per il sostituto procuratore, anche un episodio avvenuto durante un interrogatorio. L'indagato, dopo aver chiesto di andare in bagno, avrebbe tirato fuori dalla tasca un taglierino. Vicende particolarmente gravi ma comunque non tali da far ritenere che il modus operandi silente e pacifico della Sacra corona unita (non meno penetrante, ma strategicamente più cauto) sia complessivamente mutato. 

Innalzato il livello di allarme e di protezione 

Tuttavia i fatti recenti hanno portato a innalzare ancora di più il livello di allarme, oltre che naturalmente anche di protezione. Si sta poi cercando di appurare se effettivamente la provenienza sia sempre il carcere di Lecce, dove nelle scorse settimane è stato sequestrato materiale utile alle indagini.
Comprensibile la preoccupazione, dunque, e anche la scelta di irrigidire il sistema di controllo prevedendo scorta armata in tutte le ore del giorno e della notte. 
In precedenza, quando le prime intimidazioni erano assurte agli onori delle cronache, si era levato un coro unanime di condanna per quanto accaduto e solidarietà alle due magistrate: erano intervenuti esponenti politici, ma anche colleghi magistrati, avvocati e l’Anm distrettuale. Episodi gravi, non senza precedenti, ma in questo caso reiterati anche dopo una certa risonanza mediatica. Le indagini, come sempre in questi casi, vanno avanti nel massimo riserbo ma non trascurano alcun elemento fornito prontamente agli inquirenti della Procura di Potenza.

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